Allergie alimentari scritte nel menu, i ristoratori vicentini: "pasticcio all'italiana"
Martedi 25 Novembre 2014 alle 17:21 | 0 commenti
L’obbligo di informare per iscritto il consumatore su possibili sostanze o prodotti allergizzanti contenuti negli alimenti che dovrebbe entrare in vigore il prossimo 13 dicembre in seguito a una direttiva europea, ha fatto infuriare i ristoratori vicentini di Confcommercio che lo definiscono un classico “pasticcio all’italianaâ€, burocratico però... Emanuele Canetti (foto), presidente dei ristoratori Confcommercio: “Sono principi giusti che da tempo applichiamo, ma la trascrizione è ingestibile per noi e improponibile al clienteâ€.
Ecco la nota ufficiale di Confcommercio Vicenza sulla questione:
Un classico “pasticcio all’italianaâ€. Solo che non si tratta di un piatto della tradizione inserito nel menu di un ristorante, bensì di una, questa sì, tradizione tutta nazionale di complicare la vita con leggi giuste di principio, ma di fatto così complicate da far impazzire chi le deve applicare.
E’ il caso di un Regolamento europeo (il n. 1169) che, così come verrà applicato nel nostro Paese, sta facendo infuriare in particolare i ristoratori, perché introduce dal prossimo 13 dicembre l’obbligo di informare per iscritto il consumatore su possibili sostanze o prodotti allergizzanti contenuti negli alimenti.
La norma è stata oggi al centro di un consiglio straordinario dell’Associazione provinciale Ristoratori Confcommercio, nel quale è stato sottolineato che se il compito è relativamente facile per i produttori o per chi utilizza ricette codificate, si rivela invece un autentico calvario per cuochi, pasticceri, titolari di bar e in generale tutti coloro che operano professionalmente nella così detta somministrazione.
“Le nostre ricette variano anche nel corso della giornata, perché usando materie prime fresche e puntando sulla stagionalità possiamo introdurre continuamente varianti – spiega Emanuele Canetti, presidente dei Ristoratori della Confcommercio -.  Pensare di mettere per iscritto ogni modifica che interviene nelle preparazioni è un lavoro mastodontico per noi che lo dobbiamo fare ed è una garanzia improponibile al cliente, che dovrebbe leggersi una montagna di carta prima di ordinare un piattoâ€.
Se la burocrazia entra in cucina, poi, il rischio è che a farne le spese sia soprattutto la ristorazione di qualità e quella tradizionale, non certo le grandi “catene†che propongono piatti standard e codificati. “I principi introdotti dalla legge ci trovano assolutamente d’accordo e da sempre i nostri ristoranti prestano attenzione ai clienti che manifestano, al momento dell’ordine, il fatto di soffrire di allergie o intolleranze - incalza Canetti - Con la professionalità e con la formazione del personale, che le nostre imprese garantiscono, queste cose sono assolutamente gestibili: consigliando i piatti che non contengono le materie prime allergizzanti o anche, laddove possibile, variando dei procedimenti per venire incontro all’esigenza espressa dal cliente. Invece di riconoscere questo impegno semplicemente codificando delle buone prassi già in uso, si è voluto complicare la vita alle imprese".
In questo senso i ristoratori vicentini appoggiano la richiesta avanzata ufficialmente ieri da Confcommercio Veneto al Governo, di prevedere urgentemente, avvalendosi della facoltà prevista e riconosciuta dallo stesso Regolamento europeo, procedure di informazione in materia di allergeni secondo due opzioni, scritta o orale, a scelta delle singole imprese, così come avviene in Francia, Germania, Gran Bretagna e in molte altre legislazioni europee. E nel contempo di procedere ad un rinvio dell’applicazione formale dell’obbligo di comunicazione.
“E una questione di buon senso, nulla più – conclude il presidente Canetti -. Invece in Italia sembra ci si diverta a complicare la vita a chi già sta nelle regole ed è tenuto a precisi obblighi formativi e informativi. A noi nuove incombenze, invece le sagre o le finte “cene privateâ€, dove di certo non vi è la stessa professionalità del ristoranti, rimangono una terra senza regole, alla faccia della tutela della salute dei consumatoriâ€.
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