I problemi di Vicenza, tra Jacopo da Firenze e Richelieu Variati
Lunedi 24 Agosto 2015 alle 20:48 | 0 commenti
Riceviamo da Adriano Verlato e pubblichiamo
Quella dozzina di persone che hanno la cortesia di leggermi, scuseranno la mia insistenza sui problemi della città , ma Vicenza è per me una seconda casa, più grande, nella quale vivo ogni giorno e tutto quello che vi accade e non, mi intriga. Vado un po’ a braccio e parto dal vicesindaco.
Jacopo da Firenze è ragazzo la cui intelligenza è a volte disturbata dal carattere umbratile che gli fa sovente dire e fare cose non proprio da amministratore. Lo accennai una volta e voglio riprenderlo: conosco Variati da molti anni, anche se non ci siamo mai frequentati e ritengo sia una personalità che incarna appieno quello che viene genericamente inteso come spirito vicentino. Più che nei panni dell’invincibile guerriero greco lo vedo bene come un Richelieu nostrano le cui prese di posizione politiche sono, a volte, meno ovattate di quelle del nostro cardinale. Insomma, il suo tallone fragile ce l’ha. Ho sempre presente, e mi scuso per esserci anch’io nel discorso, un fatto che accadde tanti anni fa. Dopo gli sbandamenti del centro-sinistra di Vicenza, post Quaresimin, pensai con alcuni amici di riunire le varie provenienze politiche per preparare le successive amministrative. Ci trovammo per un certo periodo cercando di smussare le differenze di vedute. Si decise, quando fu l’ora, che avremmo anche fatto dei nomi per la carica di sindaco. Ad un certo punto si restrinse la rosa e, prima non era mai accaduto, arrivò l’Achille. Ci ascoltò e senza tanti complimenti disse che il candidato sarebbe stato Vincenzo Riboni. Fu un atto d’imperio che, per quanto mi riguardò, non gradii. Riboni mi è molto caro ed è ottima persona, ma non aveva le caratteristiche per amministrare la città . Non faccio dietrologia se penso ci sarebbe stato qualche altro che avrebbe diretto l’orchestra comunale. Perché tutto questo preambolo? Ecco, non è da Variati lasciare che il proprio vice si muova fuori tempo com’è accaduto tante volte. Capisco l’amicizia, ma queste redini lunghe non sono del nostro sindaco. Tornando a Bulgarini, ritengo si faccia spesso prendere la mano dai propri impulsi ed anche dai propri gusti, che non è detto possono essere quelli della città : musica, teatro, matrimoni in basilica, calcio in piazza dei Signori e tanto altro. Nonostante la segreteria, inoltre, ben fornita di addetti, il nostro non risponde a molte mail, non richiama telefonicamente chi lo ha cercato e non brilla per la disponibilità della sua persona. Credo, non si offenda Bulgarini, che il periodo come capo gabinetto del Sindaco, gli sarebbe dovuto giovare di più per capire tante cose. Ma è solo una mia opinione.
Qualche altra modesta osservazione. C’è un programma di asfaltatura strade, ci devono essere ovviamente delle priorità , ma mi vorrebbe gentilmente spiegare l’assessore incaricato, perché non sono state prese in esame situazioni come quelle di Corso San Felice o della rotatoria di via Milano? ‘Verrà il loro turno’,si dirà , ma in base a quali parametri si privilegiano zone meno trafficate delle sunnominate? Alla fine dei lavori stradali rimangono ai lati delle strade triangoli, lampade, sacchi di sabbia e altri orpelli. Questo anche un mese dopo la fine dei lavori. Non è solo una questione estetica. Ci sono pericoli per ciclisti e motorini e questo non è accettabile.
Finisco con la solita lamentela per l’assoluto non rispetto verso i pedoni che attraversano le strisce e per la velocità delle macchine in centro e nelle zone periferiche. Pensate come sarebbe bello se avessimo anche noi un corpo di vigili urbani che girano per le strade, a tutte le ore, con l’occhio giusto per prevenire ed, eventualmente, sanzionare chi non rispetta le regole.
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