I Palazzi informano: Manuela Dal Lago si candida a Vicenza
Mercoledi 19 Settembre 2012 alle 00:00 | 0 commenti
Se Luca Zaia, governatore dl Veneto, non accetta le indicazioni che lo vorrebbero candidato premier della Lega Nord alle prossime elezioni (ma prima di lui i papabili "tattici" sarebbero nell'ordine Tosi e Salvini se Maroni confermasse di non voler stare col Pdl nel caso di nuova candidatura di Berlusconi), le stesse voci, rimbalzate negli ambineti leghisti vicentini, attribuirebbero a Bobo e alle sue truppe la volontà di non ricandidare per Roma Manuela Dal Lago, che da sicuro sindaco nel 2008 fu inviata al Parlamento per le manovre del centrodestra che le preferì a Vicenza la (tatticamente?) perdente Lia Sartori con Achille Variati pronto a sfruttarne la scia.
E ora, queste le voci che si rincorrono nelle ultime ore dopo il dibattito sulle candidature del Post Bossi esploso domenica anche su Radio Padania, l'ex presidente della Provincia e snodo chiave di tanti precedenti equilibri berici potrebbe risfoderare il suo progetto di proporsi come primo cittadino (prima lady, di ferro) a Vicenza. Magari per la gioia dei maroniani che potrebbero giustificarne, senza traumi, la fuoriuscita parlamentare con la missione affidatale di riconquistare una città del Veneto.
La ventilata entrata in campo dell'ex presidente della Provincia darebbe una svolta netta al percorso attuale che vede comunque vincente Achille Variati e le sue tessiture avvolgenti (...a 360°?) nonostante il detto "chi entra Papa in conclave, ne esce cardinale", e a dispetto dei primi sommovimenti nel centrosinistra nati dal suo abbraccio a chi i politici di lungo corso vorrebbe, almeno a parole, rottamarli: Matteo Renzi.
In attesa che qualcuno illustri le proprie linee programmatiche e la propria idea di città ai poveri elettori per dar loro elementi di valutazione e scelta non nati solo nelle fabbriche di voti della malapolitica, e della politica andata a male, la candidatura di Manuela Dal Lago rappresenterebbe un richiamo forte per una parte del centrodestra orfano di candidati e un allarme concreto per tutti i centri di potere della galassia Galan Sartori, oggi a Vicenza vicina all'area cittadina del Pdl di Galvanin e Zocca e, diciamo, non invisa a una parte qualificata dell'attuale maggioranza.
Sarebbe, quindi, uno tsunami, tutt'altro che ipotetico oggi, la ridiscesa in campo dell'ex liberale Dal Lago, che faceva capo al circolo padovano di Galan, da cui uscì per abbracciare la Lega prima che i galaniani si appropriassero del potere in Veneto con l'avvocato Ghedini arrivato a diventare addirittura il nume togato di B.
Sarebbe uno tsunami perchè coagulerebbe le truppe sfaldate ma nostalgiche della Lega, gli scontenti dell'attuale amministrazione e i poteri anti sartoriani.
La sua matrice liberale potrebbe poi far ripartire le voci di corteggiamenti verso la parte del Pd scaricata da Variati. E ricomincerebbe il m'ama non m'ama con Alifuoco & compagni(a) che non possono accontentarsi di una Elena Donazzan qualunque, sempre più sola con i suoi Patrioti e lei stessa in cerca di una bandiera che non la faccia sparire. E che non possono sperare di attirare a sè, cene di cortesia a parte, un Enrico Hüllweck che, l'ha detto e ne è convinto, entrerebbe in campo solo se partisse da una base certa, che so, dal 40% di consensi a cui aggiungere poi il suo indubbio appeal per la volata finale.
Nel 2008 Manuelona poteva, però, contare anche sull'appoggio mediatico de Il Giornale di Vicenza e di quella Confindustria che lo esprimeva e lo controllava. Oggi, questa potrebbe essere la domanda chiave a cui dovrà rispondere la Dal Lago, dicono i bene informati dei vari Palazzi interessati, o minacciati, prima di decidere di candidarsi: «Z&Z (Zigliotto e Zonin) e, quindi, il GdV sceglieranno di dialogare con una donna forte come lei o, disabituati come sono al confronto, preferiranno un candidato di panna, che lo stesso Variati non è come dimostrerebbe, lo sussurrano a Palazzo Trissino e dintorni, il loro allontanamento graduale negli ultimi mesi dall'attuale borgomastro?».
Sempre che non abbia ragione proprio Achille (e in questo caso lo speriamo anche noi, da cittadini e da cronisti) che ebbe recentemente modo di dire al nostro direttore che «poteri e giornali, sì, sono importanti perchè influiscono sulle informazioni ma poi è la gente che ti conosce per strada che decide se votarti o no». Annuendo sornione, a taccuini rigorosamente rinchiusi come lo era il microfono per il grillino eretico Giovanni Favia, alla constatazione, statistica, che «non è che il GdV abbia storicamente scelto e appoggiato il candidato poi vincente». Non da ultimo nel 2008 ... quando lui fu il più conosciuto anche se non era il più gettonato in Via Fermi.
E oggi chi sarebbe il più conosciuto tra Variati, Hüllweck, Dal Lago e il candidato signorsì?
Ci piacerebbe che ce lo dicessero gli elettori. Quelli, almeno, che andranno a votare.
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