Quotidiano | Categorie: Edilizia

I morti nell'edilizia diminuiscono, ma cresce percentuale di chi muore per caduta dall'alto.

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 5 Marzo 2011 alle 17:20 | 0 commenti

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Mauro Rossato, presidente dell'Osservatorio Sicurezza Sul Lavoro Vega Engineering - Dal 2008 al 2010 è passata dal 38 al 47 per cento. Servono più controlli ispettivi insieme a progetti ed investimenti sulla formazione dei lavoratori (nella foto Mauro Rossato).

Da oltre due decenni ci occupiamo di sicurezza nei luoghi di lavoro e anche per questo abbiamo avviato un Osservatorio per monitorare le morti bianche nel Paese. Una lettura statistica indispensabile per chi vuole capire i rischi e fornire gli strumenti per combattere i pericoli che si incontrano nell'attività lavorativa.

E il risultato è sconfortante soprattutto quando si parla di edilizia. Perché se è vero che il numero delle morti bianche - stando ai dati Fillea Cgil - è diminuito dal 2008 al 2010 (passando da 196 vittime a 160), si continua a morire sempre per le stesse cause. E a ‘trionfare' purtroppo c'è la caduta dall'alto. Nel triennio considerato da Fillea infatti l'incidenza del 38 per cento è arrivata al 47 per cento di tutti i decessi rilevati nelle costruzioni. Una tendenza confermata anche dalle elaborazioni del nostro Osservatorio Sicurezza sul Lavoro.
Un dato drammatico perché è evidente che si tratta di episodi gravissimi. Sono 75 in termini assoluti i morti registrati nel 2010 nel settore per una caduta dall'alto, vale a dire con una media di quasi due alla settimana.
Le notizie delle tragedie che si consumano nei cantieri appaiono nei media, ma l'eco di questi allarmi insieme all'emergenza sicurezza nei luoghi di lavoro nell'edilizia rimangono.
Tra le principali cause di tante tragedie e di tanta disattenzione ci sono spesso la scarsa formazione e sensibilità di chi opera; talvolta, poi, soprattutto nelle realtà più piccole a subire gli infortuni sono gli stessi datori di lavoro.
Ma la vera protagonista delle scene che precedono le disgrazie è la mancata predisposizione di sistemi di accesso e vincolo per effettuare i lavori in quota negli edifici e nelle strutture in genere.
In molti casi il lavoratore, che pure indossa l'imbragatura di sicurezza, non ha modo di vincolarla. E' fondamentale, quindi, che i progettisti e i proprietari degli edifici prevedano sempre idonei sistemi di sicurezza (spesso costituiti da semplici occhielli o dalle cosiddette "linee di vita") da installare in fase di realizzazione degli edifici o durante ristrutturazioni a garanzia di chi, successivamente, effettuerà lavori di manutenzione.
E' quindi fondamentale investire sulle attività di prevenzione e controllo da parte di enti preposti e su nuove e più consistenti iniziative di incentivazione, anche economica da rivolgere alle aziende.

E i datori di lavoro sono i cardini sui quali deve poggiare e muoversi la macchina della sicurezza e della tutela degli edili.
La prima responsabilità dei capitani di piccole e grandi aziende infatti è quella di organizzare preventivamente le attività lavorative scegliendo i sistemi di sicurezza da utilizzare, adeguandoli di volta in volta alle specificità del cantiere. Tutto questo è previsto dalla legge che obbliga ogni azienda a redigere il Pos ovvero il Piano operativo sulla sicurezza.
Certo, spesso si tratta di documenti non conformi, "faldoni" interminabili, prestampati con misure mai applicate. Ed ancora una volta la responsabilità è del datore di lavoro e dei dirigenti che sottovalutano le conseguenze; tralasciando il corretto uso di dispositivi di protezione individuale. Imbragature ed elmetti, infatti, vengono acquistate e fornite, ma troppe volte vengono lasciate dentro un furgone. Prassi e abitudini scorrette che pare possano funzionare esorcizzando il pericolo. Fino a quando arriva la tragedia.
Ecco dunque l'importanza di dare un forte impulso alla concretizzazione del Piano Nazionale della Prevenzione 2010 - 2012 e ai relativi piani regionali.
Obiettivo principale del Piano è il mantenimento dei trend di riduzione degli infortuni mortali e con esiti invalidanti, nell'ottica della riduzione del 15 per cento nel triennio, in linea con quanto previsto a livello europeo. E tra gli interventi c'è proprio la definizione ed attuazione di programmi di informazione, assistenza, formazione e controllo che prevedono tra l'altro la focalizzazione sulle aree di attività lavorativa a maggior rischio a partire da edilizia ed agricoltura.


Per maggiori approfondimenti visita il ns. sito www.vegaengineering.com


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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