I lavoratori muoiono, mentre si assolvono i "padroni"
Mercoledi 30 Novembre 2016 alle 15:32 | 0 commenti
Ieri a Messina c’è stato un gravissimo incidente sul lavoro. Tre lavoratori sono morti mentre stavano eseguendo lavori di manutenzione nella cisterna di un traghetto. Ricordiamo i loro nomi: Gaetano D'Ambra, Christian Micalizzi, Santo Parisi. Un altro lavoratore, Ferdinando Puccio, è gravissimo. Le sue condizioni vengono definite “disperateâ€. L'ennesima tragedia del lavoro in un anno che, pur registrando una piccola diminuzione dei decessi per infortunio rispetto al 2015, conta già circa 600 morti nei luoghi di lavoro (oltre 1250 decessi contando i morti in itinere e sulle strade). È un continuo susseguirsi di tragedie che sembrano senza fine e che non sono in alcun modo dovute al caso o a fatalità , né possono essere considerate “un'emergenzaâ€.
Le cause principali sono le condizioni di lavoro precarie e la colpevole trascuratezza imposte, tollerate e accettate perché questa è, ormai, la normalità . Cause che sono dovute soprattutto a contenere i costi ed ottenere più profitti in una società dove conta più il denaro della vita umana.
Ma ieri è successo un'altro fatto grave. Al processo “Eternit bisâ€, l'accusa dir omicidio volontario all'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, imputato per la morte di 258 persone, è stata trasformata in omicidio colposo. Così sono stati dichiarati prescritti un centinaio di casi e, quanto agli altri, è stata ordinata la trasmissione per competenza territoriale alle procure di Reggio Emilia, Vercelli e Napoli. Gli avvocati di Schmidheiny brindano a quella che definiscono “una grossa vittoriaâ€. La vittoria dei padroni. La stessa che pochi giorni fa si è vista al processo d'appello “Marlane-Marzotto†(oltre cento vittime di tumore su poco più di mille lavoratori) in corso a Catanzaro dove è stata rigettata la richiesta di “rinnovazione della perizia†e, quindi, rifiutando nuove prove determinanti per l'accusa si andrà a un'assoluzione definitiva degli imputati. Sia per l'Eternit, sia per la Marlane-Marzotto non ci sarà giustizia per chi è morto. Ci sarà , invece, l'assoluzione (grazie alla prescrizione o perché non sono state accettate nuove perizie e nuove testimonianze) per i padroni.
Nelle tragedie sul lavoro e per il lavoro non c'è mai (o quasi) un colpevole. Mai. In questa maniera gli unici “colpevoli†sono le vittime. Colpevoli di essere morti. Vi sembra un sistema giusto?
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