"I fedeli di Vicenza" contro Pizziol: "sì a Liddell e gender, no a Messa in latino"
Mercoledi 2 Settembre 2015 alle 18:31 | 2 commenti
Riceviamo una nuova lettera firmata da "I fedeli di Vicenza" in seguito alla presa di posizione del Vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol sullo spettacolo al teatro Olimpico di Angélica Liddell. La premessa alla lettera recita: "Il Vescovo Pizziol all'insegna del relativismo religioso: iniziative pro gender favorite dalla Curia berica e via libera allo spettacolo blasfemo all'Olimpico, mentre a Vicenza città e in Val d'Alpone non viene concessa la Messa richiesta dai fedeli".
Ecco il testo:
Niente di nuovo, anzi il solito desolante orizzonte si pone all'orizzonte dei fedeli di Vicenza e Val d'Alpone in merito alla Messa more antiquo ( mai abolita) liberalizzata nel 2007, concessa e ritirata. Oltre a non applicare la legge vigente la Curia Vicentina va ben: il 6 maggio ha organizzato in Duomo una serata intitolata ''L'Amore Omosessuale'' e il 13 luglio La Voce dei Berici ha organizzato una serata conoscitiva e di approfindimento sul gender, che lo stesso Vescovo Monsignor Beniamino Pizziol ha definito '' una sfida antropologica''. Non ha considerato che il 6 maggio i relatori hanno presentato all'interno del Palazzo Vescovile l'omosessualità come una possibile alternativa che ben si adatterebbe alla morale cristiana e lo stesso dicasi per la conferenza sul gender del 13 luglio a cui è stata invitata la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli. Monsignor Pizziol da poche ore si è espresso in merito alla questione dello spettacolo al Teatro Olimpico apparentemente non perché era suo dovere ma perché costretto dal numero proteste che gli erano giunte (sic!!!). Sostanzialmente Pizziol dice di essersi informato sulla natura dello spettacolo e inneggia alla fine alla libertà di espressione artistica e non solo. Sembra però che l'intento della regista e dell'autrice di questa piece teatrale sia di rivisitare La Lettera di San Paolo ai Corinzi per connotarla di un messaggio ardito, trasgressivo e non conforme a quello della Chiesa, scene di nudo a parte. L'impurità poi è evidente con il prelievo di sangue da uno degli attori in scena. Aggiustamenti e adattamenti per addomesticare la rapressentazione non muterebbero lo stato delle cose: loro hanno già avuto il sold out al botteghino, la pubblicità del mondo mentre i cattolici hanno preso una ulteriore e preziosa occasione di evangelizzazione, dato che l'Ordinario di Vicenza doveva sconsigliare ai propri fedeli di recarsi in Teatro il 18 e 19 settembre. ''Ego vici mundum'', questo diceva il Divin Figlio di Dio''. Ribadiamo ancora che la ''Salus Animarum'', la Salvezza dell'anima, deve essere messa prima di tutto.
Inoltre pretendiamo che le celebrazioni della Messa di San Pio V riprendano in città e nei luoghi in cui è stata legalmente richiesta e che la parrocchia di Ancignano non sia l'unica in cui si possa svolgere. Questo andrebbe contro una legge del Papa e sarebbe quindi un palese abuso. Numersi sacerdoti esterni vi sono pronti a farlo. La Cria ha questa volontà o si limita a giustificare il gender, le coppie omosessuali e l'immoralità di certi scrittori per il teatro?
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