I dati dell'INPS sul lavoro, quelli veri, nel "Report mensile gennaio-agosto 2017" dell'Osservatorio sul precariato
Domenica 22 Ottobre 2017 alle 11:44 | 0 commenti
I dati INPS recentemente pubblicati nel "Report mensile gennaio-agosto 2017" dell'Osservatorio sul precariato, evidenziano (come ormai succede da tempo) come la situazione del lavoro sia tutt'altro che positiva. Sostanzialmente i nuovi rapporti di lavoro registrati nei mesi in esame dimostrano un deciso aumento del lavoro precario e dimostrano l'inefficacia e il fallimento dell'azione governativa nei riguardi di chi vive del proprio lavoro. I dati dell'INPS, inoltre, fotograno un consistente e graduale peggioramento della situazione dal 2015. Questo avviene a dispetto della propaganda governativa e renziana tendente a magnificare i risultati (assolutamente negativi) del "jobs act".
La situazione reale è ben espressa dai numeri che l'INPS pubblica e che vengono riportati nelle tabelle seguenti.
Nuovi rapporti di lavoro | 2015 | 2016 | 2017 |
Assunzioni contratti a tempo indeterminato | 1.186.330 | 822.412 | 793.385 |
Trasformazioni a tempo inderminato da contratti a termine | 290.573 | 181.838 | 189.834 |
Trasformazioni a tempo indeterminato da apprendistato | 54.261 | 55.481 | 49.707 |
Cessazioni contratti a tempo indeterminato | 1.094.680 | 1.030.767 | 1.033.409 |
Assunzioni + Trasformazioni – Cessazioni (a tempo indeterminato) | 436.484 | 28.964 | -483 |
Assunzioni contratti a termine | 2.329.265 | 2.440.328 | 3.081.939 |
Cessazioni contratti a termine | 1.856.503 | 1.808.689 | 2.240.125 |
Assunzioni – Cessazioni contratti a termine | 472.762 | 631.639 | 841.814 |
Per quanto riguarda i licenziamenti, quelli “per giusta causa o giustificato motivo soggettivo†(“ex†articolo 18) sono aumentati passando dai 35.921 del 2015 ai 47.213 del 2016, ai 48.769 del 2017.
La maggiore precarietà dovuta alla crescite sempre più consistente dei contratti a termine e alla cancellazione di garanzie e diritti per quelli a tempo indeterminato viene confermata e resa ancor più drammatica da altri dati che si possono legere nel report dell 'INPS. Il ricorso a rapporti di lavoro a chiamata o intermittenti è “esploso†nel 2017. I numeri riportati in tabella e fotografano una situazione di estremo disagio.
Lavoro a chiamata o intermittente | 2015 | 2016 | 2017 |
a tempo indeterminato | 27.070 | 19.319 | 32.598 |
% sul totale delle nuove assunzioni | 2,28 | 2,35 | 4,11 |
a tempo indeterminato | 120.454 | 121.004 | 277.649 |
% sul totale dei nuovi contratti a termine | 5,17 | 4,96 | 9,01 |
Per quanto riguarda la retribuzione lorda teorica mensile, questa aumenta per i contratti a tempo indeterminato (nel 2017 è calcolata in 2.042 euro, nel 2016 era 1.998 euro) ma cala per i contratti a termine (che sono la grande maggioranza) dai 1.890 euro del 2016 ai 1.844 euro del 2017 (oltre 550 euro all'anno), evidenziando che la questione salariale nel nostro paese è sempre più grave.
Sul fronte della sicurezza sul lavoro, l'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, informa che al 22 ottobre i decessi per infortunio nei luoghi di lavoro sono 541 che diventano oltre 1.100 considerando i morti con mezzo di trasporto comprensivo dell'itinere. L'anno scorso i morti per infortunio erano 528.
I dati dell'INPS sono confermati anche dalle situazioni che si vivono ogni giorno. Le difficili trattative per impedire delocalizzazione e la chiusura della Lovato Gas di Vicenza, gli esuberi annunciati (oltre 4.000 lavoratori) e i tagli salariali e di diritti per chi verrà riassunto (applicando il “jobs actâ€) all'ILVA sono solo due esempi di uno scenario sempre più drammatico per chi vive del proprio lavoro.
In definitiva il lavoro è sempre più precario, a termine, intermittente, mal retribuito e insicuro. Le soluzioni proposte dal governo sono inadeguate, inefficaci e dannose per chi vive del proprio lavoro, mentre vengono richieste e apprezzate da chi sfrutta il lavoro altrui. Gli incentivi alle imprese e le decontribuzioni, infatti, hanno portato profitti ma non sicurezza e stabilità , anzi. Il “jobs act†e gli altri interventi sono fatti con una visione capitalista e liberista e, in definitiva, hanno raggiunto il loro vero obiettivo: maggiore precarietà e sfruttamento. Una situazione che non può essere solo “corretta†da qualche modifica marginale concessa (e considerata ininfluente) da chi oggi possiede la ricchezza del paese, ma che evidenzia come il sistema e il modello di sviluppo attuali siano irriformabili e come sia necessario, per chi vive del proprio lavoro, trasformarli dalle radici.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.