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I comunisti vicentini: stravolta Costituzione, appello per il controsemestre europeo

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 22 Giugno 2014 alle 21:18 | 0 commenti

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Partito dei Comunisti Italiani Vicenza - E così, alla fine, si sono messi d'accordo per stravolgere la Costituzione. Un patto condiviso da PD, Forza Italia e Lega, cioè la stragrande maggioranza dei nominati in parlamento con una legge elettorale dichiarata incostituzionale nei suoi punti principali (liste bloccate e premio di maggioranza), che riduce il Senato a un insieme di 95 nominati in seconda battuta tra consiglieri regionali e  sindaci e 5 dal presidente della Repubblica.

Cento personaggi che avranno, forse, pochi poteri ma saranno là a godersi l'immunità prevista dal patto scritto da Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli. Non c'è che dire: la costituzione italiana viene cambiata da un partito sempre più spostato a destra come il PD, da un personaggio come Calderoli che è stato l'artefice di quella “porcata” che era la legge elettorale prima che fosse dichiarata incostituzionale, da un pluri-inquisito come Berlusconi che è stato condannato in forma definitiva per frode fiscale. Non c'è forse qualcosa di anomalo in tutto questo? Non è strano che le regole e la struttura dello Stato possano essere modificate da tali personaggi?

Adesso, alcuni esponenti del PD protestano timidamente. La ministra Maria Elena Boschi prende le distanze e afferma che l'immunità non era prevista nel testo originario ma che non è determinante. Calderoli dice che, forse, FI non ne era a conoscenza. Scuse inutili. Il danno è fatto perché il testo del patto contiene aberrazioni indegne di un paese civile. Una trasformazione del Senato in un'assemblea formata da una casta di nominati che, combinata con la spaventosa proposta di legge elettorale conosciuta come “italicum” e frutto, anch'essa, di un patto tra Renzi e Berlusconi, ridurrà il nostro paese a una tragica parodia di quella che dovrebbe essere una nazione democratica. Lo fanno in nome della governabilità, ma questi “signori” non sanno né hanno capacità e interesse a governare con regole democratiche. Rispondono solo alle oligarchie e a quei poteri finanziari che hanno deciso che sia utile, per i loro profitti, cancellare i diritti e i principi fissati dalla nostra costituzione. In nome del pareggio di bilancio e dell'austerità.

La sinistra italiana deve alzare la voce. Farsi sentire. Qualcuno lo fa, altri, come un certo numero di parlamentari di SEL al seguito di Gennaro Migliore, saltano sul carro del vincitore Renzi. Bisogna resistere e opporsi a quei patti scellerati che trasformeranno la nostra Repubblica in uno stato comandato da oligarchie e governato da leggi che garantiranno loro un potere immenso.

È necessario farsi sentire e aderire all'appello per il “controsemestre europeo” che inizierà con la manifestazione nazionale del 28 giugno a Roma.

Andiamo a Roma a lottare in difesa della Costituzione, per la sua piena attuazione, contro i Trattati e i diktat dell’Unione Europea, per il lavoro, il reddito, il welfare, contro le oligarchie europee e italiane (in Italia rappresentate dal governo Renzi), contro la guerra alle porte dell’Europa.

 

Di seguito è l’appello e le prime adesioni per il controsemestre popolare e di lotta e la manifestazione nazionale del 28 giugno a Roma contro i Trattati e i diktat dell’Unione Europea, per il lavoro, il reddito, il welfare e contro la guerra alle porte dell’Europa. L’11 luglio a Torino contro il vertice europeo sulla disoccupazione. Sei mesi di mobilitazioni.

Le elezioni europee hanno visto in Italia un risultato in controtendenza con quelli di tutti gli altri paesi devastati dalle politiche di austerità. Il nostro è il solo paese, assieme alla Germania, dove le forze di governo che hanno approvato e gestiscono il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio hanno avuto successo. Questo non solo,per la passività e la paura che la crisi ha diffuso, ma anche perché sinora il confronto e lo scontro politico nel nostro paese hanno ignorato la questione Europa, salvo eccezioni positive che però sinora non hanno cambiato la tendenza di fondo. I rischi ritorno del nazionalismo, della xenofobia sono un altro frutto amaro delle misure di austerità.

Anche le lotte, a differenza degli altri paesi colpiti dalle politiche economiche della Troika , fin qui sono rimaste sul terreno dello scontro immediato e hanno lasciato sullo sfondo la contestazione dei ferrei vincoli che l’austerità europea ha posto alla democrazia e ai diritti sociali e del lavoro.

È ora di superare questa arretratezza italiana, è ora di mettere in campo anche da noi la contestazione nei confronti dell’Unione Europea fondata sui trattati neoliberisti, da Maastricht al Fiscal Compact, e sulle le politiche di austerità, per rompere il dominio sulle nostre vite da parte delle sue istituzioni formali e informali, a cominciare dalla Bce e dalla Troika.

Dal 1° luglio il governo italiano per sei mesi terrà la presidenza dell’Unione Europea. Noi faremo di questo l’occasione per contestare le scelte politiche e le istituzioni dell’Ue, vogliamo che in Italia cresca un movimento convergente con quelli di tutti i paesi europei, per costruire un’alternativa politica, sociale ed economica ai Trattati dell’Unione Europea.
Per tutti i centri di potere economico, finanziario e politico il semestre italiano sarà l’occasione per continuare nell’austerità con i suoi terribili vincoli, mascherandola con una finta ridiscussione degli obblighi comunitari. Per il potere sarà l’occasione per rilanciare le controriforme liberiste e autoritarie presentandole con lo slogan “lo vuole l’Europa”.
Per noi questo semestre deve essere l’occasione per organizzare l’informazione e la mobilitazione contro l’UE e l’asservimento del governo ai diktat della Troika, per mobilitarci contro le politiche del lavoro che hanno portato alla riforma Fornero delle pensioni e al Jobs act, tutte ispirate dalla politica di precarizzazione e distruzione dei diritti del lavoro decisa dall’UE. Per mobilitarci contro la disoccupazione di massa, la precarietà, i licenziamenti e le delocalizzazioni. Per dire basta alla schiavitù e alle deportazioni dei migranti. Per fermare le privatizzazioni e la distruzione dei servizi pubblici e dei beni comuni. Per fermare la devastazione ambientale nel nome delle grandi opere. Per fermare gli sfratti e i pignoramenti. In tutti i paesi dell’UE si portano avanti queste politiche, per questo il nostro NO vale per l’Italia e vale per tutti i paesi europei. Noi vogliamo la fine immediata delle politiche di austerità e rigore e per questo è necessario che crolli tutta l’impalcatura di trattati e vincoli che vengono usati dai governi per sostenere queste politiche di distruzione sociale. Chiediamo e ci mobilitiamo per far si che l’Italia denunci unilateralmente il Fiscal compact e il Mes con tutti i regolamenti ad essi collegati, che hanno accentrato il potere decisionale delle politiche pubbliche nelle mani di una oligarchia che risponde solo ai mercati. Chiediamo che venga cancellato il pareggio di bilancio iscritto con i voti del Pd e del PdL in Costituzione. Chiediamo la rottura di tutti i vincoli e le compatibilità che nel nome del rigore ci hanno portato a questo disastro sociale. Vogliamo costruire una politica che riconquisti i diritti democratici su tutti i principali strumenti della economia, dalla gestione del debito pubblico all’uso della moneta per varare politiche di espansione dell’occupazione, di riconversione ecologica delle produzioni, per la garanzia dei servizi pubblici e dei diritti sociali, per lo sviluppo del welfare e l’autodeterminazione delle donne.

Noi rivendichiamo Costruiamo la mobilitazione e la lotta popolare per un programma immediato per il lavoro che cancelli la legge Fornero sulle pensioni e tutte le leggi sulla precarietà, che blocchi i licenziamenti nel privato come nel pubblico, che fermi le delocalizzazioni e le esternalizzazioni. Che restituisca salute e dignità al lavoro. Che garantisca un reddito a tutti i disoccupati.

Noi vogliamo costruire Costruiamo la mobilitazione e la lotta popolare per la democrazia, distrutta attaccata dal sistema di potere autoritario ed oligarchico che, nel nome dell’Europa, calpesta gli stessi principi costituzionali con leggi elettorali truffa e nei luoghi di lavoro con accordi come quello firmato da Cgil Cisl Uil e Confindustria il 10 gennaio, che viola la Costituzione affermando che solo chi firma gli accordi ha diritto alla rappresentanza.

Noi crediamo sia necessario che il semestre italiano divenga un Controsemestre Popolare e di Lotta nel quale i principi, le istituzioni e i poteri che sono a capo delle politiche d’austerità vengano contestati punto per punto, momento per momento. Costruiamo un fronte ampio delle forze politiche, sindacali e sociali affinché il semestre del governo italiano in Europa diventi un Controsemestre popolare che contrasta con la mobilitazione e la lotta le istituzioni, i poteri dell’Ue e le varie politiche di austerità.

Vogliamo riprendere la lotta per la pace e contro la politica di guerra e di riarmo che è perseguita con determinazione sempre più aggressiva da parte dell’Unione Europea subalterna agli Usa e alla Nato. Ora, dopo la Jugoslavia, la Ue e la Nato delocalizzano una nuova guerra ai propri confini, in Ucraina.

Proponiamo quindi a tutte e tutti coloro che hanno partecipato alle mobilitazioni di questi anni e che oggi lottano, di costruire assieme un percorso comune per tutti questi sei mesi, nel pieno rispetto, anzi riconoscendo il valore, delle diverse pratiche, esperienze e culture e valorizzando anche l’articolazione delle iniziative. E nella comune forte solidarietà con chi è colpito dalla repressione.

Proponiamo quindi una manifestazione nazionale con corteo a Roma il 28 giugno per inaugurare così il Controsemestre popolare. Vogliamo accompagnare questo appuntamento con incontri e confronti tra tutte le forze e le persone che si oppongono all’austerità, ai Trattati Europei e ai governi che la perseguono. L’11 luglio saremo in piazza a Torino contro il summit dei governi europei sulla precarietà e la disoccupazione di massa.

Il Controsemestre dovrà continuare con iniziative e confronti, lotte e mobilitazioni sia territoriali che nazionali che percorrano tutti i prossimi mesi. Dobbiamo per la prima volta far davvero sentire in Europa la voce di un popolo che sta con coloro che, a partire dalla Grecia, subiscono e combattono i diktat della Troika. Il Presidente del Consiglio Renzi ci accusa di essere dei “gufi” che si augurano il suo fallimento e quello delle politiche che persegue. Occorre dimostrare che chi lotta non fa sconti a nessuno.

 

Le prime adesioni all’appello:

Usb

Il Sindacato è un’altra cosa/Cgil

Cub Lazio

Sbm (Trento)

Cobas Sanità (Venezia)

Asia – Usb

Partito dei Comunisti Italiani

Ross@
Noi Saremo Tutto

campagna “Noi restiamo”

Forum dei Movimenti per l’Acqua pubblica

Nicoletta Dosio ed altri militanti movimento No Tav

Movimento Immigrati e Rifugiati

Lavoratori Autorganizzati Mef

Partito Comunista dei Lavoratori

Partito della Rifondazione Comunista

Rete dei Comunisti

Sinistra Anticapitalista

Carc

Piattaforma Comunista

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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