Halloween e vecchia Orca, americanizzazione e Dal Molin
Lunedi 31 Ottobre 2011 alle 18:56 | 0 commenti
Riceviamo da Davide Lovat, Progetto Veneto, e pubblichiamo.
In relazione alla corrente corruzione morale, propongo una riflessione sul valore della nostra tradizione di commemorare i defunti e di onorare i santi, una tradizione minacciata innanzitutto da una classe politica composta in parte da persone inette, impreparate, immorali e quindi inevitabilmente irresponsabili, al punto da non saper impedire lo stupro culturale che stiamo subendo ogni anno in misura crescente in occasione della ricorrenza di Ognissanti.
La prendo alla larga, come un ragno che tesse la tela dai lati verso il centro. Ho coniato il termine "vecchia Orca" per definire la Lega Nord nel suo scadimento, in analogia con la "Balena bianca" che definiva la DC nella sua forma degenerata. Pensando a chi ha avallato e addirittura promosso il raddoppio della base americana presso l'aeroporto Dal Molin, a chi comanda dominando la Lega Nord di Vicenza, il termine "vecchia Orca" assume un doppio senso, comico ed esilarante. Visto che siamo ad Halloween, la "festa delle zucche vuote" imposta dall'imperialismo consumistico americano, parlare di orchi e streghe sembra appropriato, nonostante la tristezza che viene constatando come si perda il valore delle nostre tradizioni. Almeno io ho la coscienza a posto, essendo l'unico tra i leghisti di allora che protestò platealmente, dando voce a tanti indignati silenziosi con un lungo articolo in prima pagina del Giornale di Vicenza (26/7/2006), contro la svendita della nostra dignità di veneti, e di cristiani cattolici apostolici, al dominio del denaro e delle armi dei post-calvinisti americani.
Questo per dire che una cattiva politica non deve essere sostituita dall'antipolitica, cavalcata da taluni nuovi movimenti, ma deve stimolare l'impegno per cercare forme nuove di buona politica in senso democratico, per permettere al popolo, per esempio, di continuare a contrapporre alla "festa delle zucche vuote" il valore della memoria di coloro che ci hanno trasmesso la vita, che non sono più tra noi e senza i quali non saremmo mai nati; di coloro che sono adesso, da morti, ciò che saremo noi tra pochi anni, e forse prima; il valore della riflessione, almeno una volta all'anno, sulla nostra provvisorietà , sul privilegio straordinario di vivere per un breve lasso di tempo aperto verso l'eternità , in confronto all'alternativa del nulla; di meditare sul senso della vita e sul limite imposto dalla morte che è destino comune a tutti. Questa è cultura, questa è civiltà ; non la mortificazione dell'intelligenza in cambio di una mascherata idiota come quella di questo assurdo Halloween. E queste sono le riflessioni di fondo che dovrebbero animare innanzitutto quelli che hanno l'ambizione di servire il popolo attraverso il potere politico che, ricordiamolo, in democrazia è potere delegato: prima di pensare ai ritorni economici o geostrategici a breve termine di una qualsiasi operazione, si devono valutare i possibili effetti, soprattutto culturali, che ogni decisione comporta sul medio e lungo termine. Rammentando che il fine della politica non è l'utile economico, bensì il bene comune che, talvolta, da esso si discosta. Aver chinato testa, schiena e calato le mutande davanti agli americani che, imponendo la loro cultura consumista e superficiale fondata sul debito finanziario, continuano a far pesare oltre ogni ragionevole termine storico il prezzo della liberazione dalla dittatura fascista, e averlo fatto addirittura con soddisfazione e con atteggiamento sprezzante verso chi legittimamente dissentiva, rimane una macchia indelebile nell'azione politica, tra le tante meno conosciute, sul muso della "vecchia Orca".
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