Il governo riveda le norme sulle rinnovabili e azzeri ritorno al nucleare:Rui e Zentile,Prc FdS
Martedi 15 Marzo 2011 alle 23:08 | 0 commenti
Irene Rui e Guido Zentile, Prc, FdS - Il Decreto Romani riguardante le energie rinnovabili se da un lato toglie il tetto massimo di 8mila mega-watt per gli impianti fotovoltaici dall'altro pone seri problemi all'indotto dell'economia verde che si è sviluppato soprattutto nel Veneto, la cui Regione presenta la metà degli addetti del sistema. Pone problemi anche al vicentino con i suoi 20mila addetti. Il decreto Romani pone come data termine per usufruire degli incentivi, il 31 maggio.
Con questo atto si interrompe il sistema di incentivazione all'uso dell'energia solare ponendo in crisi tutta la filiera del fotovoltaico, creando disoccupazione, incertezza per molti lavoratori e famiglie sul proprio futuro, proprio nel momento in cui non è superata la crisi occupazionale. Una gran parte delle 20mila persone occupate nella filiera, rischiano di rimanere a casa. 20mila occupati tra operai, artigiani e settore terziario, lavoratori altamente professionalizzati, difficilmente impiegabili in altri settori. Giovani professionisti con lauree specifiche nel settore, precari che si vedrebbero non solo non confermare il contratto, ma anche venir meno la possibilità di un impiego a tempo indeterminato. Tutti quei lavoratori, a cui va tutto il nostro sostegno, che stavano manifestando ieri a Padova in P.zza Mazzini.
Gli investimenti e gli incentivi per le fonti rinnovabili, avevano aiutato e incentivato il crescere dell'industria del settore fotovoltaico e dei pannelli solari, dando una boccata di ossigeno al sistema occupazionale in crisi. Nel Veneto aveva portato allo svilupparsi di 80 aziende principali più un indotto per un totale di 20mila persone occupate e con un fatturato di 2 miliardi di Euro nel 2010, un vero rilancio dell'economia della Regione. Nel 2011 a causa di scelte governative diverse, in cui si preferisce spostare gli incentivi al fotovoltaico al fondo per l'energia nucleare, è stato posto il termine del 31 maggio 2011 per l'entrata in esercizio degli impianti richiesti e poter usufruire degli incentivi, ma molte aziende e privati, pur avendo investito, non sono in grado di poter essere operativi per quella data.
Ci chiediamo se sia saggio mettere in crisi un'economia per intraprendere una strada che l'Europa, compreso i Paesi confinanti, dopo gli ultimi avvenimenti in Giappone, sta pensando di interrompere. Forse il Governo dovrebbe guardare di più a ciò che sta accadendo nel mondo e non essere miope mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro per accontentare i propri amici francesi.
Siamo dell'idea che non si può mettere in crisi l'economia nascente attorno al sistema solare, pur essendo convinti che va regolamentato, visto che l'uso improprio delle fonti rinnovabili, cioè non come alternative, ma come business, sta creando parecchi problemi. Problemi che vanno risolti con un atto politico e normativo che definisca come e dove vanno installati i panelli fotovoltaici e solari nel rispetto dell'ambiente. Bloccare gli incentivi non risolve, bensì creerà ulteriore disoccupazione e blocco al ricorso all'energia alternativa per molte famiglie, essendo il costo degli impianti ancora molto elevato. Per contro l'investimento nell'energia nucleare, comporterà - e il Giappone ce lo sta mostrando - gravi rischi per la salute e l'incolumità delle persone.
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