Governo: addio nucleare? No, addio referendum
Martedi 19 Aprile 2011 alle 23:46 | 0 commenti
Rassegna.it - L'esecutivo abroga tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari nel paese. E rinvia di un anno le decisioni sulla strategia energetica. Pd: "Toglie la parola agli elettori. Ha paura del referendum".
Il governo rinuncia al programma nucleare e opta per l'abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nel paese. Un emendamento presentato dall'esecutivo al decreto legge omnibus, attualmente all'esame dell'aula del Senato, prevede infatti lo stop alla realizzazione delle centrali, e supera la moratoria già prevista dal Consiglio dei ministri sull'onda dell'effetto Fukushima.
Si configura dunque una vera e propria abrogazione dei programmi. Alcuni parlamentari citati dalle agenzie di stampa ritengono che l'emendamento potrebbe rendere superato il referendum previsto per il 12 giugno.
Con la proposta di modifica, il governo propone testualmente "l'abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari" e di non procedere "alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare".
Allo stesso tempo il governo sposta di un anno qualsiasi valutazione sulle strategie energetiche nazionali: "Entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge" - si legge nell'emendamento - il consiglio dei ministri "adotta la strategia energetica nazionale" nella definizione della quale "il consiglio dei ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione Europea e a livello internazionale" in materia "di scenari energetici e ambientali".
Le opposizioni sottolineano l'importanza della marcia indietro, ma fanno notare che con questa mossa l'esecutivo tenta di sabotare il referendum di giugno. I senatori Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante sostengono che "il governo vigliaccamente toglie la parola agli elettori" e dice "addio al referendum". "E addio anche -aggiungono- alla moratoria di un anno, perché la procedura viene semplicemente sospesa sine die, in attesa forse di tempi migliori e sicuramente dopo avere aggirato l'ostacolo del referendum che avrebbe bocciato l'avventura nuclearista del governo'.
'La paura fa novanta -sostengono i senatori Pd- e il governo pavido preferisce far saltare il quesito referendario, nel fondato timore che la bocciatura degli elettori fosse la pietra tombale sull'assurdo e pericoloso ritorno delle centrali atomiche nel nostro paese. Quella del governo -concludono i senatori- non è altro che una legge truffa in salsa nucleare, ma considerando che tutti i maggiori paesi si avviano a uscire dall'energia atomica, questo trucchetto è il definitivo harakiri dei nuclearisti nostrani".
Ricordiamo che i quesiti referendari del 12 giugno riguardano anche la privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali e l'abrogazione della norma sul legittimo impedimento. Secondo il deputato democratico Dario Ginefra "si cerca di non far raggiungere il quorum al referendum per timore che possa essere abrogata la norma sul legittimo impedimento e si lascia il paese senza un Piano energetico".
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