Gli Infermieri da sempre al fianco dei cittadini per identificare e rispondere ai bisogni di salute
Sabato 20 Novembre 2010 alle 10:38 | 0 commenti
Nursind - Il segretario nazionale Nursind, Andrea Bottega al Ministro della Salute Fazio: "C'è forte preoccupazione per le ricorrenti strumentali polemiche da parte di settori della professione medica contro le competenze delle altre professioni sanitarie. Si badi di più all'interesse generale dei cittadini che a mantenere privilegi di casta"
"Il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, segue con forte preoccupazione l'attacco cui è sottoposta la professione infermieristica da parte di alcuni settori professionali e sindacali medici - afferma il Segretario Nazionale Nursind dott. Andrea Bottega in una lettera inviata al Ministro della salute dott. Fazio e al Direttore Generale delle Professioni sanitarie dott. Giovanni Leonardi - nella convinzione che tale attacco sia pretestuoso e controproducente per la sanità italiana in generale. Ciò cui tutti i professionisti sanitari devono tendere è l'interesse del bene dell'assistito e non la sua strumentalizzazione per mantenere privilegi di casta o per propaganda sindacale in mancanza di contratti da sottoscrivere."
Il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che rappresenta la categoria infermieristica nel mondo del lavoro, ricorda al Ministro l'evoluzione formativa e dell'esercizio professionale infermieristico che ha permesso ad oggi una più adeguata risposta ai bisogni di salute dei cittadini.
"A questi professionisti infermieri - continua il segretario nazionale - è stata chiesta maggiore formazione (dalle scuole regionali alla formazione universitaria presso la Facoltà di medicina e chirurgia), maggiori competenze (dal mansionario al profilo professionale), maggiore integrazione nel percorso terapeutico-assistenziale con ambiti autonomi di intervento (dall'ausiliarietà all'autonomia professionale e all'assunzione diretta di responsabilità ), maggiore flessibilità (approfondimenti conoscitivi ed esperienziali in ambiti specifici e nello stesso tempo versatilità nell'impiego in diverse strutture e unità operative)."
Inoltre, i cambiamenti nell'organizzazione del lavoro delle strutture ospedaliere e territoriali hanno investito direttamente queste figure professionali mentre i cambiamenti per la categoria medica sono stati meno rilevanti.
"Oggi l'infermiere è un professionista integrato nel sistema dell'erogazione delle cure responsabile autonomamente per quanto di sua competenza che collabora con tutte le figure sanitarie, tecniche, professionali e amministrative presenti nella struttura di appartenenza."
Pur non volendo polemizzare sugli esposti fatti in alcune procure della repubblica e la richiesta avanzata da un sindacato medico, il Nursind si chiede: "perché solo dopo vent'anni dall'abolizione del mansionario l'esercizio della profesione infermieristica è messo in dubbio? Perché, in mancanza di dati sfavorevoli sull'incidenza di eventuali errori derivanti dall'attività infermieristica, si procede a un attacco mediatico e giudiziario a priori su questioni di sistema, di norme, di procedure collaudate nel tempo e formalizzanti quanto già avviene in molte realtà , ventilando pericoli per la popolazione? Quale realtà clinica hanno visto finora questi rappresentanti dei medici?"
"Come organizzazione sindacale di categoria - continua il dott. Bottega - non pensiamo sia nell'interesse della salute dei cittadini considerare l'infermiere un subalterno o un estraneo alle pratiche sanitarie. Riteniamo che tali polemiche siano strumentali a difendere posizioni vetuste di casta (la libera professione solo per i medici, la permanenza in servizio a oltranza, la difesa di uno status dirigenziale per tutti i medici anche chi non dirige nulla, l'arroccamento su un'area contrattuale autonoma incontaminabile da altre figure dirigenziali, l'esclusività di ogni decisione all'interno dell'ambito sanitario, ...) e che lo scontro tra professionisti sia uno spettacolo che offenda più i protagonisti (i medici che quotidianamente affrontano i problemi delle corsie o dei pronto soccorso) che gli spettatori (i cittadini).
Tuttavia desideriamo essere chiari nella difesa della dignità di una professione che da sempre è vicina alle persone ed è molto spesso la prima ad evidenziare le alterazioni dello stato di salute che abbisognano di trattamento o di supporto."
Il Nursind nel dichiararsi disponibile al confronto sul tema delle competenze non ritiene che la questione debba risolversi in un'aula di tribunale o in una normativa ad hoc che riporti l'esercizio della nostra professione agli anni ‘70.
"Diversamente, se saranno prese altre strade, chiederemo ai nostri iscritti e a quanti non condividono questo attacco nelle corsie degli ospedali e nelle organizzazioni dei servizi di limitarsi a chiamare i medici per la risposta a qualsiasi bisogno di salute."
Per evitare ciò, il Nursind ha chiesto al Ministro di tutelare le professioni sanitarie non mediche garantendone la valorizzazione sulla base di quanto il legislatore ha già stabilito per il loro esercizio professionale e di impegnarsi perché le organizzazioni sanitarie del nostro paese possano avvalersi appieno delle competenze infermieristiche al fine di offrire sempre migliori servizi ai cittadini-utenti.
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