Inchieste | Categorie: Politica

Giulietto Chiesa, la sinistra e il ruolo delle analisi

Di Alessio Mannino Lunedi 10 Agosto 2009 alle 08:00 | 0 commenti

 

Pubblichiamo qui di seguito nuove adesioni all’Appello per la dignità di Vicenza. In coda, una risposta al lettore Maino e una riflessione che trae spunto dall’appoggio di Giulietto Chiesa, a firma Alessio Mannino.

 

 

A parte qualche passaggio un pò forzato, comunque condivido il documento 'Appello alla dignità di Vicenza'. Una chiosa: ma anche Bush non voleva 'pacificare' l'Iraq? Vuoi che i nostri baldi tre moschettieri - che però si schierano con il cardinale Richelieu - non riescano a 'pacificare' Vicenza? Probabilmente riusciranno nel loro intento - l'Amministrazione Variati è dopotutto un incidente di percorso... - perchè Vicenza è una città senza dignità.

Alessandro Furlan

 

 

Questo appello non può che trovarmi d'accordo. Nel merito e nel metodo, la scelta di fare una nuova base militare a Vicenza è una cartina di tornasole di un modello di civiltà basato sull'apparire del più forte, dove per essere forti bisogna consumare. Per consumare occorrono i soldi, i propri ma soprattutto quelli degli altri, facendo terra bruciata attorno, senza preoccuparsi se poi si diventa consumati e non esiste più la ricchezza per trovare i rimedi necessari ai danni fatti oggi e alle generazioni future.
Stupisce inoltre il fatto che il vicentino, ex (fino a che punto) sacrestia d'Italia, terra di devoti osservanti e praticanti, si ritrovi a dover scendere a compromessi (il patto per Vicenza) con l'impersonificazione del male, dimenticando l'insegnamento della vita di Cristo, dove non mancano esempi di rifiuto di modelli di vita basati sul consumismo di ogni genere e non sui valori, e per  i quali egli stesso è stato messo in croce. La vita di quest'uomo, come quella di altri, Martin Luther King, Gandhi, San Francesco, dimostra però che si possono vincere delle lotte, all'apparenza impossibili, senza ricorrere alla violenza ma con la disobbedienza civile, con  il boicottaggio, con il voto, però occorre essere uniti. Sta ai vicentini quindi la saggezza nelle scelte future.

Eugenio Berti

 

 

Continuo a leggervi anche se da qualche tempo ho molto diradato i miei commenti alla Sberla e non scrivo più mail ad Alessio. Chissenefrega, direte, e fate benissimo. Però ho deciso di scrivervi adesso, e di farlo a tutti e due con una sola lettera, per dirvi alcune cose. Fatene l’uso che credete, potete anche pubblicare la mia e le vostre considerazioni, anche se non aspiro certo a far nascere un dibattito. Se vi ricordate di me, sapete che collaboro con l’università di Padova principalmente e con altri atenei con il gruppo di studio Mediawork che si occupa di una serie di ricerche sui media locali e nazionali; visto che abito a Schio, da una decina d’anni lavoro nel territorio vicentino e quindi ho ormai una lunga conoscenza del mondo del giornalismo locale, su cui voi scrivete molto, e di cui fate parte. Ho sempre apprezzato, da quando vi ho conosciuti, il vostro stile chiaro e diretto, e in molti casi ve l’ho scritto; in altri ho criticato le vostre idee e le vostre prese di posizione. Oggi scrivo ad entrambi per due motivi. Il primo è che sottoscrivo il vostro appello alla dignità sul caso Dal Molin; sono sempre stato contrario alla nuova base americana e mi trovo d’accordo con le vostre posizioni. Il secondo è che, passatemi il termine forte e improprio, non vi reggo più. Vi spiego: ho sempre avuto a cuore la cosiddetta "controinformazione", ma sono arrivato a capire che quella che fate voi, o meglio, come la intendete voi è solo un’altra cosa. Perché? Perchè leggendovi trovo solo una serie di commenti, peraltro spesso - Alessio - sugli stessi argomenti. Il vostro, da come lo intendo io, non è giornalismo, ma commento a quello che scrivono i giornalisti. Voi, negli ultimi mesi, non avere fatto i giornalisti, ma i commentatori. Spesso, di quello che fanno i giornalisti. Perché i giornalisti cronisti raccontano fatti, e leggendovi io di fatti non ne trovo, ma solo interpretazioni, al massimo retroscena. Insomma, punti di vista, che alla fine mi hanno molto stancato. Che senso ha criticare il Giornale di Vicenza o il Corriere del Veneto per come danno le notizie, se voi di notizie non ne date mai? È come fa Emilio Franzina: mi sono comprato il suo Librogiornale, ma vi ho trovato spesso acredine, e nessuna idea nuova su niente. Da un politico di opposizione mi aspetto non solo critiche ma anche progetti. Da lui zero. Come dai giornalisti mi aspetto che mi raccontino qualcosa, non che critichino i loro colleghi dei giornali perché non fanno bene il loro mestiere. Bella forza, voi così non lo fate! Fatemi sapere cosa ne pensate.

Con immutata stima,

Sergio Maino - Schio (VI)

 

 

Ringrazio Furlan, lui militante dell’esangue Partito Democratico berico, per il coraggio di esporsi aderendo all’Appello. Berti, attivista del Comitato Più Democrazia, tocca un problema che dovrebbe interrogare la coscienza dei cattolici: come si fa a conciliare la fede nel Vangelo con l’acquiescenza verso un modo di vivere che a Dio sostituisce Mammona, e per di più lo fa sulla punta delle baionette americane (e, ahinoi, anche nostre, vedi Afghanistan)? Perciò rinnovo il mio invito: cristiani vicentini degni di questo nome, fatevi sentire.

Quanto a Sergio Maino, che ha inviato una lettera via posta elettronica sia al sottoscritto che a Marco Milioni co-firmatario dell’Appello, si tratta di un nostro assiduo lettore di vecchia data, col quale in passato c’è stato un vivace scambio d’opinioni sul giornalismo locale. Ringrazio anche lui, naturalmente, per sottoscrivere il documento mio e di Milioni. A lui rispondo che io scrivo su un settimanale,  e un settimanale ha la funzione di fare approfondimento. Ovvero rendo noti aspetti rimasti ignoti o meno battuti. VicenzaPiù non è un quotidiano, così come non lo è La Sberla (che è un blog). Non facciamo cronaca. Siamo dotati di un organico che non può gareggiare col Giornale di Vicenza, ma neppure col Corriere del Veneto o il Gazzettino. Ma domando: La Domenica di Vicenza dà più notizie? O forse lo fa la Voce dei Berici? Questo per fare i paragoni coi nostri omologhi più prossimi, cioè un paragone corretto. Qualche scoop l'ho messo a segno, se è questo che Maino cerca. Il più importante dei quali è la pubblicazione, carte alla mano, della prova principe che esiste la famosa lobby incentrata sui proprietari di peso del GdV, altrimenti detto "piano Borra" per accaparrarsi il gas di Aim, l'affare degli affari in città. In passato ho firmato inchieste sui partiti in città (l'ultima in ordine di tempo sul Pd attualmente al governo con Variati), su Amcps, sul Cis, sull'autostrada Brescia-Padova, sull'Ipab, su Palladio Finanziaria, su Vicenza Futura e il nuovo stadio, sul Presidio di Rosà, sull'ospedale unico di Santorso, sulla Tav, per non parlare della mia specialità, i poteri forti. Penso di essere uno dei primi a denunciare la sciagurata operazione Marghera, poi deflagrata nell’indagine giudiziaria contro l’ex cda di Aim e il faccendiere Carlo Valle. E per non dire di reportages (Campo Marzo, o più addietro le notti vicentine a base di lapdance e privè) e interviste esclusive (quella a Beppe Rossi, ex presidente Aim, o all’ex advisor Giglioli, proprio in questi giorni tornato nell’occhio del ciclone, o ancora la prima rilasciata da Matteo Quero dopo la quarantena seguita alle dimissioni causa alcol-test) dentro cui di notizie ce n’erano eccome.

Il commento è l'anima dell'informazione critica, perchè rende possibile, per l'appunto, la critica. In più, occorre contestualizzare: il mio è un commento strutturato e che tiene conto dei fatti: è analisi. Le analisi, a Vicenza, non le fa nessuno. Travaglio, nel libro "La scomparsa dei fatti", sostiene a ragione che la stampa italiana è povera soprattutto di questo tipo di articoli, che all’inchiesta aggiunge il vivificante surplus di dare un senso alle notizie, che altrimenti restano lettera morta, o facili prede di strumentalizzazioni. Detto questo, do atto a Maino che ultimamente, almeno per quanto mi riguarda, analisi e opinioni hanno preso il sopravvento. Si tranquillizzi: dopo la pausa estiva, provvederò a riprender quota con le inchieste. Tuttavia, non ci venga a raccontare che un giornalista non può criticare un altro giornalista, sempre che lo faccia a viso aperto e con argomenti solidi: anche questo è giornalismo, perchè smaschera quello propenso al servilismo di cui a Vicenza abbiamo esempi. In ogni caso, caro Maino, quando vuole sono disponibile per parlarne, magari davanti ad un caffè. preclari

Ultima cosa. Giulietto Chiesa, forse il miglior analista di geopolitica internazionale in Italia, ha segnalato l’Appello sul suo sito di controinformazione, Megachip. La sua adesione non stupisce. Chiesa è un pacifista e si dice ancora di sinistra pur non nascondendo a sé e ai suoi lettori il disfacimento morale e politico di ciò che nel nostro Paese è definito con questa etichetta. Noi non siamo né pacifisti né di sinistra, ma riconosciamo in lui l’onestà e soprattutto il coraggio intellettuale di non edulcorare i fatti, e di chiamarli col loro nome. Chiesa chiama Impero gli Usa, sostiene che lo Sviluppo sia ormai un male in sé, constata che la democrazia rappresentativa rappresenta solo comitati d’affari trasversali, non si fa abbindolare dal clima di ottimismo idiota generato dall’elezione di Obama, conosce la questione del signoraggio bancario, e last but not least parla un linguaggio franco, diretto, senza paura di fare nomi e cognomi nell’individuare i colpevoli della crisi di valori e d’idee all’origine di quella economica. Invece la sinistra italiana, di cui quella vicentina è la copia sbiadita, è in buona parte un coacervo di pusillanimi, ipocriti, illusi, ottusi ed infantili soldatini che seguono imperterriti parole d’ordine vuote e irreali (lo sviluppo "sostenibile", l’intoccabilità del sistema finanziario, la pace avulsa dai rapporti di forza, i partiti come depositari della sovranità popolare). A Chiesa, se ci si consente l’ardire, chiederemmo di fare il salto e abbandonare ogni residuo orpello ideologico da ex apparatchick comunista. Alla sinistra, più schiettamente, consigliamo di stare a sentire più Chiesa e meno Bersani.

 

 

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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