Gianni Zonin vende i suoi beni e la moglie compra. Su proroga aumento BPVi decide BCE
Domenica 3 Aprile 2016 alle 12:34 | 0 commenti
Prorogare l’aumento Pop Vicenza? Solo con l’approvazione della Bce.
di Mario Gerevini, Il Corriere della Sera
Mentre emerge il decisivo «dettaglio» che nessuna proroga all’aumento della Banca Popolare Vicenza può essere disposta senza l’autorizzazione della Bce, Gianni Zonin vende ancora i suoi beni. E la moglie (nella foto) compra. Anche il bar di Gambellara (Vi), paese natale dell’ex banchiere. Per ora è scongiurata (ma non esclusa) l’azione di responsabilità per eventuali illeciti di amministratori, sindaci e manager nella gestione della banca. E non è detto che le mosse dell’ex presidente della Popolare abbiano a che fare con timori di rivalse risarcitorie. Ma le voci che stia vendendo il vendibile, dopo le dimissioni a novembre dalla banca, trovano nuove conferme. Prima infatti si è parzialmente sfilato dal gruppo di famiglia, la Casa Vinicola Zonin, passando il testimone e il controllo ai figli. Poi si apprende che ha ceduto alla moglie per 325mila euro una porzione di immobile adibito a bar a Gambellara.
E lo stesso ha fatto con la grande «Tenuta Rocca di Montemassi», in Toscana, cedendo il 2% alla moglie Silvana Zuffellato (già suo il resto del capitale) che ha pagato 344mila euro con un bonifico partito dal conto nella filiale della Popolare Vicenza in Contrà Porti ed entrato nel conto del marito alla stessa filiale. Là dove Zonin avrebbe anche la gestione titoli. Per esempio, quante azioni ha della banca? Esattamente 51.920, invendibili per ora. E anche lui subisce una drastica minusvalenza: almeno 3 milioni. Ancor di più la moglie e poi figli, parenti, aziende. Il totale degli Zonin-Zuffellato fa quasi 20 milioni di perdite. Tanto ma solo una parte del patrimonio.
Intanto sull’azione di responsabilità , mai davvero voluta dal cda della Vicenza e stoppata sabato scorso in assemblea dalle astensioni, è tornato con durezza il viceministro all’Economia, Enrico Zanetti, secondo il quale «hanno fatto un errore di valutazione gravissimo e sarà bene che lo ammettano al più presto». Una replica al presidente della banca, Stefano Dolcetta, che al Gazzettino sottolineava come l’azione di responsabilità non è affatto «un capitolo chiuso». Capitolo caldo è invece l’aumento di capitale. Mentre tre consiglieri, su richiesta di Borsa Italiana, si sono dimessi per elevare lo standing tecnico del cda, l’avvio dell’aumento è fissato, ad oggi, per il 18 aprile. E a quanto risulta dagli accordi di pre-garanzia, la proroga è possibile ma solo se stabilita congiuntamente da Vicenza e Unicredit «con l’approvazione della Bce».
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