Giacomo Possamai (PD) propone il modello della Fab City per rilanciare Vicenza
Mercoledi 25 Ottobre 2017 alle 12:06 | 3 commenti
Riceviamo da Giacomo Possamai, candidato sindaco di Vicenza alle primarie del Partito Democratico del 3 dicembre, una nota interessante e propositiva sul ruolo della nostra città e del Veneto: "Vicenza ha perso in questi ultimi dieci anni identità e fiducia. Eravamo la città della Popolare, eravamo quella dell'oro e prima ancora della meccanica. Oggi abbiamo il dovere di recuperare per Vicenza un ruolo, che è quello di un territorio con un'identità spiccatamente manifatturiera. Lo è più di qualsiasi altro centro veneto, forse dell'intero Nord del nostro Paese. Non fosse altro perché Vicenza conta due delle acciaierie più importanti di Italia."
"Qui le fabbriche ci sono ancora, hanno un impatto fisico, si vedono, esistono - prosegue Possamai. Le produzioni sono di alta qualità , fortemente ingegnerizzate: non parliamo solo della meccanica, ma anche della chimica, del farmaceutico e del tessile. Se questo è il nostro patrimonio, il ruolo di chi svolge una politica per il futuro deve essere quello di renderlo un valore. Un patrimonio che non rende si svaluta, e questo è il nostro rischio reale. Un rischio che si traduce con la migrazione. Il Veneto ha un tasso migratorio negativo, Vicenza perde circa 12 giovani ogni giorno: noi non siamo attrattivi come altri e le risorse che riusciamo ad intercettare non compensano quelle che se ne vanno. Restituire alla città il ruolo che le compete, è, dunque, interesse primario dei giovani, dei genitori di questi giovani che qui non percepiscono fiducia nel futuro, dei dipendenti delle nostre imprese, degli imprenditori di oggi e di quelli di domani."
"Il tema economico - continua l'esponente dem - è l'identità stessa della città . Perché se non restituiamo un orizzonte, ci trasformeremo in periferia, in residenza per il week end di cittadini pendolari che cercano altrove quello che qui non c'è più. L'idea politica alla base di questo ragionamento è ricreare per Vicenza le condizioni che consentano al suo enorme patrimonio manifatturiero di tornare a rendere. Le chiamano Fab City. Noi abbiamo tutti gli strumenti: istituti tecnici d'eccellenza, scuole superiori di alto livello, due università (tra le quali ingegneria gestionale vale a dire il punto di partenza per qualsiasi ragionamento sulla manifattura digitale), associazioni di categoria innovative e radicate sul territorio e, cosa fondamentale, una miriade di laboratori reali su cui poter sviluppare nuove competenze. Sono le nostre aziende, industriali e artigiane. Noi abbiamo il terreno dove sperimentare. Abbiamo la fortuna di avere incubatori, che sono per l'appunto le nostre aree industriali e artigiane. Infine abbiamo una Fiera inserita in uno dei circuiti espositivi di maggior successo nel panorama italiano. Infine abbiamo gli spazi. Io credo che il Comune debba farsi promotore di questa idea. Siamo chiamati a incoraggiare, attraverso incentivi reali, l'insediamento di giovani imprese, collaborando assiduamente con le realtà già esistenti, coinvolgendo l'istruzione secondaria e universitaria, cercando alleanze con altre amministrazioni. Condividiamo progetti, cerchiamo alleanze: impariamo dagli altri. A Barcellona e Marsiglia, solo per citare due esempi, stanno compiendo passi da gigante rilanciando interi distretti e investendo in innovazione e manifattura digitale: sono centri certamente più grandi, ma noi abbiamo una qualità produttiva e industriale che in quei luoghi non c'era."
"I nostri imprenditori e artigiani - conclude la nota - non hanno eguali per passione e competenze: sta a noi costruire le condizioni per indicare una strada nuova e capace di garantire crescita, sviluppo e occupazione. È soltanto mettendo in campo idee innovative e vincenti che riusciremo a restituire fiducia a quei 12 giovani al giorno che scelgono di andarsene all'estero e ai tanti loro coetanei che ci stanno pensando."
Fab City è il progetto di Città autosufficienti, localmente produttive e globalmente connesse lanciato dallo IAAC, il CBA del MIT di Boston, il Comune di Barcellona e la Fab Foundation con una promessa: raggiungere un'autosufficienza delle città di almeno il 50% entro il 2054. Si tratta di un'iniziativa legata alla rete globale dei Fab Lab e costituita da un gruppo di esperti internazionali composto di leader civici, maker, urbanisti e innovatori che lavorano per cambiare l'attuale paradigma dell'economia industriale (quello che definisce il funzionamento delle città secondo un modello lineare di importazione di prodotti e produzione di rifiuti), sviluppando un nuovo paradigma, o meglio un ecosistema in cui i materiali circolano all'interno della città , mentre le informazioni riguardo la produzione di beni fisici viaggiano su scala globale.Â
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