Garbin: la soap opera del riassetto delle province
Domenica 4 Novembre 2012 alle 14:55 | 0 commenti
Chiara Garbin, Associazione Popolari Europei - Ciò che stiamo assistendo in questi mesi a riguardo del riassetto istituzionale delle Province, sa tanto di soap opera, ma nello stesso tempo deve farci riflettere ed allarmarci.
Lo Stato aveva dato due criteri sui quali riordinare le nuove province. Non entro nel merito dei parametri, ma del dovere che aveva la nostra Regione di fare una proposta concreta al Governo.
E' mai possibile che si sia fatta melina per oltre due mesi con riunioni, incontri, ipotesi per poi partorire una grande indecisione. Il Consiglio Autonomie Locali e poi la Regione Veneto, hanno scelto di non scegliere, mantenendo tutte e sette le Province. L'unica preoccupazione di Padova e Treviso era di conquistare qualche comune limitrofo per poter rientrare nei parametri e salvarsi come provincia.
Era inevitabile che lo Stato si sostituisse alla NON decisione della Regione Veneto, ed ecco le nuove province di Padova con Treviso e di Verona con Rovigo.
Ma non manca il colpo di scena rispetto a questa scelta, arriva l'entrata in campo della diatriba tutta padovana, i Guelfi contro i Ghibellini. Si sprecano proposte di ogni genere, da vera schizofrenia politica, di molti deputati padovani di vari colori, visto che ci sono 60 gg di tempo prima della conversione del decreto in legge. La cosa peggiore è che ognuno chiama a rapporto i rispettivi amministratori dello stesso partito per far quadrato sulle loro scelte di opportunità , che sono di bandiera e non di interesse generale.
Queste prese di posizione vanno a coinvolgere tutto il territorio veneto, rimettendo in discussione l'intero assetto, visto l'apertura dichiarata dal Ministro Griffi di prendere in considerazione proposte provenienti dal territorio prima dell'entrata in vigore della Legge.
Ora i Guelfi e i Ghibellini padovani, sentendosi centro e potere della regione, intendono estendersi per la conquista di altri territori con l'unico obiettivo di ottenere un bacino elettorale a loro congeniale. Si dovrebbe ragionare partendo dai servizi da erogare per zone omogenee territoriale da individuare. A dire il vero cosa che dovevano fare già due mesi fa e che non hanno fatto.
Ora c'è il rischio concreto che portano nel baratro tutti i comuni e di conseguenza le prospettive future della nostra regione.
Il mio appello è rivolto in particolare ai Sindaci di tutto il vicentino visto che Vicenza viene contesa ad est ed ad ovest. Non bisogna farsi condizionare dalle logiche politiche di opportunità e tornaconto dei padovani ma pensare al futuro andando oltre il campanile del proprio comune o provincia e cominciare ad alzare gli occhi e guardare lontano. Solo così potremo ricostruire un tessuto sociale, una ripresa economica e uno sviluppo del nostro territorio. E' un dovere ed una responsabilità che gli amministratori locali devono avere verso i cittadini che rappresentano. Operando nel benessere di tutti senza guardare la tessera elettorale, altrimenti e giustamente l'antipolitica prenderà il sopravvento definitivamente.
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