Fusione Aim-Agsm, il "nodo poltrone" rallenta le trattative
Lunedi 15 Maggio 2017 alle 12:59 | 0 commenti
"Questo matrimonio non s'ha da fare". All'ombra dell'Arena suonano un po' come le minacce dei bravi di manzoniana memoria la serie "strappi" e appunti che l'Amministrazione vicentina sta inserendo nella complicata trattativa per la fusione di Aim con Agsm. Le nozze ci saranno: sia a Vicenza che a Verona l'affare è dato per scontato. Come in tutti i matrimoni combinati si litiga, però, per la dote che nel caso specifico significa, per lo più, spartirsi le poltrone. Dopo mesi di trattative, l'ultimo rilancio arriva dall'assessore Michela Cavalieri. La specialista dei conti vicentina ha prima preso in mano la bozza di contratto, notando delle "incoerenze" con quanto deciso in precedenza, e ha poi preso carta e penna per scrivere alla controparte le sue annotazioni.
Oltre il confine provinciale la pazienza è al limite. Il Giornale di Vicenza non esita ha definire i vertici di Agsm "esasperati". Da Verona, in realtà , non arriva nessun commento ufficiale se non una nota del Comune che ribadisce come il sindaco uscente Flavio Tosi abbia dato mandato di rispondere alle indicazioni di Cavalieri. La trattativa, insomma, va lentamente avanti. Allora perché non chiudere rapidamente? Sulla bilancia pesa l'appuntamento con le urne che attende i cittadini di Verona chiamati a indicare una nuova giunta. Non si tratta di un particolare di poco conto, ma anzi del limite estremo per la fusione che dovrà essere votata da entrambi gli attuali Consigli comunali. Vicenza, che non ha fretta, si trova in una posizione di forza almeno apparente, anche se, allo stato dell'arte, sarebbe impensabile riavviare le trattative con una nuova Giunta. Si prende tempo, ma la clessidra scorre e se si vuole andare avanti serve chiudere. Gli appunti mossi dall'assessore Cavalieri sono due e riguardano la modalità di conguaglio delle eventuali differenze tra bilanci per-consultivi e consultivi e le operazioni straordinarie che potrebbero essere necessarie nel periodo della fusione. Particolari tecnici, già discussi in passato, che mascherano l'unico vero nodo rimasto da discutere: i ruoli di responsabilità da spartirsi tra le due aziende. Il criterio, scelto e definito da tempo, per i manager è semplice: deciderà il nuovo Cda sotto la supervisione dei due amministratori delegati (uno vicentino e l'altro veronese). Non c'è alcun accordo, invece, per quanto riguarda gli apicali. Aim e l'Amministrazione Variati spingono perché i vertici di ogni settore vengano scelti con o stesso criterio dei manager dando un particolare peso alle figure già interne alla società . Facce vecchie, dunque, a cui affidare incarichi nuovi o maggiorati. Verona è di altro avviso e starebbe spingendo per la possibilità di nomine estere. Due posizioni, a voler fare dietrologia, che ben si conciliano con i diversi momenti delle due giunte. Se da una parte serve mantenere consensi e premiare chi ha ben lavorato, dall'altra potrebbe esserci la necessità dopo le nuove elezioni di conferire incarichi magari anche solo per mostrare una certa discontinuità con il passato.
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