Francesco Rucco candidato unico alla presidenza della provincia di Vicenza: le contraddizioni interne al Partito democratico
Sabato 6 Ottobre 2018 alle 22:31 | 2 commenti
La segretaria provinciale del PD, Chiara Luisetto, in relazione alla prossima elezione di un nuovo presidente della Provincia di Vicenza, afferma sul GdV che, nonostante avessero la possibilità di scendere in campo con un proprio candidato di bandiera, si è preferito "fare una scelta di responsabilità perché la provincia continui ad essere una vera casa dei Comuni". Lodevole scelta anche se si potrebbe dubitare del fatto che, vista l'onda elettorale esistente di questi tempi nel Paese, forse qualche dubbio sulla possibile vittoria del PD potrebbe anche sorgere.
Ma rimane una indicazione interessante, con una precisazione. Non si è notato molto, nella passata legislatura provinciale, periodo della gestione Variati, che questa, oltre alla enunciazione simpatica, fosse proprio la "Casa dei Comuni". Diremo che, messa la targa, ora sarà bene che chi prenderà posto nel Palazzo della Provincia, dia sostanza al logo. Insiste la signora Luisetto con il dire, sempre sul Giornale di Vicenza, che "Dire che la Provincia è la casa dei Comuni non è una metafora fine a se stessa...". Poi afferma anche che la nostra Provincia è divenuta un esempio nazionale di buona amministrazione ecc. Mi basta ricordare, a me stesso, la vicenda della Fiera di Vicenza per avere qualche dubbio in merito. Ma guardiamo avanti e pensiamo che in futuro le cose potrebbero andare meglio. Il candidato, assai restio all'inizio, proposto praticamente da un ampio schieramento, trasversale, di forze politiche e civiche, è Francesco Rucco, sindaco di Vicenza. E la segretaria del PD prosegue nella sua valutazione del processo di trasversalità con il dire che "non è una partita politica. La politica deve fare un passo indietro per guardare al ruolo amministrativo e allo spirito civico dell'ente". Risparmio il resto, un cantico ad Achille Variati, comprensibile seppur non condivisibile. Ho sempre ritenuto, e tutt'ora lo ritengo, che la miglior politica nasce proprio da una buona amministrazione. Ma ora viene il punto dolente. L'ex candidato sindaco di Vicenza, Otello Dalla Rosa, non è d'accordo (nella foto Rucco e Dalla Rosa alla costituzione dell'associazione Pigafetta 500), e lo dice "Sono contrario all'appoggio a Rucco... non credo che Rucco sia la persona giusta: lui è candidato di destra... non è affatto civico. E per altro ha tradito la parola data: ha detto che si sarebbe concentrato solo sul Comune, anche stavolta ha smentito se stesso". Che a Otello Dalla Rosa non piaccia Rucco visto che l'ha sonoramente battuto il 10 giugno, è comprensibile. Che non sia d'accordo con il suo partito questa è una faccenda che riguarda il PD; che parli di civici e non civici pare dimenticare che proprio lui ha tentato di mettere in piedi, con scarsissimo risultato elettorale, una sua lista civica, nata da una sua associazione, Vinòva, della quale si è nominato presidente, per poi rifugiarsi nella dimensione di candidato PD. L'associazione e lista civica "Vinova - Dalla Rosa Sindaco" che ha eletto un solo consigliere nella persona di Ennio Tosetto esponente di un partito, il Psi. Parlare, poi, di tradimento della parola data mi pare proprio non una esagerazione, ma una sciocchezza considerando il fatto che l'ex candidato sindaco si era impegnato, con i suoi, a un netto rinnovamento/cambiamento verso la legislatura Variati e che, al contrario, come si è letto da dichiarazioni di aderenti al PD, si era in campagna elettorale appiattito proprio sulle posizioni variatiane... perdendo, poi, la tornata elettorale. Rucco è stato sollecitato da destra e da sinistra, lo afferma la segretaria provinciale del PD, ad accettare la candidatura e ha ceduto alle argomentazioni che gli sono state sottoposte. In altri tempi, e in ben diverse circostanze, direi assai più anomale, altri hanno ceduto a lusinghe e ad altre argomentazioni cambiando nettamente posizione politica. Qui il punto è anche un altro, e va oltre le esternazioni che nascono dalle delusioni. Il punto sono le affermazioni di Federico Formisano, ora segretario del PD di Vicenza, che in pratica, senza dirlo ma facendolo ben capire, non condivide (o fa finta di non condividere?, ndr) le scelte provinciali (vecchia tradizione democristiana) dichiarando che darà ampia libertà di voto ai consiglieri comunali. Gesto di alta democrazia? Piuttosto lo definirei un messaggio a tutti coloro che hanno un legame con un storico settore di ex DC. Ma tutto questo suggerisce una domanda: è in grado la segreteria provinciale del PD di garantire il rispetto dell'eventuale patto per la elezione di un Presidente della Provincia unitario?
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