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Fondazione polizia urbana, Variati: discorso in occasione del 184° anniversario

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 8 Giugno 2012 alle 14:23 | 0 commenti

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Comune di Vicenza  -  Saluto il Signor Prefetto dott. Melchiorre Fallica, il Signor Questore dott. Angelo Sanna, il Comandante provinciale dei carabinieri, col. Michele Vito Sarno, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, col. Livio De Luca e dei Vigili del Fuoco Giuseppe Lomoro, che tutti insieme garantiscono la sicurezza e la vivibilità della nostra città. Saluto tutte le autorità presenti, civili e militari, i cittadini, l'assessore Antonio Marco Dalla Pozza che segue anche i problemi legati alla sicurezza, il presidente del consiglio comunale Luigi Poletto.

Un caloroso ringraziamento al comandante Cristiano Rosini e a tutti gli ufficiali e sottufficiali, a tutti gli agenti nel 184° anniversario della fondazione del corpo della Polizia Locale al servizio della città, per i cittadini. La ricorrenza del 10 giugno ricorda una data storica per la nostra città: nel 1848 si combatté per l'Italia la battaglia di Monte Berico, per la bandiera Tricolore che è diventata simbolo della nostra città. In questa importante festa civile, si celebra l'anniversario della fondazione del corpo della Polizia Locale. E in questa giornata voglio ringraziare tutti gli agenti che quotidianamente vengono chiamati a svolgere compiti fondamentali per i nostri concittadini. A loro vanno i miei complimenti perché "fanno bene il loro lavoro". Può sembrare una banalità, ma non lo è affatto. Fare bene il proprio lavoro è una cosa che considero importante di questi tempi in cui come Amministrazione pubblica ci vengono richiesti tagli e solo tagli. Questi agenti di anno in anno con grande impegno riescono a garantire che tutto si svolga normalmente. Questo è il loro merito, che nella quotidianità si fa fatica a riconoscere. Perché si pensa che la normalità, la vivibilità del centro, dei quartieri e della periferia sia una cosa scontata, una cosa dovuta. Ma non è così. La nostra è una città dove si può vivere normalmente proprio grazie alla scrupolosità degli agenti che fanno rispettare le regole. E se tutti rispettano le regole, allora si può vivere bene. A Vicenza non si vive male. Certo, si può sempre fare di meglio, si deve puntare a fare sempre meglio in un'ottica di miglioramento continuo. Ma basta spostarsi in altre città per capire quanto sia bella la normalità che riescono a garantire, a preservare questi agenti. Ci sono città dove spostarsi in auto è un incubo, ma ancora più problematico è spostarsi a piedi, o peggio in bici. Città dove il caos regna nelle strade del centro e dei quartieri. E sembra che non possa essere altrimenti, che sia da sempre così e che non siano possibili miglioramenti. Perché? Perché lì la normalità non viene garantita. Magari perché chi deve far rispettare le regole chiude un occhio, fa finta di non vedere, si gira dall'altra parte. O semplicemente non è abbastanza formato, preparato, professionale, motivato. Certe infrazioni non vengono nemmeno prese in considerazione, altre non vengono verbalizzate perché tanto nessuno le pagherebbe. I nostri agenti non sono così. Sono scrupolosi nel far rispettare le regole. Anche se il mio invito è a rispettare il codice e il buon senso. Il cittadino va punito se sbaglia ma va pure capito e rispettato. Questa è la normalità. Normalità che magari a qualche cittadino può dare fastidio, perché si trova una multa da pagare che in altre città non gli verrebbe data. E allora storce il naso, si lamenta, magari scrive al sindaco per farsi togliere una multa convinto di aver subito un'ingiustizia (non perché la sanzione sia ingiusta, ma perché da altre parti "non gliel'avrebbero fatta"). Quello stesso cittadino però difficilmente a Vicenza si troverà un'auto a bloccargli l'uscita dal garage; saprà di poter esercitare il diritto di attraversare sulle strisce a piedi; sarà sicuro di non trovarsi in una città nel caos per una partita di calcio o una manifestazione. Proprio grazie alla normalità che la Polizia Locale riesce a garantire e che, di questi tempi, è qualcosa di eccezionale. L'eccezionalità della normalità. L'eccellenza della nostra normalità. L'agente della polizia locale è chiamato a svolgere compiti fino a poco tempo fa considerati, questi sì, eccezionali per quello che era chiamato un tempo "vigile". Penso al contrasto dello spaccio di droga. O i pattugliamenti e i verbali per arginare la prostituzione di strada, sanzionando sia le prostitute che i clienti, con fermezza. Prima era la normalità vedere certe zone della città pullulare di prostitute, ora è normale non vederne più su quegli stessi marciapiedi. Continuano i tagli ai bilanci dei Comuni, ci sono quindi meno risorse a disposizione, meno uomini in organico; ma aumentano i compiti della polizia locale e sono più difficili, con maggiori responsabilità. Da sindaco, come guida dell'amministrazione comunale che comprende la polizia locale, lo so bene. I cittadini chiedono sicurezza, tutela dell'ordine pubblico, interventi di notte. E li chiedono al comando della polizia locale, considerandoli forze dell'ordine al pari di polizia e carabinieri. Fino a qualche anno fa nessun cittadino avrebbe chiamato i "vigili" per certe cose. Ora lo fanno sempre più spesso. Rappresentano una sicurezza. Ma gli agenti devono anche saper individuare documenti falsi e contraffatti, individuare e fermare venditori abusivi, verificare, controllare, monitorare fenomeni che sono sempre più complessi. Per questo devono essere sempre più specializzati, utilizzare tecnologie sofisticate. E serve coordinamento con altri Comuni, altri comandi di polizia locale, altre forze di polizia, altre realtà del territorio. In questo senso, sono molto contento che oggi siano presenti anche i rappresentanti di altri comandi di Polizia Locale del Vicentino. E' la testimonianza di una sinergia, di una rete in crescita che mette in comune le conoscenze, per lavorare insieme. Anche perché, come più volte abbiamo detto, dal Governo negli anni sono arrivate tante promesse di riforma per la Polizia Locale. Ma in concreto non è arrivato nulla, e quindi la professionalità è spesso iniziativa dei singoli comandi. E qui torna il concetto di normalità. Perché vorrei poter contare su una politica normale, una politica che sappia ascoltare le esigenze del territorio, le domande della società, che sappia stare al passo con i cambiamenti. E, soprattutto che sappia prendere decisioni. Speriamo, ma fino ad ora questo non è accaduto. Nell'attesa che la politica decida, quindi, bisogna fare di necessità virtù: meglio mettersi assieme per condividere le conoscenze, e le tecnologie. Fra vari comandi della polizia locale e con le altre forze di polizia e realtà che gestiscono la sicurezza, ma non solo, sul territorio. Rimanere isolati non fa bene a nessuno. Lavorare insieme significa ridurre i costi e moltiplicare gli effetti positivi. E questo, ricordiamolo, sempre a contatto con il cittadino. Cittadino che, appena vede un agente della polizia locale, lo individua come referente di qualsiasi problema. "Ma io l'ho detto al vigile" si sente spesso dire. Quasi come se l'agente della polizia locale fosse colui che è in grado di risolvere qualsiasi problema. Problemi che spesso dovrebbero essere risolti a monte, con l'educazione civica, a scuola e in famiglia, ad esempio. È maleducato il giovane che beve in strada e poi disturba i residenti o fa i suoi bisogni dove caspita, quello chi tiene il volume della musica alto rendendo impossibile il riposo, i proprietari di cani che sporcano, quelli che fanno le scritte sui muri. Questi sono problemi che hanno a che fare con l'educazione, il rispetto delle altre persone, delle cose altrui e dei luoghi pubblici. Non è certo un agente della polizia locale che può risolvere queste questioni come se avesse la bacchetta magica. Quindi è faticoso dover sentire segnalazioni di problemi, lamentele, proteste, osservazioni, anche su temi che non c'entrano con i compiti specifici del vostro lavoro. Lo ripeto, il cittadino va punito se sbaglia ma va pure capito e rispettato. Perché, non dobbiamo mai dimenticarcelo, siamo tutti al servizio della città e del cittadino.

Achille Variati


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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