Il Fatto Quotidiano su Finanza ancora nella sede BPVi: la ricerca continua, caccia ai finanziamenti "baciati"
Mercoledi 22 Giugno 2016 alle 08:59 | 0 commenti
Ore 10:30 di ieri, la Guardia di finanza entra nella sede centrale della Banca Popolare di Vicenza. In mano un decreto di perquisizione. I militari agli ordini del colonnello Fabio Dametto vanno dritti all’obiettivo. E l’obiettivo si chiama “baciataâ€, ovvero quei finanziamenti dati con il patto che chi li riceve compri un certo numero di azioni della banca. Centinaia di documenti, firmati tra il 2012 e il 2014. Valore complessivo che sfiora il miliardo di euro.Un fiume di denaro che l’ex presidente Gianni Zonin ha utilizzato per mettere in ordine i conti in modo da superare il vaglio della Bce.Â
Peccato che ora quei finanziamenti siano nulli. Questo ha sancito due giorni fa il tribunale di Venezia accogliendo il ricorso di un imprenditore che ha ricevuto un finanziamento che ora la banca vorrebbe indietro. L’istituto non vedrà un euro (nel caso specifico 9 milioni). Il giudizio creerà un precedente rispetto ai 400 ricorsi di altrettanti soci.Il filone in questione è decisivo: “La nostra inchiesta - ha detto ieri procuratore capo di Vicenza, Antonino Cappelleri - non avrebbe contenuti se non si occupasse del modo in cui venivano piazzate le azioni della Bpvi. C’era un’attività spasmodica per venderne il più possibile, aumentando il patrimonio e superare così gli stress test della Bceâ€. Tra i beneficiari di queste operazione spunta il nome di Alfio Marchini, già candidato sindaco di Roma, che nel 2014 ricevette 76 milioni di euro con un finanziamento veicolato da due fondi lussemburghesi. Operazione di per sé opaca, ma che per ora non leva Marchini dall’elenco delle vittime degli ex manager (compreso l’ex presidente Zonin) indagati.Dal decreto emerge che “la banca è indagata per responsabilità amministrativa per fatti penali dei suoi dirigenti perché rispetto ai reati contestati evidenziava un modello organizzativo e di controllo inadeguato o di fatto inattuatoâ€. Insomma in Procura qualcosa sembra muoversi, anche dopo il suicidio di Antonio Bedin, socio della Popolare.Un’azione, quella dei magistrati, che arriva dopo la notizia che il Csm indaga sull’operato della Procura per la prima indagine (2003) su Zonin. Indagine archiviata e condotta dall’ex pm Antonino De Silvestri. Quest’ultimo, intervistato ieri dal Giornale di Vicenza, descrive così quell’istruttoria: “Un mio caro amico mi chiese se potevo essere più leggero nell’inchiesta. Gli dissi che non lo denunciavo in virtù della nostra amiciziaâ€.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.