Quotidiano | Categorie: Immigrazione

Financial Times accusa l'Italia per i rifugiati

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 15 Luglio 2012 alle 20:47 | 0 commenti

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Il quotidiano economico britannico torna nel "Palazzo della Vergogna" di Tor Vergata per raccontare la drammatica situazione dei profughi nel nostro Paese, "intrappolati in un incubo kafkiano"
di Fabrizio Ricci e Carlo Ruggiero, da Rassegna.it

Il problema di come l'Italia tratta i rifugiati politici e i richiedenti asilo continua ad essere al centro dell'attenzione di istituzioni e media, ma sempre rigorosamente stranieri. L'ultimo articolo dal titolo impietoso "Italy censured over human rights" ("Italia censurata per i diritti umani") è del Financial Times, a firma del corrispondente da Roma Guy Dinmore.

Al centro dell'attenzione del principale giornale economico-finanziario del Regno Unito c'è un luogo "sconosciuto a quasi tutti gli italiani", come scrive il reporter inglese, ma ben noto nel Corno d'Africa, come luogo da raggiungere dopo un lungo e insidioso viaggio attraverso il deserto e il mare Mediterraneo. Parliamo del "Salaam Palace" di Tor Vergata, noto in Italia come "Palazzo della vergogna", di cui noi di rassegna.it abbiamo già parlato qualche mese fa, portando per la prima volta, insieme al reporter tedesco Stefan Buchen della Ard, una telecamera tra le sue stanze fatiscenti e iperaffollate.

La scorsa settimana (chissà se proprio sulla scia del reportage tedesco?) il palazzo è stato visitato da Nils Muiznieks, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, che ha espresso critiche molto pesanti sul trattamento che l'Italia riserva ai rifugiati e ai richiedenti asilo. "L'Italia è abbastanza generosa nel concedere lo status di rifugiati, ma poi lo è molto meno in seguito", ha dichiarato Muiznieks al Financial Times, notando che l'amministrazione di Roma ha persino "tagliato l'acqua per tre giorni il mese scorso ai profughi del Palazzo della Vergogna"

 

Ma, al di là del caso clamoroso di Tor Vergata, che - come Rassegna.it ha dimostrato nel corso della sua inchiesta su "L'Italia sotto accusa" - non è certo un caso isolato, il Financial Times descrive la condizione dei profughi in Italia in maniera impietosa: "Abbandonati da un sistema che non offre lavoro, denaro o una sistemazione, i rifugiati ottengono l'asilo in italia, ma poi diventano fantasmi intrappolati in un incubo kafkiano".

L'articolo del quotidiano britannico tocca anche un altro aspetto molto delicato del problema, che è quello dei cosiddetti Dubliners, ovvero dei migranti che una volta arrivati in Italia dall'Africa tentano la fuga verso la "terra promessa" dei Paesi nord europei, ma una volta identificati sono respinti nuovamente verso l'Italia, primo Paese che li ha accolti e ha concesso loro lo status di rifugiati.

Il cronista inglese porta ad esempio il caso di Kbrom Tesfamihret, 31 anni, proveniente dall'Eritrea, che ha passato mesi nelle carceri di Francia, Olanda e Svizzera per il "crimine" di aver ottenuto l'asilo politico dall'Italia. "E' meglio stare in prigione in Svizzera piuttosto che stare qui", è il commento molto eloquente che l'uomo offre al Financial Times.

Comunque, come abbiamo già raccontato anche qui su Rassegna.it, la pessima reputazione che l'Italia si sta costruendo rispetto alla sua capacità e volontà di accoglienza e gestione dei rifugiati politici, potrebbe presto portare ad un cambiamento. Un cambiamento determinato però non dall'interno (qui non si registrano al momento reazioni di sorta, nemmeno con il nuovo Governo), ma dall'esterno, cioè dalle decisioni delle istituzioni (Consiglio d'Europa e Tribunale di Strasburgo) e di alcuni tribunali europei (il Financial Times cita quelli tedeschi e austriaci, ma anche in altri Paesi si registrano scelte analoghe) che stanno bloccando le deportazioni verso l'Italia. Un'Italia che è sempre più sotto accusa


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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