Fermiamo la vendita delle terre dello stato!
Venerdi 6 Gennaio 2012 alle 15:04 | 0 commenti
Rete Agricoltura Contadina, Luciano Parolin - Non tutti sanno che l'art. 7 della Legge 12 novembre 2011, programma in tempi rapidi la vendita (alienazione) dei terreni agricoli demaniali. Il più recente decreto Monti ha esteso il provvedimento ai terreni "a vocazione agricola". Un paese che vende le terre agricole pubbliche rinuncia definitivamente alla propria sovranità alimentare. Dopo l'energia, le ferrovie, gli immobili, gli acquedotti, si stanno vendendo la TERRA.
Un processo di svendita dei beni pubblici (la cosa comune) ai privati, in nome di una efficiente gestione, come se il privato avesse mai reso dei servizi alla collettività .
In un contesto Internazionale dove sta' crescendo il fenomeno denominato Land Grabbing il nuovo colonialismo dei terreni agricoli, da parte dei soggetti ricchi. Ci dicono al comma 2 che"..al fine di favorire lo sviluppo dell'imprenditorialità agricola giovanile è riconosciuto il diritto di prelazione ai giovani imprenditori agricoli".
Per un giovane agricoltore il meccanismo della compravendita, comporta l'indebitamento con le banche. Ma proseguendo nella lettura del secondo comma, che con nobili propositi aveva cominciato bene, si legge "nell'eventualità di incremento di valore dei terreni alienati (venduti) derivanti da cambi di destinazione urbanistica intervenuti nel corso del quinquennio successivo alla vendita, è riconosciuto alla Stato una quota pari al 75% del maggior valore acquisito dal terreno rispetto al prezzo di vendita", quindi un cambio di destinazione è possibile, senza nessuna salvaguardia ambientale. Proseguendo sino al comma 5 "Le risorse nette derivanti dalle operazioni di dismissioni di cui ai commi precedenti sono destinate alla riduzione del debito pubblico"
Il tutto equivale a circa 6 miliardi di €, a monte di un debito di 1800 miliardi di €. Una follia, svendere il territorio senza tappare un buco di bilancio.
Le associazioni contadine, propongono che le terre pubbliche individuate in base all'Art. 7 della legge di stabilità non siano vendute, ma abbiano un nuovo piano di allocazione. Inoltre:
1- Vengano escluse attività speculativa e i progetti a favore degli agricoltori vecchi o nuovi, abbiano prezzi equi.
2- Si favorisca l'agricoltura di piccola scala, l'unica che può sfamare il mondo senza causarne il dissesto.
3- Si prediligano progetti di agricoltura solidale, con poche macchine.
4- Vengano individuate nelle associazioni dei consumatori i soggetti mediatori tra le istituzioni
5- Si renda possibile la costruzione di abitazioni rurali a basso impianto ambientale come legno. Questo perché chi lavora la terra deve poterla abitare.
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