Fazioli, il rivoluzionario stanco. Segue intervista
Sabato 27 Giugno 2009 alle 10:13 | 0 commenti
Ha imparato a tenere a freno la lingua, Fazioli. Un anno scarso tra i palazzi vicentini è stato più che sufficiente a far capire al presidente di Aim che la schiettezza e la verve tutta emiliana a cui era abituato, da queste parti rischiano di essere controproducenti. Non che adesso parli parli con fare curiale, anzi. Ma più di qualche volta, nel corso dell'intervista, si ha la sensazione che gli piacerebbe dire di più, lasciarsi andare a giudizi più netti ed espliciti. E che poi preferisca invece la via più diplomatica, per evitare di scatenare polemiche. Esemplari le sue risposte sugli interessi di grosse aziende locali per i rami più redditizi di Aim e sul piano gas (il piano presentato dall'ex advisor Maurizio Borra e stoppato dal vecchio cda perché considerato una svendita ad alcune grosse industrie energivore, tra cui Valbruna, Beltrame e Mastrotto).
Fazioli risponde volutamente, con concetti generali, facendo intendere perfettamente che non ha nessuna intenzione di farsi trascinare nel vivo delle polemiche e degli scontri tra i vari gruppi di pressione. Tuttavia non rinuncia a mettere qualche puntino sulle i: dicendo, ad esempio, che non c'è una preclusione di principio agli accordi con i privati (“Per noi sono di grande interesse"), ma che l'interesse pubblico deve sempre rimanere garantito (“l'interesse deve essere reciproco", ripetuto due volte). Parole che potrebbero anche essere lette come un’apertura verso quei gruppi privati che da tempo hanno messo gli occhi su Aim. Ma l’impressione è piuttosto che, senza sbattere la porta in faccia a nessuno, il presidente abbia voluto rimarcare quello che ha detto già molte volte in passato: prima c’è l’interesse della multiutility (che vuol dire l’interesse del Comune, cioè dei cittadini), poi si può discutere del resto. Ben più esplicito, invece, il suo giudizio sulla mancata patrimonializzazione di Aim. Il passaggio dal patrimonio del Comune a quello di Aim di una serie di beni immobili, come le reti per la fornitura dei servizi e le sedi della multiservizi di San Biagio, era uno dei punti cardine della sua strategia. Forse il punto cardine, perché avrebbe portato a cascata una serie di effetti funzionali al suo piano di rilancio: accesso più facile ed economico al credito, maggior disponibilità di risorse per investimenti, gestione unificata e centralizzata di molti cantieri. Il progetto, per ora, è stato accantonato, e Fazioli esprime qualcosa in più di un semplice rammarico. L’insistenza con cui sottolinea l’occasione persa e i mancati vantaggi rivela chiaramente il suo parere, totalmente negativo, sulla sospensione di questa parte del progetto. Infine, nel corso dell’intervista emerge più volte un senso di insofferenza, e anche di stanchezza, nei confronti delle continue polemiche che circondano tutto quello che riguarda Aim. In questo affiora forse quell’atteggiamento da professore un po’ saccente che più di qualcuno gli rimprovera, anche perché è più che normale che le scelte strategiche di Aim siano al centro del dibattito e dello scontro politico. Di cos’altro si dovrebbe parlare sennò? Fazioli non ha certo l’aria di voler gettare la spugna. Non sarebbe un bel segnale, però, se la prima vittima, magari per logoramento, delle tante tensioni che ci sono in città fosse uno dei presidenti più esperti e preparati che si siano seduti sulla scrivania più importante di San Biagio
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