Concia, fatture false per 23 mln: Gdf sequestra terreni, immobilili e due società di capitali
Venerdi 1 Giugno 2012 alle 13:27 | 0 commenti
Guardia di Finanza di Vicenza - A conclusione degli approfondimenti investigativi svolti dal Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza alcuni mesi orsono - nei confronti di una società , operante nel settore della lavorazione delle pelli, che aveva sede ad Arzignano, ma poi trasferita a Rovigo - il Sostituto Procuratore della Repubblica di Rovigo, Dott. Sabrina Duò, ha richiesto ed ottenuto, dal G.I.P. del Tribunale rodigino, Dott.ssa Alessandra Testoni, l'emissione di un decreto di sequestro preventivo "per equivalente" sino al concorso dell'importo di € 2,8 milioni (pari all'IVA evasa dalla società nel periodo successivo al 01.01.2008, allorquando l'istituto del sequestro "per equivalente" è stato esteso dal Legislatore anche ai reati fiscali).
I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza, nei giorni scorsi, hanno, dunque, dato esecuzione al provvedimento cautelare emesso dalla Magistratura del capoluogo polesano: oltre a terreni e 6 unità immobiliari, direttamente riconducibili all'imprenditore indagato (una villa ed un'autorimessa a Chiampo nonché due abitazioni residenziali e due magazzini, tutti ad Arzignano), sono stati sottoposti a sequestro i titoli azionari e partecipativi in due società di capitali.
In particolare, il sequestro ha riguardato il capitale sociale della conceria che aveva annotato fatture false per circa 23 milioni di euro - società con un capitale sociale di 2 milioni di euro ed un attivo pari a oltre 14 milioni - ed una società immobiliare ad elevato contenuto patrimoniale, composto da ampi terrenti ed ulteriori immobili anche di pregio, tra cui un hotel (ubicato ad Arzignano), una villa (sull'Altopiano di Asiago) nonché lo stesso capannone industriale ove opera la conceria.
Come detto, anche se l'imprenditore aveva scelto di domiciliare la sede legale della propria società a Rovigo, la stessa non è sfuggita al Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza, che, alcuni mesi orsono, ha concluso le attività ispettive a carico della stessa, sia di natura amministrativa che penale.
Del resto, la sede operativa della società si trova in una delle strade "numerate" della zona industriale di Arzignano e, quando la Guardia di Finanza ha fatto accesso negli uffici aziendali, la prima volta nel dicembre del 2008, agli occhi dei militari sono subito apparsi anomali i rapporti con imprese già coinvolte nelle indagini curate nel settore.
Il meccanismo era quello ormai noto: interposizione di società "compiacenti" nella filiera di approvvigionamento e la merce - pelle che veniva soprattutto dall'America Latina - poteva essere acquistata ad un prezzo particolarmente vantaggioso. Ciò in quanto il "risparmio" derivava dal mancato versamento dell'IVA da parte delle "cartiere" strumentalmente interposte che, dunque, potevano rivendere il pellame anche "sotto-costo".
Un attento esame dei documenti, tuttavia, ha fatto emergere circostanze inspiegabili in un'ottica di fisiologia dei rapporti, che hanno consentito di dimostrare la completa fittizietà "oggettiva" di talune forniture: in alcuni casi, ad esempio, è stata rilevata un'abnorme sproporzione tra i carichi massimi sopportati dagli automezzi asseritamente utilizzati per il trasporto e quelli che, documentalmente, risultavano, attraverso questi, movimentati; in altri casi, secondo i documenti rinvenuti in azienda, ad esempio, un unico automezzo, con un unico conducente, avrebbe effettuato, senza sosta, carichi, viaggi e scarichi tra province diverse per oltre 22 ore consecutive in un'unica giornata.
Le fatture false complessivamente individuate dai verificatori della Guardia di Finanza ed utilizzate, nel periodo dal 2005 al 2009, dalla società conciaria ammontano complessivamente a circa 23 milioni di euro. Attraverso tali fatture l'impresa è riuscita a conseguire indebiti risparmi fiscali: ai soli fini IVA (ma il problema investe anche le imposte sui redditi), l'evasione accertata è risultata pari a circa 4,6 milioni di euro.
Alla luce del quadro probatorio ricostruito dalle Fiamme Gialle, l'imprenditore è stato denunciato all'Autorità Giudiziaria competente che, in questo caso, si identifica, in ragione della sede "legale" della società , nella Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rovigo.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.