Enrico Berlinguer, 26° anniversario della sua morte Invito di Langella a rileggere 'la questione morale'
Venerdi 11 Giugno 2010 alle 00:01 | 0 commenti
Giorgio Langella - Mando qualcosa scritto sull'onda del ricordo. Ventisei anni fa ero in piazza ad ascoltare il "mio segretario". Non nascondo che mi è mancato e mi manca (e politici come lui, di varie parti, mancano a questa Italia dilaniata, n.d.r.)
di Giorgio Langella
Voglio ricordare (e vorrei che tutti ricordassero) Enrico Berlinguer (nella foto in braccio a Benigni, scelta di redazione), segretario del PCI, che 26 anni fa (11 giugno 1984) morì a Padova dopo qualche giorno di agonia in seguito a un gravissimo malore che ebbe durante un comizio per le elezioni europee. Berlinguer fu un grande politico, un comunista italiano. Di Berlinguer desidero ricordare la profonda onestà e la passione politica, mai distinta da un'etica "severa", che sapeva mettere in ogni azione, in ogni proposta, sempre.
Fu un politico diverso da chiunque altro. Lo fu allora e, soprattutto, lo sarebbe oggi. La mia non è nostalgia, è un profondo malessere rispetto al degrado culturale e politico nel quale è precipitato il nostro paese.
Oggi stiamo vivendo un periodo buio. Gli attacchi alla costituzione, la corruzione dilagante, il "far politica" solo per la "carriera", il torpore nel quale si è chiusa l'opposizione parlamentare potrebbero far apparire anacronistica e "datata" la figura di Enrico Berlinguer, il suo rifuggire dai riflettori, la sua serietà . Non è così. Difendere la costituzione, lottare per i diritti dei lavoratori, impegnarsi per la pace sono solo alcuni degli insegnamenti di Enrico Berlinguer. Egli seppe scegliere da che parte stare. E seppe spiegare con l'esempio di una vita, che fare Politica (quella con la P maiuscola) è un lavoro bello e necessario, una passione che non può mai avere come obiettivo neppure il più piccolo beneficio personale.
Voglio ricordare questo grande comunista invitando tutti a leggere la sua intervista del luglio 1981 sulla questione morale e apprezzarne l'attualità .
Giorgio Langella
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