Elezioni politiche, finalmente protagonisti i cittadini
Venerdi 29 Dicembre 2017 alle 09:31 | 0 commenti
Finalmente, era ora, il popolo italiano va alle urne, dopo anni di "inciuci" di ogni genere, coordinati dal presidente Giorgio Napolitano che ha utilizzato il proprio ruolo istituzionale per promuovere sempre e comunque solo una parte (la sua sinistra tanto amata), anche quando questa era perdente. Il gioco è stato durissimo e l'eredità di Napolitano graverà sulle tasche degli Italiani con un Mario Monti senatore a vita e con quei provvedimenti che hanno gravemente nuociuto per circa cinque anni alle stesse tasche. Non ripercorreremo una legislatura dominata dalla sinistra che ha più pasticciato che governato, dando la massima prova di se stessa nel referendum per la modifica della Costituzione, che non è certo la più "bella " del mondo, ma che la riforma rendeva certo più brutta.
Tra provvedimenti tampone, grida di successo, intrighi di palazzo (Monti, Letta, Renzi e Gentiloni) è arrivata anche la crisi del sistema bancario particolarmente nel Veneto, alla quale non sono nemmeno stati posti rimedi giudiziari veri per i protagonisti responsabili, ma a cui sono seguite solo piccole promesse di sapore elettorale per coloro che hanno spesso perduto tutto. Non sono stati certo i provvedimenti del Governo Renzi e Gentiloni a muovere l'economia, questa si è mossa a livello internazionale e ha trascinato quella italiana, impreparata per provvedimenti governativi a espandersi come le altre.
Ora il voto tocca agli Italiani che ormai non si faranno abbindolare da promesse e soprattutto da gestioni di partito dello Stato, come è avvenuto finora. Si ha dimostrazione di ciò proprio nella progressiva astensione dalle elezioni e nel diffuso malcontento che è frutto di tanti, troppi problemi, a cui i governi dal 2011 non hanno dato alcuna risposta. Si sono fatti provvedimenti elettorali, chiamati "diritti", ma, quando si è trattato di portare a compimento una grande discussione sullo jus soli, in molti si sono defilati, temendo di perdere voti, non avendo il coraggio di proporlo magari uscendone sconfitti. La logica del partito, dove comanda uno solo, Renzi attualmente, è nella prassi leniniana-staliniana: i contrari hanno solo da ringraziare la storia, per loro non vi è piùun viaggio in URSS per rieducarsi.
Ora la sinistra divisa in tanti partitini e movimenti, come da sempre, cerca di vincere le elezioni, ma con quali nuove promesse? Lo Jus soli, la solidarietà intesa come distribuzione da parte dello Stato di vantaggi a chi si omologa, la difesa dei cittadini, promuovendo più la punizione della legittima difesa che i colpevoli, la buona scuola, ormai infagottata di burocrazia, che promuove più il politically correct che non la vera formazione al lavoro e alla cultura. Per non parlare della sanità : si è curati solo e soltanto se prima si paga una visita ad un medico del reparto mentre diventa perfino difficile prenotare un esame; si consegnano esami citologici ben 40 giorni dopo, quando la salute del corpo può anche, ahimè, essersene andata. Possibile che si continui a non capire che i vitalizi, retaggio delle monarchie e dei regimi totalitari, vanno aboliti e basta, anche a coloro che già li ricevono, perché il diritto in Italia non è divino, ma molto, troppo umano, meglio di parte.
Ogni cittadino può da solo enumerare quanto ci sia da cambiare e tornano le parole del poeta vicentino Giacomo Zanella: "la malattia la conosciamo, ma non v'è chi applichi il medicamento o il ferro".
Forse, però, una speranza c'è, quella del voto: negato prima di tutto alle piccole formazioni, vantaggiose per il capo e per coloro che si servono ancora delle chiacchiere e della loro già manifestata incapacità , e dato a chi con grande realismo e concretezza fornisca un programma credibile che non sia illusione teatrale o "inciucio" politico o ancora gentile presa per il lato B.
Ai voti la facile sentenza, ma in contemporanea serve anche un vero impegno di ogni cittadino a non essere "il pitocco" che sempre chiede, ma un vero protagonista che è prima di tutto capace di dare allo Stato, perché sia più efficiente in ciò che fornisce e in ciò che può fornire.
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