Edicole, Annalisa Fosser: anche a Vicenza sciopero il 27, 28, 29 contro liberalizzazioni
Mercoledi 21 Dicembre 2011 alle 20:16 | 1 commenti
Snag Confcommercio di Vicenza - Il 27, 28, 29 dicembre giornalai chiusi. La vicepresidente Annalisa Fosser: "Rischiamo una profonda crisi strutturale, senza alcun vantaggio per i consumatori"
Con tre giorni di sciopero, proclamati per il 27, 28 e 29 dicembre, gli edicolanti dello Snag Confcommercio di Vicenza aderiscono alla mobilitazione nazionale proclamata dalle principali sigle sindacali di categoria contro le liberalizzazioni contenute nella Manovra Monti, in approvazione al Senato.
Considerato che, solitamente, le edicole restano chiuse il giorno di Natale e tutto il 26 dicembre, la protesta dei giornalai porterà al fermo di tali attività per cinque giorni. Già questo fa capire quanto la decisione del Governo di togliere i limiti attualmente esistenti per aprire una rivendita sia considerata dalla categoria una scelta grave, che avrà profonde ricadute sul settore.
"Se l'obiettivo di questo provvedimento è quello di dare un vantaggio al consumatore aumentando la concorrenza, il Governo sta proprio sbagliando bersaglio - afferma Annalisa Fosser, vicepresidente provinciale dello Snag-Confcommercio -. Il ruolo delle edicole, infatti, è quello di garantire la stessa diffusione a tutte le testate editoriali a parità di prezzi e di condizioni commerciali. Per dire, dunque, che se aumentano il numero di edicole in Italia i prezzi non calano, perché non siamo noi a deciderli, ma sono imposti da altri e sono, oltretutto, uguali su tutto il territorio nazionale".
L'informazione a mezzo stampa, infatti, non è un comune prodotto commerciale, né è distribuito attualmente da una filiera libera da vincoli e regolamenti. Proprio per il delicato compito affidato a questi imprenditori, che è quello di garantire parità di diffusione a giornali e periodici, il settore è regolamentato da un sistema autorizzativo e da una precisa pianificazione comunale. Ed è proprio qui che la Manovra Monti è intervenuta, togliendo questi limiti e equiparando le edicole a qualsiasi altro comparto, senza però garantire a tali imprese una logica concorrenziale nella scelta dei prodotti e dei prezzi da proporre al cliente. "Il provvedimento inserito nella Manovra, per quanto ci riguarda, dimostra una scarsa conoscenza della filiera che caratterizza il settore - afferma Annalisa Fosser -. Si è infatti rivoluzionato l'ultimo anello della catena, cioè quello dei rivenditori, senza cambiare nulla dei meccanismi che regolano i prezzi di vendita imposti, l'impossibilità degli edicolanti di scegliere i prodotti in termini di testate e numero di copie e la libertà di approvvigionamento. Secondo il nostro punto di vista, data la delicatezza della nostra funzione, questo settore era l'ultimo da liberalizzare, ma se proprio si doveva farlo, allora non si capisce perché fermarsi a metà , rischiando seriamente di sprofondare le edicole in una gravissima crisi strutturale, con un notevole impatto sugli oltre 50mila giornalai italiani".
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