Opinioni | Quotidiano |

Dopo la grande giornata del 17 novembre: smontiamo Monti, smontiamo le politiche Bce

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 23 Novembre 2011 alle 23:26 | 0 commenti

ArticleImage

Riceviamo da Davide Primucci del Collettivo Studenti Scuola Pubblica Vicenza e pubblichiamo

Durante la giornata internazionale del diritto allo studio del 17 novembre in tutto il mondo una massa di studenti medi e universitari sono scesi in piazza per manifestare. Quest'anno abbiamo allargato la discussione sulla crisi economica globale che ci circonda. Ci troviamo con governi di destra e di sinistra (oggi ex governi come Zapatero-Spagna e Papandreu-Grecia) che vorrebbero far pagare a noi studenti il debito pubblico e la crisi del sistema capitalista.

Dopo le varie lettere che Silvio B. ha scambiato con i vertici della Banca Centrale Europea, è emerso che è in preparazione un ulteriore attacco alla classe più debole del nostro paese: studenti, lavoratori precari, pensionati e disoccupati. Per questo noi eravamo in piazza il 17 novembre e lo saremo in tutte le prossime scadenze per ribadire che l'istruzione deve essere pubblica, gratuita, laica, di qualità e di massa.
Il governo Berlusconi è stato solo l'ultimo di una serie di governi che da decine di anni continuano ad utilizzare fondi pubblici indebitandosi con gli organismi finanziari e politici internazionali, tutto per cercare di salvare le banche in crisi e offrire sostegno ai profitti degli industriali. Ne è derivato un debito di dimensioni colossali: ma questo, gridano giustamente i giovani studenti nelle piazze, non è il nostro debito! E' il loro debito che Monti si appresta a ripagare con le nostre vite prosciugando le tasche già vuote dei lavoratori e dei giovani.

Lo scenario europeo e internazionale è nella fase più instabile degli ultimi vent'anni: tra governi europei che non riescono a finire i loro mandati e governi nord africani cacciati con la lotta nelle piazze la situazione è critica. Nel vecchio continente, dopo l'era Berlusconi, si chiude quella Zapatero in Spagna. Il Psoe ha subito una batosta tanto mostruosa quanto prevista da tutti perdendo quattro milioni di voti. Lo slogan "W Zapatero" difficilmente risuonerà ancora nelle terre spagnole, perchè con la crisi è emerso in tutto e per tutto il portato liberista della sua politica economica, troppo spesso messa in ombra dalle riforme sul tema di diritti civili. Adesso la palla passa al partito Popolare di Mariano Rajoy, ma la strada per riuscire a mantenere il consenso ottenuto dall'ottimo risultato elettorale (più voti di Aznar 2000) è decisamente in salita se non impossibile. Già il giorno dopo le elezioni la Borsa di Madrid ha aperto in calo ed è proseguita in profondo rosso. Nota positiva: Izquierda Unida guadagna 700.000 voti rispetto alle precedenti elezioni. Passa dal 3.8% al 6.9%. Da 2 parlamentari a 11 (dovevano essere 25, ma anche in Spagna vi e' una legge elettorale truffaldina). Si tratta del miglior risultato dal 1996 che porta IU ad essere la terza forza politica del Paese. In Europa quindi si allarga lo spazio politico per le forze di sinistra che contrastano le politiche liberiste della Bce.

Nel contesto spagnolo, come quello italiano e greco cambia comunque ben poco per chi si trova alla guida del governo, infatti le misure economiche sono decise a Bruxelles da banchieri centrali e non.

È interessante notare come in Italia le dimissioni di Berlusconi sono avvenute nel peggiore dei modi: Berlusconi non è stato cacciato dalle piazze, come hanno fatto le masse in Nord Africa. Berlusconi è stato sostituito da Monti col beneplacito dei grandi banchieri e industriali che non vedevano più in lui un rappresentante credibile di fronte ai mercati internazionali.
Nessuno ne parla ma noi studenti crediamo sia opportuno ricordare a tutti che, prima di lasciare lo scranno, Berlusconi ha varato una delle finanziarie più pesanti degli ultimi anni dove si sanciscono: il definitivo smantellamento dei servizi pubblici locali, l'introduzione del licenziamento per i lavoratori non precari del pubblico impiego, l'ulteriore innalzamento dell'età pensionabile. Il tutto nel silenzio totale dei cosiddetti partiti di "opposizione" e dei sindacati. Sappiamo che il governo Monti si prepara a fare lo stesso. Basta scorrere il curriculum dei nuovi ministri per vedere come non siano delle personalità scelte a caso: Premier e ministri sono tutti legati alle banche, alle scuole e università private, alle grandi imprese, al Vaticano, all'esercito (in particolare alla NATO). Quel mondo che ha attuato quelle politiche neoliberiste che hanno causato la crisi.

Da Confindustria alla Bce, passando dal Fmi; tutti hanno appoggiato da subito la transizione verso il nuovo Governo. Loro sanno che, per far passare anche in Italia misure draconiane come in Grecia e ridurre il debito pubblico, serve un governo che si presenti come "super partes". Anche i partiti rappresentati in parlamento hanno garantito il loro pieno appoggio a Monti, a parte una Lega Nord ipocrita, populista e razzista.

Come Collettivo Studenti Scuola Pubblica ci collochiamo nettamente all'opposizione del governo Monti: Monti va cacciato con la mobilitazione di massa e, fatti alla mano, un nuovo governo di centrosinistra con ogni probabilità non cambierà la sostanza. Il Partito Democratico dando pieno sostegno a questo governo, sta dimostrando di fatto che a maggioranza intende riproporre le solite ricette contro i lavoratori: smantellamento del servizio pubblico, attacchi ai lavoratori dipendenti, privatizzazioni selvagge, ingresso dei privati nelle università, finanziamenti colossali alle scuole private a scapito di 8 miliardi tagliati alla scuola pubblica.

Partendo dal 15 Ottobre fino alla mobilitazione del 17 Novembre, dobbiamo cominciare a costruire l'alternativa politica e sociale a questo Governo, a questa gestione della crisi.

Non c'è bisogno di tirare fuori Marx per far capire anche al più sciocco che il capitalismo è intrinsecamente instabile e soggetto a crisi cicliche. Per questo oggi più che mai dobbiamo aspirare a una lotta a lungo termine, senza fermarci a semplici rivendicazioni, che sicuramente portano a qualcosa di buono a breve termine, ma nel lungo termine serve sciogliere il nodo di fondo: quello del sistema economico in cui ci troviamo, quello capitalista e neoliberista.

Oggi occorre raccogliere il testimone delle rivoluzioni in Nord Africa e Medio Oriente, dei giovani indignados di tutto il mondo. Non si arrendono, nonostante subiscano negli Usa una pesante repressione; i lavoratori greci scioperano da mesi contro le misure imposte dall'Ue e dalla Bce, rivendicando un altro sistema economico e un altro governo con una democrazia di tipo nuovo, consiliare, in cui siano i lavoratori, le lavoratrici, i precari, gli immigrati, i disoccupati e gli studenti a scegliere realmente i loro rappresentanti.

Ma gli studenti da soli non possono arrivare a niente, ci vuole l'unità nelle mobilitazioni con i lavoratori. Gli indignati a Wall St ci hanno stimolato a ripartire in questa lotta, e noi appoggiamo le loro mobilitazioni e occupazioni. Con coraggio e anche un pizzico di modestia oggi diciamo che noi siamo il 99%, e solo con una vera mobilitazione unita e forte su scala internazionale l'1% potrà essere sconfitto.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network