Donne e pensioni: nel 2012 ben 2.900 venete dovranno attendere
Martedi 6 Dicembre 2011 alle 23:28 | 0 commenti
Arianna Lazzarini, Consigliere Regionale Lega Nord - Lazzarini: "svilito ruolo sociale importante per figli e nipoti". La consigliera leghista commenta i dati sulle dilazioni previdenziali per le lavoratrici venete.
"Il 60% delle donne cui la riforma impedisce di andare in pensione è al Nord, e per il 2012 ben 2.900 sono in Veneto. Il numero salirà nel 2013 (13.168 lavoratrici!) e si attesterà nel 2014 (11.364). La nostra Regione è la terza più penalizzata in un sistema Paese, dopo Lombardia e Piemonte. Ma quel che è peggio, è che con questo sistema verrà a compromettersi il ruolo sociale che la donna ha nei confronti del marito, dei figli che lavorano e dei nipoti".
La consigliera leghista Arianna Lazzarini critica pesantemente gli effetti della manovra sulle donne del veneto, 2.900 delle quali nel 2012 non potranno cessare la propria attività lavorativa. "e stupisce - dichiara la consigliera padovana - perché il ministro Fornero è una donna, dalla quale ci si sarebbe attesa una maggior sensibilità espressa non dalle lacrime ma da fatti concreti". "In misura maggiore rispetto al resto del Paese - prosegue Lazzarini - le nostre donne venete hanno contribuito alla crescita del territorio, riuscendo a gestire contemporaneamente il lavoro, la casa e la famiglia. Un ruolo, il loro, che va ben oltre la professione, e che ora rischiano di perdere".
"In questa mia analisi - dichiara ancora la consigliera leghista - sul dilazionamento dell'età pensionabile, non si può prescindere dal dato sulle donne disoccupate, magari di mezza età , per cui è ancora più difficile reinserirsi nel mondo del lavoro e che dovranno attendere ancora 10-15 anni prima di ricevere qualche centinaio di euro di assegno previdenziale. E alle giovani precarie, che per avere famiglia e stabilizzarsi attendono che le loro madri cessino di lavorare. Anche i loro progetti, con questa riforma, andranno spostati in avanti o proprio accantonati".
"Se c'era un modo per svilire la donna, la ministra Fornero l'ha certo trovato. Invece di poter contare sulla pensione, ben 2.900 donne venete nel 2012 dovranno proseguire nella loro attività , con la stanchezza di chi sta lavorando da 35-40 anni. E pensare che il Veneto sarebbe in equilibrio tra contributi versati dai lavoratori e pensioni erogate, mentre il Sud raggiunge rapporti di 1 a 2. Di tutto questo, le nostre donne e i veneti ringrazieranno il nuovo Esecutivo, che continua a mungere il Nord per stabilizzare il resto d'Italia".
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