Quotidiano | Categorie: Politica

Donald Trump, la Casa Bianca si dipinge di “verde”

Di Edoardo Andrein Mercoledi 9 Novembre 2016 alle 20:01 | 0 commenti

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Ha vinto a sorpresa Donald Trump. Nonostante il pareggio tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti d'America in termini percentuali a quota 48% e con soli 200mila voti di differenza, il numero di grandi elettori ha decretato la vittoria per l'uomo della televisione, l'imprenditore di successo, evasore fiscale, dalla battuta facile e spigliato, con una giovane moglie pin-up e una visione delle donne sull'onda del bunga-bunga. La copia made in Usa di Silvio Berlusconi è riuscito ad imporsi a sorpresa come nel 1994 l'ex Cavaliere: in pochi mesi è piombato dal nulla senza esperienza politica a guidare gli Usa. E come Berlusconi anche Trump ha strillato ai brogli poco prima dell'apertura delle urne, denunciando che avrebbe fatto ricorso. Ora lo farà lo stesso, vista anche l'incredulità mondiale per il risultato? 

Il nuovo presidente degli Stati Uniti dal linguaggio tenuto in campagna elettorale più che puntare sulla rivoluzione liberista sognata dai berlusconiani o da Ronald Reagan, per restare a un altro eccentrico presidente Usa del passato, ha puntato all'anima populista verde-leghista impersonata da Matteo Salvini o a quella reazionaria pentastellata di Beppe Grillo.

Un episodio dei Simpson del lontano anno duemila lo aveva già profetizzato e la scorsa estate anche Michael Moore, il regista e premio Oscar lo aveva previsto:

“Donald J. Trump vincerà a Novembre. Questo miserabile, ignorante, pericoloso pagliaccio part-time, e sociopatico a tempo pieno, sarà il nostro prossimo presidente. Presidente Trump. Forza, pronunciate queste parole perché le ripeterete per i prossimi quattro anni”. 

Del “trumpismo” nei prossimi anni se ne sentiranno gli effetti in tutto il mondo, anche nella “colonia” americana di Vicenza dove si sono sentite critiche verso le politiche democratiche sull'asse Clinton-Obama, che per alcuni hanno portato l'America e il mondo nell'incertezza quotidiana che viviamo oggi, dimenticando probabilmente i disastri economici e culturali arrivati durante i dieci anni al potere negli anni duemila di George W. Bush.

Un trionfo di Trump che è quello del partito dell'egoismo che sta già soffiando verso tutta l'Europa, con provenienza dall'Ungheria. Contro una Hillary che, nonostante difetti e contraddizioni politiche, avrebbe dato un segnale verso una società più inclusiva, grazie all'elezione del primo presidente donna per la più grande potenza mondiale. Ora invece dovrà essere incarcerata, se Trump terrà fede a una delle sparate riportate sulla stampa durante la battaglia elettorale...

Sembra abbia prevalso l'idea del non votare nessuno dei due, o del “tanto sono tutti uguali”, filosofia popolare che in Italia ha lasciato al comando il ventennio berlusconiano-leghista, con relativi effetti.

Una sconfitta quella dell'ex first lady alla faccia anche di tutti quei cantanti e sportivi che si erano pronunciati per sostenere Hillary Clinton, come Lebron James il più famoso giocatore del mondo di basket e campione in carica dell'Nba che aveva scritto queste significative parole:

“Ci serve un presidente che riporti l’unità: dobbiamo rimanere tutti uniti, indipendentemente da dove veniamo e dal colore della nostra pelle. Hillary porta il messaggio di speranza e unità che ci serve”.

Ha vinto, invece, un personaggio divisivo per la gioia di giornali e televisioni, su cui è partito, e chissà per quanto continuerà, uno sciame di analisi e commenti, che la vittoria scontata di Hillary non avrebbe portato.

Nel suo primo discorso da neopresidente Trump ha rispolverato le rituali parole del “presidente di tutti”.

Ma per ora l'imbianchino della Casa Bianca ha già tirato fuori il barattolo con la vernice verde.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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