Disturbi del comportamento negli alunni: un fenomeno in crescita. Nuovi progetti di GIDC e SeDICO. Giorgio Corà: una buona istruzione migliora la salute
Lunedi 6 Giugno 2016 alle 14:26 | 0 commenti
Si è tenuta oggi, 6 giugno, presso la Sala riunioni dell'UAT l'incontro riguardante i disturbi del comportamento nell'infanzia e nell'età della scuola primaria e in particolare le attività svolte in merito da due importanti Gruppi coordinati dalla referente provinciale per la disabilità Claudia Munaro: il Gruppo Istituzionale Disturbi di Comportamento e il Servizio Disturbi di Comportamento. L'incontro mira a presentare i documenti e gli strumenti elaborati dai due Gruppi, già resi noti alla comunità scolastica in data 20 maggio e pronti ad entrare in azione nel prossimo anno scolastico.
Sono presenti molti dei collaboratori che hanno reso possibile la realizzazione del progetto. Ad introdurre gli argomenti è il dirigente dell'UAT, Giorgio Corà che dichiara esserci "una particolare concentrazione di energie per l'inclusione, la prevenzione e la rilevazione tempestiva delle problematiche comportamentali. Vogliamo infatti dare un contributo con le nostre azioni al benessere del sistema sociale, il così detto welfare, intervenendo nei confronti delle famiglie che vivono situazioni di disabilità ". La referente provinciale Claudia Munaro interviene parlando di dati sugli studenti con disabilità che "vengono raccolti dal 2001. Questo ci ha permesso di lavorare sulla prevenzione, a partire dall'autismo il cui sportello è divenuto un modello per le province". Parlando di numeri, appunto, nel corrente anno scolastico sono presenti nelle nostre scuole alunni con diagnosi principale, o secondaria (ovvero in concomitanza con altri disturbi), ascrivibili a disturbi del comportamento e di relazione pari al 31% del totale degli alunni con disabilità (3.518). Nello specifico gli alunni con diagnosi primaria rappresentano il 9% contro il 7% dell'anno scorso. "Si tratta di un fenomeno in continuo ampliamento" continua Munaro, "e questo ha portato all'azione questi Gruppi per andare incontro alle scuole che si trovano a fronteggiare queste problematiche". Di comune accordo si esprime Alessandra Zuffellato, Dirigente Scolastica del Liceo Corradini di Thiene, che ci parla dell'orgine di questi gruppi, "nati per andare in contro alle famiglie e alle scuole, in collaborazione con queste e con l'Ulss. Il ruolo infatti è quello di affiancare gli insegnanti, per dar loro un supporto sia per casi specifici che per la formazione dei docenti stessi. Lo scopo, infatti, è quello di rendere autonomi gli insegnanti su queste tematiche". Ne è stata la prova il corso per Disturbi del Comportamento creato in collaborazione con vari enti di cui ci parla Vincenzo Trabona, Dirigente Scolastico Ist. Comprensivo Costabissara. "Le richieste per il corso sono state esorbitanti. Questo ci dice che c'è forte e impellente la necessità di formazione su questo tipo di problematiche. La scuola italiana in merito è all'avanguardia e vogliamo continuare così". I presenti collaboratori del progetto parlano quindi di due Griglie osservative che servono a valutare i comportamenti nei bambini di 3-4 anni della scuola dell'infanzia e negli alunni della classe prima/seconda della scuola primaria. Queste Griglie, come evidenzia Roberto Tombolato, Dir. Neuropsichiatria Infantile Ulss Vicenza, "nascono per l'osservazione dei bambini nelle scuole affinchè si determini con più sicurezza oggettiva il disturbo per poi, se necessario, rivolgersi al pediatra e ai servizi". Entrando nello specifico Alberto Permunian, neuropsichiatra infantile c/o Villa Maria di Virgardolo, parla delle Griglie come "il frutto di un biennio di lavoro. Si tratta di un progetto che tiene un piede nella sanità , essendo noi del campo coinvolti, e un piedo nella naturalezza dello sviluppo del bambino. E' una scehda osservativa che però non si prefigge di essere clinica. Ci si è fatti delle domande quali: qual è la scala? Quali sono i limiti della normalità ? E ci si è dati delle risposte, grazie a questo lavoro, che prima non avevamo. Da ciò nascono questi criteri e queste Griglie. Lo scopo di tutto è anche ecologico: migliorare l'ambiente in cui il bambino vive (classe, mobili, spazi per il gioco, etc.) migliora di fatto il livello della scuola e dello sviluppo del bambino stesso." Il Dirigente Giorgio Corà conclude con un affermazione volendo racchiudere la causa e lo scopo dell'intero progetto: "Non si tratta di un processo burocratico ma pedagogico: una buona istruzione migliora la salute"...e poi scherza "anche se con scarsissime risorse, ma con tanta buona volontà ".
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