Dissequestro Borgo Berga, Ciro Asproso ricorda al sindaco il rapporto Unesco
Martedi 2 Ottobre 2018 alle 17:51 | 0 commenti
Faccio seguito - scrive in una interrogazione comunale il consigliere Ciro Asproso - a quanto apparso in questi giorni sul GdV (e anche altri giornali ndr), in merito al dissequestro dell’area a Sud di Borgo Berga, il così detto “Lotto Eâ€, disposto dal giudice Gerace, e all’azione intrapresa dai residenti delle vie limitrofe al cantiere, i quali hanno depositato un esposto in procura. Di fronte alla prospettiva di veder riaprire il cantiere, non mi stupisce che il Sindaco abbia avanzato l’auspicio che l’area rimanga a verde, mediante un accordo con Sviluppo Cotorossi, e riconoscendo al privato un credito edilizio da “spendere†in altra parte della città .
Ricordo tuttavia, quanto contenuto nel Rapporto dell’UNESCO-ICOMOS del 28-31 marzo 2017. Dopo aver certificato l’ingente danno alla Proprietà Patrimonio dell’Umanità e al fine di mitigare l’impatto del complesso edilizio, si chiedeva che il lotto E venisse: “risparmiato da qualsiasi opera di costruzione e convertito ad uso agricolo e che gli edifici sulla punta della penisola a sud del Piruea Cotorsssi … (fossero) ridotti di due pianiâ€.
Pertanto, prima di avviare trattative che rischiano di essere lunghe e complesse, oltre che onerose e inique, sarà utile capire le intenzioni di questa Amministrazione di fronte a violazioni e criticità rilevate da precedenti pronunciamenti del Tribunale del Riesame, dallo stesso Genio Civile e dall’autorevole parere del Prof. D’Alpaos (30 giugno 2018) – richiamate anche nell’esposto depositato in Procura - che conferma l’aggravamento del rischio idraulico nel caso si dia avvio alla edificazione del lotto E.
Scrive il professore che gli interventi previsti: “…aggravano le condizioni di pericolosità idraulica delle aree prossime alla confluenza, ma esterne all’area di intervento, le quali risultano difese a livelli inferiori e corrono il pericolo, in caso di piena, di trasformarsi in una vera e propria cassa di espansione delle eventuali acque esondate dai fiumi. La soluzione adottata costituisce al più, come si è detto, un artificio mal pensato per estendere fisicamente al limite del possibile verso fiume l’area interessata dall’edificazione, con una configurazione pregiudizievole che non è escluso possa configurarsi come causa di procurata alluvione a danno delle aree più prossimeâ€.
Tutto ciò considerato si CHIEDE se, per quanto concerne il lotto E, risponde al vero che:
La Tav. 10 del PIRUEA 2009 colloca parte dei nuovi fabbricati all’interno della fascia di 10 metri di rispetto fluviale (calcolata a partire dal piede esterno dell’argine) che dovrebbe restare libera da qualsiasi costruzione o volume;
La Tav. 17 del PIRUEA 2009 (sezione AA) mostra come la fascia di rispetto idraulica verrebbe totalmente occupata da materiali di riporto e costruzioni.
Gli argini che delimitano a Ovest il lotto E verrebbero rialzati di 3 metri passando dagli attuali 32 metri a 35 metri s.l.m., pareggiando il piano di imposta dei costruendi fabbricati;
E’ previsto l’innalzamento del piano d’imposta dei fabbricati (quota zero di progetto) di circa 4-5 metri rispetto all’originario piano campagna (che è attualmente di circa 30 metri s.l.m.) per poter ricavare artificialmente volumi interrati adibiti a parcheggio.
Manca la valutazione di compatibilità idraulica per il progetto 2009 come rilevato dallo stesso Genio Civile che con lettera al Comune del 9 settembre 2014 aveva chiesto di “sanare†tale illegittimità ;
La valutazione di compatibilità idraulica è obbligatoria anche per le Varianti e nel caso queste non comportino alterazioni al regime idraulico devono essere sostituite da asseverazione tecnica, asseverazione che per il PIRUEA 2009 non è mai stata prodotta.
L’unico studio di compatibilità idraulica, quello redatto nel 2003 dalla Beta Studio, come rileva il Tribunale del Riesame nel 2015 (pag. 6-7), non prendeva in considerazione l’area di “nuova urbanizzazione†(lotto E), la cui totale impermeabilizzazione non trova alcuna compensazione (vasche di invaso) così come impone la normativa regionale e come evidenziato anche dal prof. D’Alpaos.
Qualora si risponda affermativamente alle mie domande, e non ho motivo di credere il contrario, il permesso di costruire sul lotto E non sarebbe concedibile per le seguenti ragioni:
1) mancata osservanza della fascia di rispetto idraulica prevista dal RD 523/1904;
2) mancanza della compatibilità idraulica prevista dalla DGRV 3637/2002 e s.m.i. in attuazione della L 267/1999 e resa obbligatoria dall’art. 18 della LR n. 12 dell’8 maggio 2009. E infatti, con le previste costruzioni la superficie del lotto E da permeabile passerebbe a totalmente impermeabile, senza alcuna misura di compensazione (vasche di invaso);
3) aggravamento del rischio idraulico per i residenti delle aree contermini il cantiere, dovute all’innalzamento delle quote arginali e del piano di imposta dei fabbricati ad esclusiva protezione dei nuovi edifici, come messo in luce dal prof. D’Alpaos nel sopracitato parere.
Date queste premesse eventuali compensazioni di tipo economico/urbanistico al lottizzante, da parte dell’Amministrazione comunale, risulterebbero illegittime e comporterebbero un danno erariale sanzionabile dalla Corte dei Conti.
La quale Corte, a quanto mi risulta, ha ancora aperto il procedimento a carico dei consiglieri comunali che votarono la variante al PIRUEA 2009.
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