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Direzione Pd: la riflessione di De Menech e le stilettate di Moretti

Di Rassegna Stampa Martedi 23 Giugno 2015 alle 10:49 | 1 commenti

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Mezz’ora buona per intuirlo, un’altra mezz’ora per sentirlo, un’ulteriore mezz’ora per pensarci su. E adesso cinque giorni per continuare a chiederselo: ma Roger De Menech e la segreteria regionale si sono dimessi o no? La domanda è sorta più che spontanea, fra i cento di ogni ordine e grado che ieri sera a Padova hanno partecipato alla seduta di autocoscienza con cui il Partito Democratico ha iniziato a psicanalizzare se stesso, aggiornando però a sabato la sessione e rinviando dunque il voto (sempre se ci sarà) sulla disponibilità a rimettere il mandato espressa dal leader veneto.

Direzione riunita non al gran completo, ma poco ci manca. Fra i pochi assenti l’europarlamentare Flavio Zanonato, presente però in spirito per interposta citazione di Seneca via Facebook: «Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare» (tradotto: «Chi vuole dirigere il Partito deve dire cosa vuole fare!»). Ecco, il punto esclamativo dell’ex ministro dà il senso dell’impazienza con cui non solo la base guarda alle decisioni dei vertici, in un giorno tempestoso per il futuro del Pd: fra Treviso e Belluno 21 civatiani hanno formalizzato la loro fuoriuscita, a Venezia i direttivi comunale e provinciale vanno verso l’azzeramento.
In un giorno così, De Menech trova anche la forza per sorridere: «Fra le incombenze all’ordine del giorno figura anche l’approvazione del rendiconto 2014, ma niente paura, siamo in attivo e questa è l’unica buona notizia della giornata» (per la cronaca dal partito nazionale sono arrivati solo 40.000 euro, mentre per la campagna elettorale sono stati i privati a scucire 800.000 euro). In effetti i numeri snocciolati dal giovane analista politico Giovanni Diamanti, ingaggiato per studiare i flussi di voto, sono da brivido per il centrosinistra: dal confronto tra Europee e Regionali risulta che il 40% degli elettori del Pd non è tornato ai seggi ed il 16,8% di chi l’ha fatto ha però barrato la casella di Luca Zaia.
Esaurita la parte preliminare, De Menech parte con la sua relazione. In 36 minuti di flusso di coscienza, sgorgano i ringraziamenti («per tutti i candidati e i militanti»), l’amarezza («ce l’avevano riconosciuto anche le ministre, quella sera a Verona, che noi veneti ci stavamo mettendo più entusiasmo di tutti»), l’orgoglio («mi assumo la piena responsabilità di tutti gli sbagli commessi, ma ricordo che ogni decisione è stata condivisa con gli organi del partito»), i rimpianti («il grande errore programmatico è stato pensare che i veneti avessero il coraggio di cambiare, mentre ci chiedevano solo di essere più affidabili»). Poi l’annuncio: «Il mandato del sottoscritto e della segreteria è a disposizione. Se volete le chiamiamo dimissioni, così mettiamo tranquilli tutti quelli che le chiedono». La sala tuttavia tace. «Il segretario e il partito - riprende allora De Menech - sono a disposizione per avviare una riflessione congressuale. L’importante è che non la mettiamo sulla guerra per bande. Vi dico però che l’ipotesi di un congresso straordinario dovrà avere il nulla osta da parte della segreteria nazionale». A questo punto il passaggio diventa scivoloso. «Non sono uno di quelli che scappano dopo le sconfitte e mi attendo che faccia lo stesso il resto del gruppo dirigente», afferma il bellunese, prima di aggiungere: «Ribadisco che la mia poltrona non è inchiodata al mio sedere e la rimetto al giudizio del Pd nazionale e veneto».
Fra i presenti comincia ad insinuarsi il dubbio: ma il segretario è dimissionario o no? Prende la parola Alessandra Moretti. Per ogni sorriso, una stilettata. Sulla sconfitta: «Molti li ho sentiti vicini, molti altri no, ma ho avuto il “piacere” di leggerli il giorno dopo sui giornali». Sui parlamentari: «Avete perso più tempo a litigare e guardarvi l’ombelico che a raccontare le cose straordinarie che fate a Roma». Sul maschilismo: «Non sta solo nel centrodestra, ma anche nel nostro elettorato, in quella sinistra radical-chic che forse neanche fra cinque anni saprà accettare una candidatura femminile».
Si avvicina la sera, Venezia e Verona hanno i direttivi provinciali. Ai voti viene messa solo la proposta di Davide Zoggia, per rinviare la discussione a sabato pomeriggio, magari anche alla presenza di un vicesegretario nazionale. La mozione passa per 15 a 11, numeri minimi che danno il senso della baraonda ormai in corso. Sul viso di Simonetta Rubinato è stampato lo sbigottimento: «Avevamo il dovere di dare ai veneti un messaggio chiaro. Quando un partito perde così clamorosamente, la segreteria si dimette e viene convocato un congresso. Invece qua non ho capito cosa sia successo».

di Angela Pederiva dal Corriere del Veneto


Commenti

Inviato Mercoledi 24 Giugno 2015 alle 07:00

Povera Moretti , si lamenta. Forse se rimanesse a casa farebbe meglio. Il Partito Democratico non ha più bisogno di Lei! vista la sonora sconfitta vee Victis!
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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