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Dimissioni del dirigente Servizi a Rete Aim: Raimondo allarmato, gruppo Aim sereno: concentrati su fatti e su gara distribuzione gas

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 22 Agosto 2015 alle 23:14 | 0 commenti

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Giuliano Raimondo, ex sindacalista Cgil lavoratori energia, è sempre molto attento alle vicende Aim specialmente per il settore Energia di cui si occupava come sindacalista. La sua fonte, tipicamente critica con l'azienda e con i suoi vertici attuali, è spesso, comunque, utile per fare ragionamenti sulla municipalizzata che, però, da quando ha lasciato l'In house per scelte normativamente obbligate confrontandosi sempre di più col mercato, obbliga a riflessioni più accorte su situazioni che toccano mille lavoratori e il loro futuro.

Su questo converrà, da ex sindacalista, anche Raimondo, che oggi ci informa che «si è "improvvisamente" dimesso anche l'ingegnere direttore nella Servizi a Rete del Gruppo AIM». Questa la notizia, che Raimondo, visto che «il fatto avviene a pochi mesi dall'uscita del bando di gara per l'A.TE.M. Vicenza 1» per l'affidamento del servizio di distribuzione del gas, bando di sicuro vitale per AIM, correda con sue annotazioni personali che partono da quella che il dimissionario era «persona esperta e stimata della divisione della distribuzione del gas la quale, già nel recente passato, insieme a altri tosti amministratori, ha concorso a salvare la stessa Servizi a Rete dalla "confusione" che ne condizionava l'esistenza» fino a quella che sarebbe pesantissima la «situazione di AIM Bonifiche, quella della SIT e quella di VALORE CITTÀ-AMCPS, alle quali si starebbero aggiungendo esternalizzazioni di importanti attività amministrative».

E poi arriva la stoccata, tipica di Raimondo, ai vertici: «Il tutto avviene in un contesto di assordante silenzio dell'amministratore unico del Gruppo il quale, come si sussurra all'interno, sarebbe sempre più condizionato dalla solita direzione generale».

Non siamo mai stati teneri con AIM, quella vecchia della gestione di centro destra culminata in un processo penale terminato in primo grado con le condanne a due anni di Giuseppe Rossi, suo ex amministratore, e del "faccendiere" Carlo Valle e con l'assoluzione piena di Gianni Giglioli, e quella nuova, che abbiamo criticato, pronti a rifarlo, su dati e fatti concreti, ma che, bisogna dirlo visto che è un fatto, è uscita dal baratro in cui era precipitata grazie alla regia di Achille Variati che ha affidato la "rottura" col passato a un manager discusso ma capace come Roberto Fazioli e poi ha gestito la "normalizzazione" con Paolo Colla, manager sì, ma soprattutto accorto politico.

La presenza costante da 25 anni in azienda e crescente ai suoi  vertici operativi di Dario Vianello è ciò che spesso ha fatto discutere molti e riflettere anche noi, ma un altro fatto è, lo diciamo a chi ci legge e a Raimondo, che, se l'attuale direttore generale ha convissuto con le scelte dimostratesi sbagliate dei tempi del centro destra e sta gestendo quelle ad oggi positive durante le due amministrazioni Variati, a lui può essere magari rimproverato di non aver puntato abbastanza i piedi, se ne aveva il potere, contro gli errori passati ma va riconosciuto che la sua totale conoscenza di ogni angolo dell'azienda sta forse aiutando l'amministratore unico attuale del gruppo a fare le scelte più giuste o meno sbagliate.

Dario Vianello starà facendo meglio per la maggiore esperienza acquisita o per i maggiori spazi decisionali a lui concessi ma è un fatto che il bilancio del gruppo, gestito dalla coppia Colla - Vianello, tiene e la società nel suo insieme si sta apprestando alle sfide future su gambe solide e non su quelle d'argilla dei tempi di Enrico Hüllweck.

Abbiamo chiesto all'azienda, stia ovviamente tranquillo Raimondo, un commento sulle sue affermazioni e stiamo contattando il dirigente dimessosi per conoscere da lui le motivazioni del suo stop (anche lei, Raimondo, ci dice che non sono note...).

Ma, nell'attesa, non ci sentiamo in questo difficilissimo momento generale, per senso di responsabilità soprattutto verso i lavoratori, di diffondere il panico sull'abbandono di un pur valido dirigente, visto che l'organizzazione Aim, questa la prima osservazione di ambienti vicini ai suoi vertici, «è articolata e di certo in grado di portare avanti le sue strategie, in primis quelle per la gara per l'affidamento del servizio di distribuzione del gas, con o senza un sia pur valido dirigente».
Dopo esserci posti spesso anche noi in passato la domanda su chi realmente "comandi" a Contrà Pedemuro S. Biagio, non possiamo, poi, dimenticare anche la nostra esperienza professionale personale, che solo quando ci ha visto accomunare in aziende e associazioni imprenditoriali (e anche sportive) i due ruoli di amministratore e di direttore generale non c'erano dubbi sul bastone di comando, mentre le volte in cui abbiamo assolto il ruolo solo di presidente di Cda (o amministratore unico) oppure solo quello di ad o dg all'esterno altri si potevano porre la domanda su chi fosse il vero leader.
E ricordiamo anche, e ovviamente, che abbiamo riscontrato le situazioni migliori quando da presidente (o amministratore unico) oppure da ad o direttore generale abbiamo creato con il nostro "collega" di vertice un rapporto chiaro e dialettico ma con totale sintonia di intenti.

Per uscire dalle nostre "piccole" esperienze, anche se, siamo un pizzico vanitosi, a volte di respiro internazionale, oggi in Fca Fiat Chrisler Automobiles chi comanda? Il presidente John Elkann o il suo amministratore delegato Sergio Marchionne? Elkann col suo ruolo più netto di interprete delle volontà e delle strategie della proprietà? O Marchionne che condivide le strategie, anche in fase di loro determinazione, e poi le trasforma in atti e operazioni dialogando non solo con il basso ma, pensiamo, spesso anche col presidente Elkann?

Visto che FCA sta andando più che bene... alla grande ed è l'unica rimasta delle veramente grandi aziende a matrice italiana, anche se internazionalizzata come impone il mercato, ci auguriamo che anche il Gruppo Aim nel suo piccolo (grande e vitale però per la comunità e i lavoratori vicentini) goda di una coppia al vertice affiatata e produttiva.

Se così è e sarà verrà superata anche la preoccupazione di Giuliano Raimondo sul fatto che, dopo le dimissioni del dirigente, «se ne va una persona che di gas ne sa e che coscientemente operava tra tante difficoltà nell'interesse degli utenti - a partire dalla sicurezza del servizio - e nel rispetto dei "suoi" dipendenti impegnati nella distribuzione del gas».

Ma siccome anche FCA e la coppia Elkann Marchionne non sono la perfezione in terra, concordiamo con l'appello dell'ex sindacalista al sindaco e presidente della Provincia di Vicenza, Achille Variati, perché vigili sull'attuazione delle strategie fissate dalla proprietà, il Comune di Vicenza, e anche sul corretto rapporto tra azienda e lavoratori.
Eppure, nell'attesa di qualche considerazione chiarificatrice dell'azienda, che già abbiamo informalmente sentito, sugli appunti di Raimondo ai «massimi livelli di AIM», non riteniamo che sia questo il momento di auspicare «una svolta, pena il tracollo definitivo del Gruppo» (le svolte non funzionano, se e quando funzionano, come nel calcio) perché questo è il momento irripetibile per far sì che Aim si compatti  per raccogliere a partire dalla gara per l'Atem Vicenza 1 gli effetti della "svolta", quella sì ineludibile e imposta da Variati fin dal 2008, e si aggiudichi quei bandi che, come dice l'ex sindacalista, vanno vinti a tutti i costi (anche quelli di abbassare, magari momentaneamente, i toni).
Se il rischio, in caso di "sconfitta", è, come dice Raimondo, «lo scricchiolamento definitivo del Gruppo», tutti quelli che hanno a cuore la multi utility, e Vicenza stessa diremmo visto il peso di Aim sull'economia e sui servizi territoriali, devono concentrarsi nel proporre azioni e non nel supporre a priori come malefici condizionamenti del "furbo" direttore generale Dario Vianello quelli che, fino a prova contraria, devono essere suoi contributi professionali.

A un Paolo Colla, che proprio "sciocco" non ci sembra visto il mare a dir poco mosso in cui da tempo ha imparato a navigare. Lui che, lo ripetiamo anche al "buon ex  sindacalista", è un manager sì, ma soprattutto si conferma come un accorto politico.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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