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Decreto "salva-risparmio", Pier Paolo Baretta: per ex Popolari venete una garanzia in più

Di Rassegna Stampa Venerdi 17 Febbraio 2017 alle 08:28 | 1 commenti

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Lo Stato nelle banche venete? Meglio in minoranza. In un aumento di capitale che avrà un primo importante test nell’emissione dei bond garantiti dallo Stato per la liquidità. Il decreto Salvarisparmio è legge. Fondamentale anche per Bpvi e Veneto Banca, che dovranno affrontare un aumento di capitale che si vuole proiettato verso i 5 miliardi, in cui l’ingresso dello Stato appare scontato. Lo sa bene il sottosegratario all’Economia, Pier Paolo Baretta, che ne è tra i padri: «Siamo partiti da Mps, ma la soluzione è di grande interesse anche per altre banche, venete comprese».

Indiscrezioni hanno parlato già di un intervento dello Stato sull’Ue per una ricapitalizzazione da 5 miliardi. «Abbiamo un consenso complessivo Ue sul provvedimento. Ma le vicende vanno affrontate caso per caso. L’avvio dell’iter è affidato alle banche. Il pallino ce l’ha l’Ad di Bpvi, Fabrizio Viola». Ma l’intervento dello Stato, specie se in maggioranza, sarà l’ennesimo colpo alla fiducia verso le due banche. «È solo un pezzo del risanamento. Lungo le tappe dell’azione di responsabilità, del rimborso agli azionisti, del ripristino della liquidità, dell’aumento di capitale con un piano industriale di rilancio e fusione. Se tutto è lasciato allo Stato, per carità, siamo pronti. Ma perdiamo un’occasione». La prospettiva dell’ingresso dello Stato ha messo tutti alla finestra. «Intervento, ricordo, temporaneo. Le parti non possano sfilarsi perché tanto paga Pantalone, cosa che non è. Devono partecipare al rilancio. Lo Stato è a disposizione. Il management faccia il piano industriale, banche e soci trovino soluzioni condivise sui rimborsi. Non può essere uno scaricabarile tanto c’è lo Stato. Pedina importante, ma non risolve tutto». Che cambia con lo Stato in maggioranza? Per dire: i manager? «Scelte che spetteranno agli azionisti. Certo, l’attuale management sta lavorando sul risanamento. Sarebbe sbagliato interrompere il percorso». L’ingresso in maggioranza pare scontato. «Non abbiamo richieste dalle banche venete e la questione non si pone. Ma se dovessi esprimere la mia opinione direi che continuo a preferire un ingresso in minoranza. Vorrebbe dire che il problema delle banche non se lo pone solo Roma ma anche i veneti». Anche con lo Stato lei insiste per un intervento dei veneti nell’aumento di capitale. «Sarebbe un segnale importante. Soprattutto se lo Stato farà la sua parte; e anche in vista della sua uscita». Lei dice: lo Stato è una garanzia in più per entrare in gioco, non per restar fuori. «Esatto. È l’occasione per un gioco di squadra sul rilancio». Di due banche a cui clienti e risparmiatori paiono già aver girato le spalle? «È questo il problema. Ma interveniamo per salvarle e rilanciarle, non per accompagnarle alla liquidazione. Se lo facciamo è perché lo riteniamo possibile. Su Mps e a maggior ragione per le venete». Il rischio non è che per Bpvi e Veneto Banca finisca come per le 4 banche risolte? Grandi investimenti di tempo e soldi per poi arrivare a sperare che qualcuno se le prenda? «La dico così: se il management chiede l’intervento pubblico e lo stato dice no il rischio è assicurato. Se lo Stato interviene vuol dire che la prospettiva è diversa. Non avremmo fatto il decreto». Nella legge ponete un tetto agli stipendi. «Per l’alto management delle banche in cui entra lo Stato 420 mila euro. Cifra rilevante. Ma molto inferiore a quelle del mercato bancario». Vale sia per l’ingresso di maggioranza che no? «Nel primo caso è sicuro, nel secondo si può porre come condizione per l’ingresso». Ma di fronte a un intervento dello Stato in maggioranza Atlante metterà gli 1,7 miliardi che restano? Non converrà che gestisca sofferenze? «Dipende da quanti soggetti ci saranno in campo. Se la partita sarà limitata a governo e Atlante, si giocherà così. Ma se ci saranno anche risparmiatori e capitali veneti il ragionamento diventa più ambizioso». E sui bond garantiti dallo Stato per la liquidità che le due banche emetteranno? «Se fossi un risparmiatore, smaltita la giusta incazzatura, mi chiederei se essere della partita. Quello sarà un segnale importante della fiducia del mercato sul rilancio. Anche per la fase successiva». L’aumento di capitale. «A titoli garantiti dallo Stato potrebbero seguire, se le banche lo chiederanno, un intervento pubblico di ricapitalizzazione. Non sfugge l’importanza che il primo passo avrà sul secondo. La qualità della discussione successiva dipenderà molto dalla prima fase». Intanto arriva la commissione d’inchiesta parlamentare. Cosa potrà venirne fuori rispetto a quanto già si sa? «Forse un quadro più sistematico sulle responsabilità». Mettendo a fuoco anche il ruolo di Bankitalia? Sulle venete e i diversi pesi e misure molto si è discusso. «È una commissione d’inchiesta del Parlamento. E il Parlamento è sovrano».
Di Federico Nicoletti, da Corriere del Veneto


Commenti

Inviato Venerdi 17 Febbraio 2017 alle 12:58

Per la madonna! La volete finire di raccontare balle, di discutere, di fare inchieste, il Parlamento è sovrano di che state parlando! Ladri siete e resterete! Ma prima di morire ci sarà la vendetta della Bastiglia. Amen.
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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