Dati Cgia e Bankitalia, Ciambetti: la spesa pubblica veneta è virtuosa mentre paghiamo pro-capite 9.140 euro di imposte
Sabato 16 Luglio 2016 alle 20:52 | 0 commenti
Riceviamo da Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, e pubblichiamo
Secondo la Cgia di Mestre il prelievo fiscale medio nazionale vede gravare il peso delle tasse per 8.572 € pro-capite: veneti versano 9.140 €, i campani  5.854 €, i siciliani con 5.556 € mentre i calabresi con 5.183 € pro capite chiudono la classifica. Lo squilibrio è dato dal diverso scenario socio-economico, diversa ricchezza prodotta, diverso tasso di occupazione e, probabilmente, diverso peso dell’economia in nero.
Detto questo lo studio Cgia mette in luce che sulla media di 8.572 €, l’81% pari a 6.989 €  finiscono nelle casse statali  mentre 903 € pro capite sono destinati  alle Regioni, pari al 10,5 % del totale,  e 680 €, il 7.9 % pro capite confluiscono nelle casse degli Enti locali.  In altre parole, il decentramento incassa il 18.5 per cento di quanto versato dai cittadini, mentre lo stato si porta via oltre i  4 quinti dell’intero gettito.
A questi soldi, bisogna aggiungere l’immensa massa del debito pubblico che in massima parte è concentrato nelle amministrazioni centrali dello stato.
Detto questo bisogna calibrare l’analisi della Cgia nel nostro Veneto: lo stato trasferisce alle Pubbliche amministrazioni venete  solo 1.319 € (media regioni a statuto ordinario 1.452 €) degli oltre 8 mila € pro-capite che introita nella nostra Regione. Come prelievo fiscale Bankitalia spiega che le aliquote tributarie di competenza della Regione sono inferiori ai valori medi delle Regioni a Statuto Ordinario (Rso): addizionale iIpef aliquota Veneta 1.23% (1.65% media Rso), Ordinaria Irap 3.9 % (media Rso 4.16): di questa imposta nonostante il nome una parte va comunque allo Stato. I tributi provinciali sono applicati al massimo previsto dalla legge mentre per i tributi comunali le aliquote Tasi sono mediamente più basse rispetto alla media Rso. E’ più elevata l’addizionale comunale sull’Irpef (5.07 per mille contro il 4.99 per mille Rso) per altro applicata da una elevata percentuale di Comuni (96.2 % rispetto alla media Rso 90.9 %). Anche per quanto riguarda l’indebitamento delle amministrazioni locali, Bankitalia svela che il Veneto figura tra gli enti più virtuosi: i rapporto al prodotto interno lordo il debito complessivo delle nostre amministrazioni è pari al 3.4 %  (media nazionale 5.4%) e  con i suoi 5 miliardi e 27 milioni risulta in diminuzione del 6 % rispetto all’anno precedente e rappresenta complessivamente il 5,5 % del debito totale delle amministrazioni locali italiane.  In Veneto, sempre stando ai dati Bankitalia giugno 2016, la spesa pubblica delle Amministrazioni locali (Regioni, Comuni e Province) complessiva, al netto degli interessi sul debito, nel periodo 2012-2014 mediamente è stata di 3.156 € contro una media RSO di 3.339 €  e 4.510 € per le Regioni a statuto speciale. Enti locali e Regione Veneto spendono meno della media nazionale, pari a 3.516 € e la spesa è così suddivisa: 64.8 % tra Regione e Sanità (media nazionale 61.8% ), Province 3.4 % (media nazionale 3.7) Comuni 24.7% (Media nazionale 27.2%.) E’ interessante notare che per la sanità , il Veneto spende (dato 2014) circa 1.871 € per cittadino, contro una media delle RSO e Sicilia di 1.892 € e una spesa media complessiva Italia di 1.907 €: la spesa sanitaria veneta, dunque, è più bassa delle media e delle altre Regioni ordinarie, sebbene, in termini percentuali sul proprio bilancio il Veneto investa molto di più della media nazionale.
Con la svolta del neocentralismo imposta dalla Riforma Renzi-Boschi uno stato che non è stato capace di colmare il divario Nord – Sud del paese  azzererà le Regioni accentrando a Roma ogni entrata: ogni gestione virtuosa dei soldi pubblici sarà punita- Ha senso?
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