Dal Molin, presa in giro senza fine
Mercoledi 17 Marzo 2010 alle 17:09 | 0 commenti
C'è una frase scappata al ministro della Difesa Ignazio La Russa nei giorni scorsi a cui non è stato dato il peso che merita: parlando della nuova base Usa al Dal Molin nel corso della sua visita pre-elettorale in città , La Russa ha detto che la Ederle2 è importante, ma che uno stop non avrebbe intaccato i rapporti tra Italia e Stati Uniti (Giornale di Vicenza di lunedì 14 marzo).
Proprio così: di fronte alla prospettiva della costruzione di un nuovo insediamento militare a stelle e strisce si poteva anche dire di no, e questo senza rimettere in discussione alleanze e rapporti internazionali.
Alla faccia di tutti quelli che, in questi quattro anni, hanno ripetuto esattamente il contrario: e cioè che rifiutare la costruzione della nuova base era impossibile, in virtù degli accordi che ci legano agli Usa e che si fondano sui patti bilaterali del 1954, ancora coperti dal segreto di stato. Un ritornello che ha fatto comodo a tanti: a destra come a sinistra, a livello locale come nel governo nazionale.
Alla luce di tutto ciò, ci sono almeno un paio di considerazioni da fare. La prima è che il segreto fa a pugni con la democrazia: un sistema democratico si basa (meglio, dovrebbe basarsi) sulla trasparenza del potere, cioè sulla possibilità dei cittadini di controllare come e perché vengono prese determinate decisioni. Se manca questo pilastro, si spalancano le porte agli arbìtri e agli abusi. Tanto più in un caso come quello del Dal Molin, in cui, visto che non si stanno discutendo i piani d'attacco in una fase di guerra, non si capisce la necessità di tanta segretezza.
La seconda, più che una considerazione, è una domanda: viene da chiedersi, infatti, che fondamento avessero tutte le dichiarazioni sentite in questi anni sull'ineluttabilità del Dal Molin, giustificate proprio con l'impossibilità di dire di no all'amico-alleato statunitense. Delle due l'una: o La Russa ha detto una fesseria, o per tutto questo tempo ci hanno spudoratamente presi in giro. Temo che la risposta più vicina alla verità sia la seconda.
L. M.
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