Dai Mastrotto al cda Acquechiampo
Sabato 19 Maggio 2012 alle 01:06 | 0 commenti
I media di oggi hanno dato molto risalto alla notizia che riguarda i re della concia arzignanese, i fratelli Bruno e Santo Mastrotto. Un anno e otto mesi di reclusione per il primo; un anno e tre mesi per il secondo. Questa la pena patteggiata ieri davanti al giudice per le indagini preliminari di Vicenza dai due imprenditori nell'ambito dell'inchiesta Reset - Dirty Leather; inchiesta di risonanza nazionale che ha squassato il distretto della pelle in Valchiampo. La pena per di più è stata sospesa ma nel comune sentire la differenza tra condanna e patteggiamento è di fatto nulla perché sempre di ammissione di responsabilità penale si tratta.
E per questo la sentenza è epocale, giacché si tratta dei due più importanti nomi del settore. La questione quindi diventa politica. In primis c'è la vicinanza tra il sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin (Pdl) che dopo il coinvolgimento del Gruppo Mastrotto aveva detto che si sarebbe pronunciato di fronte ad una sentenza definitiva. Che è arrivata ieri. La questione più importante però riguarda il cda della municipalizzata arzignanese Acque del Chiampo che vede Santo Mastrotto nel cda. Da mesi la Cgil ritiene che l'inchiesta penale obbligherebbe, almeno sul piano della opportunità , Santo Mastrotto e gli altri indagati a fare le valigie. Ma ora che c'è pure una sentenza definitiva come si comporteranno le forze politiche? «Ad essere sinceri - fa sapere il consigliere comunale della minoranza arzignaese di centrosinistra Gianfranco Signorin - anche noi avevamo chiesto un passo in dietro a tutti quei soggetti nel consiglio di amministrazione che avevano procedimenti penali pendenti. Ora è bene che ci sia un momento di riflessione collettiva. Un momento in cui Assindustria in primis si interroghi sugli errori commessi da tanti suoi iscritti. Al contempo occorre cominciare a tracciare un percorso in cui una volta ammessi e compresi gli errori si decida di cambiar pagina con sincerità e buona volontà ». Lo stesso consigliere, che per anni è stato primo cittadino nella città del Grifo, fa sapere che a breve il consiglio di amministrazione della municipalizzata andrà in scadenza. Sarà quindi il momento buono «per sondare la volontà di tutti» a partire da quella del sindaco arzignanese Gentilin «al quale spetta in qualità di azionista il grosso della decisione sul board di Acque del Chiampo».
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