Da Raffaello a Picasso, a Vicenza i ritratti raccontano cinquecento anni di arte
Sabato 29 Settembre 2012 alle 18:03 | 0 commenti
Finalmente: Raffaello verso Picasso è il primo vero grande evento artistico di respiro internazionale ospitato nella Basilica Palladiana, che si mostra per l'occasione in tutta la sua bellezza dopo il lungo restauro.
Inserita in un'architettura che è essa stessa opera d'arte, la mostra - che inaugurerà ufficialmente la sera del 5 ottobre - raccoglie quadri di grande valore provenienti da diversi musei del mondo che mai da queste parti abbiamo visto riuniti in un'unica esposizione.
Il pubblico a cui si rivolge è vasto: questa è una di quelle mostre in cui anche i più profani rispetto alla storia dell'arte trovano almeno un pittore di cui hanno già sentito parlare. E i numeri cominciano già a dimostrarlo: le prevendite online stanno andando a gonfie vele verso le 80mila prenotazioni, mentre in soli due giorni di apertura delle biglietterie per l'acquisto del biglietto "libero" (che con 15 euro dà accesso alla mostra in qualsiasi giorno e orario) sono già stati venduti 400 posti.
Nelle stanze ricreate nel grande salone al piano superiore della Basilica, immerse in una temperatura di 20 gradi e un'umidità del 50% mantenute costanti, sono esposte opere, fra gli altri, di Raffaello, Botticelli, Mantegna, Giorgione, Tiziano, Dürer, Rubens, Caravaggio, Van Dyck, Rembrandt, Velázquez, El Greco, Goya, Tiepolo, Manet , Van Gogh, Munch, Picasso, Matisse e Modigliani, fino a Giacometti e Bacon.
L'elenco appena fatto segue un ordine temporale, che spesso è quello proposto nei musei e nelle mostre. Oltre al valore delle opere esposte, il punto di forza di Raffaello verso Picasso è invece la trasversalità del percorso proposto, che trasforma l'esposizione in un'autentica lezione di arte lungo il filo conduttore del ritratto. Anziché scegliere di esporre i lavori in ordine cronologico, il curatore Marco Goldin di Linea d'ombra ha voluto raggrupparli per tematiche e, all'interno delle sezioni, proporre al pubblico delle giustapposizioni che lo invitano alla riflessione sulle tecniche e sui temi.
Per esempio, nella prima sezione dedicata al sentimento religioso, sono esposti vicini due dipinti con lo stesso soggetto: un monaco inginocchiato. Da una parte San Domenico in preghiera di El Greco, dall'altra Monaco in preghiera di Manet invitano lo spettatore al confronto, alla riflessione su cosa è cambiato in 250 anni di arte. Lo stesso vale per l'accostamento di tre ritratti di giovane - questa volta coevi - di Giorgione, Raffaello e Dürer, e per gli autoritratti giustapposti di Cézanne, Van Gogh, Bonnard e Gauguin. E' davvero difficile non lasciarsi coinvolgere nel gioco di rimandi e richiami che caratterizza tutta l'esposizione, con un doppio effetto: didattico da un lato e appassionante dall'altro.
Dalla Basilica si esce con l'impressione di saperne di più, ma nello stesso tempo si desidera conoscere, confrontare e pensare ancora.
La mostra si sviluppa in quattro sezioni:
- Il sentimento religioso. La grazia e l'estasi, che dedica gran parte dello spazio alla vita di Cristo, dalla nascita alla Passione, e si conclude con immagini di preghiera e di santi;
- La nobiltà del ritratto, una galleria di personaggi i cui ritratti hanno funzione celebrativa, ma senza trasfigurare i protagonisti: il curatore ha sottolineato la scelta voluta di opere che esprimano la verità della rappresentazione;
- Il ritratto quotidiano, dove i dipinti raffigurano persone comuni. In questa sezione emergono maggiormente le differenze tecniche e tematiche tra i diversi periodi storici, ma anche le influenze e i rimandi fra gli artisti;
- Il Novecento. Lo sguardo inquieto, dedicata al cambiamento radicale portato dal Novecento nella rappresentazione dei volti e dei corpi.
Prima della visita, consigliamo di scaricare il Quaderno di presentazione, con tutti i dettagli per acquistare i biglietti e una ricca panoramica della mostra.
Unico appunto, doveroso, per i visitatori stranieri: curiosamente, vista l'importanza della mostra, le didascalie delle opere non saranno in inglese ("Per mancanza di spazio", ha detto il curatore). Le audioguide, il libro esplicativo sul ritratto e le guide per i gruppi, invece, 'parleranno' anche a chi non sa l'italiano.
(Foto: da sinistra, il curatore Marco Goldin, il sindaco di Vicenza Achille Variati e l'assessore alla Cultura Francesca Lazzari in posa con uno dei Mantegna presenti in mostra)
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