Crisi, la transizione che non passa
Sabato 24 Luglio 2010 alle 06:00 | 0 commenti
Da oggi è in edicola VicenzaPiù n. 196. Vi anticipiamo la copertina e la rubrica del direttore Poche ciacole
Crisi, la transizione che non passa
C'è la crisi. Quante volte al giorno lo leggiamo, lo sentiamo, lo diciamo, lo viviamo, soprattutto. Ma cos'è la crisi? Ci aiuta un qualunque dizionario on line: è uno "stato transitorio di particolare difficoltà o di turbamento, nella vita di un uomo o di una società ".
Ma se questa crisi dura da 2 anni e altri ne durerà , tutto è fuorchè uno ‘stato transitorio'. E' un cambiamento, un sovvertimento epocale. Di equilibri sociali e politici, locali, nazionali e mondiali. Di modi di vivere. Di valutazione di cosa intendiamo per vita. Per moltissimi, la gran parte, nel già vecchio mondo globalizzato, ci sono e ci saranno meno soldi e, quindi, meno benessere. Per pochi ce ne saranno moltissimi di più e, quindi, più potere. Per la moltitudine (i poveri) ci sarà da scegliere tra la disperazione per le abitudini da cambiare verso il peggio o la riconsiderazione della loro qualità e delle loro priorità , pena la depressione. Per i privilegiati (i ricchi) si imporrà la scelta tra la loro abituale visione affaristica ed egoistica e una nuova considerazione degli altri, pena la guerra sociale. Il tutto aggravato da un fatto ‘tecnico'. Se le aziende (per non parlare dei parassiti finanziari) si stanno già riprendendo e guadagnano, questo è vero perché hanno tagliato costi e lavoratori. Perché ricomincino ad assumere ci vorrà molto più tempo. A meno che improvvisamente gli imprenditori non diano un seguito reale, non solo con le ciacole, ai pronunciamenti che da anni fanno sull'etica dell'impresa.
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