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Crisi banche popolari, la Repubblica: qualcosa non funziona più nel ricco nordest

Di Rassegna Stampa Sabato 12 Dicembre 2015 alle 16:13 | 1 commenti

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«Il denaro è diventato il dio di questo mondo. Ma questa non è civiltà, questo è un suicidio collettivo. Queste banche hanno defraudato la gente, le hanno tolto la speranza. Questo è malaffare». don Enrico Torta è il parroco di Dese in provincia di Venezia, è il prete anti-usura, ora è anche il prete-anti banche. È diventato il presidente onorario delle associazioni dei piccoli azionisti di Veneto Banca che alla fine di novembre si sono riuniti nella sua parrocchia per provare a difendersi dopo aver visto precipitare verso il nulla i risparmi di una vita.

Ci sarà anche lui sabato prossimo, 19 dicembre, sotto il tendone di Villa Spineda di Volpago di Montello, nel trevigiano, per l’ultima mega-assemblea con voto capitario degli 88 mila soci della popolare di Montebelluna. Un rito (antico) che non si ripeterà più. È arrivata la riforma delle banche popolari, poi la vigilanza della Banca centrale europea e si sono scoperte, tra l’altro, le azioni gonfiate: valevano quasi 40 euro ora, se va bene, 7,3. La bolla delle popolari è scoppiata pure nel ricco, laborioso, Nord-Est, Vicenza, Treviso e via via lungo i capannoni di un territorio che deve cercare una nuova identità, una nuova cultura imprenditoriale e soprattutto un nuovo rapporto con le banche. Le popolari che hanno garantito i prestiti anche durante la doppia recessione ora presentano il conto alle aziende e alle famiglie che in quelle zone sono spesso la stessa cosa. Conto carissimo.
Le inchieste della magistratura hanno decapitato i vertici della Popolare di Vicenza. “Re Gianni” Zonin ha lasciato lo scettro dopo quasi un ventennio. È stato costretto a dimettersi dal consiglio di amministrazione pure il presidente della Confindustria di Vicenza, Giuseppe Zigliotto, anch’egli indagato, dopo che è uscita la notizia che era riuscito a vendere ben 5,5 milioni di azioni della Bpvi poco prima del tracollo. Zonin è accusato di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. Ora indaga anche la procura di Prato (la Bpvi si era estesa in Toscana e in Sicilia come le vigne del viticoltore- banchiere) che, dopo l’esposto di un gruppo di imprenditori toscani, accusa alcuni funzionari della Popolare di estorsione perché i fidi erano condizionati all’acquisto delle azioni della banca. Soci in cambio di prestiti, di mutui, di fidi. Come a Banca Etruria o a Banca Marche. Conta poco che fossero obbligazioni subordinate o azioni. Erano le piccole banche del territorio, decantate trasversalmente dalla nostra politica dalla memoria corta. Ora sono le banche della grande truffa. Basta leggersi le lettere arrivata alla Tribuna di Treviso dai piccoli azionisti. Denunciano il rilascio della carta di credito condizionato dall’acquisto di azioni; raccontano dell’erogazione di un prestito in cambio della rinuncia alla liquidazione delle azioni. Salvatore: «Ho comprato azioni Veneto Banca circa cinque anni fa quando mi hanno dato il mutuo. Mi hanno detto che comprando azioni Veneto Banca avrei avuto agevolazioni, tassi più bassi, ecc, ecc. Solo vantaggi e basta. Ho perso tutto, non è giusto che una banca faccia questo». I piccoli azionisti puntano a far saltare il progetto della trasformazione in società per azioni di Veneto Banca, dell’aumento di capitale e della quotazione. Percorso accidentato. Assai rischioso. Il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti (socio che perderà 15 mila euro) ha proposto di allungare i tempi almeno di un paio di mesi. Il 26 novembre il presidente di Veneto Banca, Pierluigi Bolla, ha scritto ai soci sostenendo che se dovesse saltare la riforma l’effetto sarebbe drammatico: fine della banca. La Bce, d’intesa con la Banca d’Italia, sembrerebbe pronta a muoversi, nel caso, in questa direzione. La scorsa settimana i vertici di Veneto Banca sono volati a Francoforte, il prossimo appuntamento è fissato a Roma per il 21 dicembre dopo l’assemblea. Intanto appare probabile l’azione di responsabilità nei confronti del precedente consiglio di amministrazione.
Infine ci sono le aziende azioniste delle popolari. Nei bilanci che stanno chiudendo dovranno svalutare. Una perdita del proprio patrimonio. Così per recuperare affidabilità creditizia sono gli imprenditori a comprare e intestarsi personalmente le azioni. Qualcosa davvero non funziona più nel ricco nordest. 
di Roberto Mania da la Repubblica


Commenti

Inviato Sabato 12 Dicembre 2015 alle 16:40

Sarebbe meglio che Repubblica indagasse meglio al Centro, nelle zone rosse, nelle cooperative rosse, i soldi buttati per foraggiare la rossa unità (6 milioni annui) L'Unità ora del Pd, La Veneto Banca e Montebelluna a proposito...l'ex Sindaco Puppato ha controllato? Qui cari miei, sono le "persone" che non hanno più paura NEMMENO DI RUBARE! Però restano al timone e come sempre sono sempre e ancora sempre, ospitati nei salotti buoni e tirano nascostamente le fila, con grandi inchini del Presidente del Consiglio. A proposito i 130.000 MILA DERUBATI DEI RISPARMI, sono tutti anziani, con i risparmi di una vita, come non bastassero i ladri dell'Est, i Rom, ora ci si mettono pure le Banche a.........vendere .......prodotti inquinati. Meglio tenerli a casa sotto il letto, prima che questi SORCI che ci governano li vengano a rosicchiare. Stamane, mentre ascoltavo una Radio, gli speaker prendevano per il cu..i veneti che pensa "ai schei". Vero! Ma per lasciarli ai figli e nipoti consanguinei, secondo una storia di famiglia, almeno per chi la famiglia l'ha costruita. Amen. 7 Non Rubare.
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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