CorVeneto: Marzotto, Cestaro e Gemata tra gli sponsor "segreti" di Alessandra Moretti
Domenica 20 Settembre 2015 alle 14:50 | 1 commenti
Nonostante l’ostinazione con cui Alessandra Moretti continua a proteggere i suoi finanziatori, «per un obbligo di riservatezza, per rispetto nei loro confronti e perché così dice la legge» (si veda l’intervista), l’elenco delle imprese e dei privati che la scorsa primavera hanno deciso di sostenere la sua corsa contro Luca Zaia, contribuendo così alla causa dem alle elezioni Regionali, va delineandosi ormai in modo chiaro.
La campagna elettorale di Moretti ha goduto di tre diversi canali di finanziamento: quello personale, per 46 mila euro; quello del partito, per 447 mila euro; e quello dell’Associazione Moretti Presidente, per altri 443 mila euro. Quest’ultimo è stato quello che più ha sollevato polemiche, ostinatamente fomentate dalla Lega, perché è dietro all’Associazione che sono stati schermati i finanziatori privati della candidata Pd, quelli in sospetto conflitto d’interessi con la sua azione politica in consiglio regionale. Finanziatori di cui, per l’appunto, Moretti non ha mai voluto rivelare l’identità . All’interno della rendicontazione dell’Associazione, depositata presso il Collegio di controllo sulle spese elettorali della Corte dei conti di Roma, «un mistero nel mistero» era poi rappresentato dalla Fondazione Kairos, creata da Moretti pochi mesi prima del voto, che risulta aver dato un contributo di 100 mila euro all’Associazione (cui si aggiungono servizi per altri 46 mila euro) e di 23 mila euro alla candidata. Da dove arrivavano quei soldi? Difficile dirlo, visto il doppio livello di protezione (Fondazione prima e Associazione poi) e considerato il fatto che, per legge, le fondazioni non sono tenute a rendere noti i loro donatori, neppure presso la Corte dei conti (a differenza dei partiti).
Ebbene, il Corriere del Veneto è venuto a conoscenza di quella lista di nomi. Fassa Bortolo, storico marchio trevigiano dei prodotti per l’edilizia, partito da Spresiano ed arrivato a contare 12 stabilimenti in Italia e 1.200 dipendenti in Europa, ha versato 40 mila euro. Il gruppo Gemata di Trissino, nel Vicentino, leader mondiale nella costruzione di macchine destinate alla lavorazione delle pelli, ha assicurato altri 30 mila euro. Il conte Pietro Marzotto, per tre decenni al timone dell’omonimo colosso tessile di Valdagno, dopo aver definito Moretti «una donna con le palle» ed essersi autosospeso dall’Ordine dei Cavalieri del Lavoro per protesta contro la mancata revoca del cavalierato a Berlusconi, condannato per frode fiscale, ha dato 25 mila euro. Infine, la Unicomm di Marcello Cestaro, sigla che raggruppa i supermercati Famila e i centri commerciali Emisfero, ha contribuito con 15 mila euro (la stessa cifra versata sul conto di Flavio Tosi, come Moretti sceso in pista contro Zaia).
Gli altri sponsor della candidata dem, questi invece sì puntualmente indicati con nomi, cognomi e ragione sociale nel rendiconto depositato dall‘Associazione presso la Corte dei conti, sono riassunti nel grafico a lato. Tra le persone fisiche spiccano i 30 mila euro dell’avvocato Davide Sorbara, figlio di Guido che fu presidente della Camera penale di Treviso e segretario dell’Unione Camere Penali, e i 20 mila euro di Riccardo Magaraggia, parente di Ilaria, vice presidente della Fondazione Kairos. Tra le persone giuridiche, invece, il contributo più alto è quello della Sicit Chemitech, spa di Arzignano che si occupa di ingegneria chimica. Tra i volti noti, Fabio Franceschi di Grafica Veneta ha infine aiutato Moretti con servizi per 4 mila euro .
di Marco Bonet dal Corriere del Veneto
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