Corsie preferenziali a part time, Sel: manca un sistema delle qualità
Giovedi 4 Aprile 2013 alle 22:21 | 1 commenti
Ciro Asproso, Gruppo Urbanistica di Sinistra Ecologia Libertà di Vicenza - Trasporto collettivo, percorsi protetti e mobilità dolce sono un mantra per ambientalisti e sinistra alternativa, ma la "rivoluzione" viabilistica fra Viale S. Lazzaro e Corso S. Felice, con le gimcane, le corsie dei Bus a singhiozzo e per giunta part time è tutt'altro che sostenibile. Semmai lascia basiti e contrariati proprio i "verdi" più intransigenti.
Gli assi di penetrazione sono, da sempre, il biglietto da visita della comunità . Quelli di Vicenza versano da decenni in uno stato di degrado e decadimento avanzato, la loro riqualificazione doveva essere una delle finalità dei nuovi Piani urbanistici, ma non essendovi alcuna relazione funzionale tra PAT, PI e Piano Urbano della Mobilità , si tratta di un obiettivo puramente astratto.
In altre città , che al pari nostro erano alle prese col Piano di Assetto del Territorio, ci si è posti il problema della riorganizzazione spaziale e organizzativa degli ambiti pubblici, di una ridefinizione del modello della sosta e della mobilità , dell'eliminazione delle barriere architettoniche, in una parola, della realizzazione di un "Sistema delle Qualità ".
Ossia di una trama diffusa di aree ad uso pubblico, luoghi eccellenti, spazi aggregativi, percorsi dedicati all'utenza debole e al trasporto collettivo, che andavano precisati nel Piano degli Interventi e finanziati con la partecipazione ad appositi bandi europei e/o favorendo meccanismi perequativi e compensativi per l'acquisizione delle aree private. Nulla di questo è stato fatto, rinunciando alla più grande occasione che ci era offerta da 30 anni a questa parte: definire il nuovo Progetto di città a partire dai bisogni collettivi, anziché dalle pulsioni individuali.
Si dirà che vi è un accordo tra Comune e Provincia per una strada di collegamento dedicata ai bus, da Ponte Alto alla Stazione ferroviaria. Spiace evidenziarlo, ma questo non risolve affatto il problema della riqualificazione urbana e non rende più tollerabili le brutture di viale S. Lazzaro e Corso S. Felice. Mentre apre un nuovo fronte polemico sul tenore di un accordo squilibrato, che prevede 52 mila metri quadrati di nuove residenze e insediamenti commerciali, a fronte di un indice edificatorio di quasi 3 metri cubi per metro quadro.
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