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Consigliere speciale e super ministro

Di Renato Ellero Sabato 21 Maggio 2011 alle 15:03 | 0 commenti

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Consigliere speciale e super ministro, da VicenzaPiù e Ovest-Alto Vicentino n. 214 in distribuzione da venerdì 20 maggio (nelle note su Tremonti di Renato Ellero qualcuno vuol vedere anticipazioni di quanto appare oggi sulla stampa: lo faccia pure! n.d.r.)

L'esito delle elezioni amministrative determina la necessità di inquadrare il flusso elettorale. Appare evidente che il fascino di Berlusconi è in netto calo. Non tutti sono come le eleganti e raffinate signorine del “Bunga Bunga”. Questa disamina è fatta su dati “al netto dei ballottaggi” ma quando un cristallo comincia ad avere piccole crepe l'unico problema è sapere quando si romperà integralmente.

Qui ci occupiamo molto sinteticamente di due figure che, come al solito, non essendo di professione domestici, trattiamo come meritano.

Calearo

In genere chi si definisce con alterigia «responsabile» è, al contrario, persona sulla quale non si può fare alcun affidamento. Tal Calearo, dopo aver annoiato anche i più tenaci lettori del Giornale di Vicenza, ha scoperto che Berlusconi non può fare a meno di lui ma, non potendo abbandonare la ditta di famiglia, non può entrare a far parte del Governo per cui ne diventa addirittura consigliere speciale (come Razzi per intenderci). Che Berlusconi abbia bisogno di un consigliere speciale per il commercio con l'estero vista la sua perizia negli acquisti di film stranieri, mi sembra appartenere al regno delle barzellette. Che Calearo non possa abbandonare qualcosa mi sembra strano vista l'arte acrobatica nella quale si è reso famoso, cioè quella di passare da una parte all'altra senza il minimo rispetto per l'onore politico. Ma, trombato per il Governo, di cui diventa prima ministro, poi vice-ministro, infine sottosegretario, non era più dignitoso allontanarsi dalle stanze che l'avevano visto esibirsi come un paggio che sostiene lo strascico alla sposa, e, senza confondersi con uno Scilipoti qualsiasi, dedicarsi all'azienda come un eremita pentito?

Tremonti

Dopo tanta semenza, ecco l'erra moscia di Giulio Tremonti. Nato socialista, passato qualunquista, approdato in Parlamento grazie a Segni e passato infine alla corte di Berlusconi, strizzando però l'occhio alla Lega. Tremonti è quel che si dice un «signor so tutto», mentre in realtà sa poco e quel poco qualche volta male. Ministro nel ' 94 con la lettera di dimissioni (c'era veramente?) in tasca come scocciatura continua che ben conosco per i problemi che mi creava (anche a Silvio!) in Affari Costituzionali; Super Ministro nel 2001, che nelle due finanziarie da lui firmate, con l'assicurazione che erano rimaste entro il limite del 3%, ci portò alla scoperta europea che in realtà aveva sforato costringendo l'ingenuo Prodi a trattare le sanzioni (purtroppo senza proclami all'opinione pubblica); di nuovo Super Ministro nel 2008 ma questa volta ben conosciuto in Europa, tanto da essere messo sotto controllo da subito. In verità lui non «taglia» perché vuole, ma perché, se non lo fa, la Commissione europea gli amputa entrambe le mani. É tuttavia riuscito a non tagliare dove avrebbe dovuto direttamente eliminare (buono il latte, vero!?), andando a danneggiare dove al contrario doveva investire. Considerato nell'ambito europeo al diciottesimo posto come qualità tra i ministri economici, vive di frasi fatte e degne di altro ruolo. Facciamo un esempio: dice che delle concessioni marine non gliene «frega un tubo»; allora non si capisce perché ha violato la normativa esistente. Il Sud è un disastro  ma non si capisce perché le sue mosse al riguardo (vedi Banca del Mezzogiorno) siano delle  cavolate madornali e in linea con quello che critica. Attacca genericamente i politici meridionali ma non ci spiega come mai la stragrande maggioranza di questi alberga nel suo partito e dintorni, chiedendo ed ottenendo favori clientelari a cascata (quando non hanno richieste di misure cautelari sulle quali corre a Montecitorio per votare contro). Ha attaccato Visco e le sue norme per la lotta all'evasione e le ha, al contrario, applicate con cieco furore. Il giorno prima delle elezioni le critica e cita i risultati ottenuti (senza specificare come!) ed il giorno dopo riparte all'assalto dei poveri Cristi. Già, ci dimenticavamo di notare che i «grandi», che sono anche i grossi evasori non vengono mai presi, a parte qualche porno-attore (è invidia?) o qualche sportivo. Non spiega che i soldi che lo Stato spende a Sud vanno a finire anche nelle tasche delle grandi imprese del Nord, in particolare quelle sempre in prima fila alle cene per finanziare il Partito, contribuendo in modo rilevante alla ricchezza di questa parte dell'Italia (la più ricca d'Europa è un'altra delle sue amenità). Da ultimo, tra due mesi l'Italia ospiterà l'Assise mondiale della lotta contro l'AIDS. É di questi giorni l'espulsione dall'Italia dal cda del Fondo per la lotta contro l'AIDS, malaria e tubercolosi perché l'Italia è l'unico Paese che non ha ancora versato i contributi dovuti. Come biglietto da visita non c'è male. Del ministro ho un preciso ricordo. Nel 1995, come segretario della LIF presentammo un disegno di legge in senso federalista. Noi non eravamo dei falsificatori che presentano per federalista ciò che non è. Organizzammo, anche questo con le nostre tasche e non coi finanziamenti pubblici, un convegno a Roma sul tema. Venne il ministro Fantozzi, venne l'ex ministro Gallo, attuale Giudice Costituzionale. Invitato dal sottoscritto, Tremonti apprese che c'erano altri insigni giuristi del settore, alcuni anche con maggiori titoli accademici rispetto ai suoi. La cosa non gli piacque e al mio rifiuto di evitare la loro partecipazione rispose con un chiaro «allora io non vengo». In questa frase c'è tutto Giulio Tremonti ma anche tutti gli utili idioti che ne incensano virtù inesistenti.

Leggi tutti gli articoli su: Massimo Calearo, Giulio Tremonti, VicenzaPiù n. 214

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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