Confcommercio vs Rai: «No al canone sui pc aziendali»
Martedi 21 Febbraio 2012 alle 14:25 | 0 commenti
Andrea Gallo, Confcommercio Vicenza - La Confcommercio provinciale prende posizione sulle richieste di pagamento giunte da parte della RAI agli associati che detengono personal computer nei loro negozi/uffici. "Un altro assurdo balzello si abbatte sulle imprese italiane. Questa volta è la Radiotelevisione italiana ad esigere il pagamento dell'abbonamento speciale per il possesso di apparecchi come computer e simili, normalmente non finalizzati alla ricezione di programmi televisivi".
Così il direttore della Confcommercio provinciale Andrea Gallo, che spiega come "nei giorni scorsi sono fioccate sugli imprenditori e lavoratori autonomi associati anche le incredibili richieste della Rai di pagare il canone speciale dovuto in virtù di un Regio Decreto del 1938".
Secondo la normativa di riferimento la tv di stato si basa, infatti, sulla disposizione che prevede la riscossione del canone non soltanto da chi ha una televisione, ma da tutti coloro che dispongono di un qualsiasi apparecchio utile a ricevere le trasmissioni televisive, quindi anche i computer, monitor, modem, ipod, mp3, video cellulari, videocitofoni, videocamere, videoregistratori, ecc..
Per esemplificare: basta avere un computer per essere costretti a pagare una somma che, a seconda della tipologia di impresa, va da un minimo di 200 fino a oltre 6000 euro all'anno e chi non paga è soggetto a pesanti sanzioni e a controlli da parte degli organi di vigilanza.
Anche dall'Agenzia delle Entrate non arrivano spiegazioni. Si ha notizia che l'Agenzia stia sollecitando in tal senso il Ministero delle comunicazioni fin dal 2007 ma, ad oggi, nessun chiarimento è intervenuto. In tale contesto, a ciascun imprenditore è rimessa la decisione di aderire o meno alle richieste dell'ente impositore.
"La stupefacente iniquità della situazione, si pensi a quante migliaia di imprese potrà essere ingiustamente richiesto il pagamento del canone Rai, ha indotto la Confcommercio ad avviare un'azione sul Governo affinchè siano modificati gli attuali presupposti dell'imposizione. Tramite ReTe imprese per l'Italia, di cui Confcommercio fa parte", continua il direttore Andrea Gallo, "è stato chiesto l'intervento dell'Esecutivo e del Parlamento per esonerare le aziende dal pagamento del canone tv in relazione al possesso di apparecchi che fungono da loro strumenti di lavoro, quali computer, telefoni cellulari e strumenti similari".
Formale richiesta in tal senso è stata inviata al presidente del Consiglio, Mario Monti, e al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
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