Confcommercio e criminalità: "rivedere piante organiche forze dell'ordine in provincia"
Martedi 20 Novembre 2012 alle 20:18 | 0 commenti
Confcommercio Vicenza - Il presidente Sergio Rebecca: "Bene la richiesta di rinforzi, ma per uscire dall'emergenza dobbiamo adeguare la dotazione stabile di uomini e mezzi"
Rapine, furti, violenze. La provincia di Vicenza sta vivendo un'escalation dei fenomeni criminali che preoccupa tutti i cittadini. E preoccupa in particolar modo anche le imprese del commercio, che sono, come dimostrano i recenti fatti di cronaca, tra le più colpite dalle bande di criminali.
"La situazione appare sempre più grave - è il commento del presidente della Confcommercio provinciale Sergio Rebecca - e ogni giorno dobbiamo aggiornare una sorta di "bollettino di guerra" che interessa anche molte attività nostre socie. La soluzione è una sola: garantire alle Forze dell'Ordine che operano nel Vicentino, e che svolgono un lavoro encomiabile, i mezzi e le dotazioni organiche necessarie per far fronte a questa emergenza. Giusto chiedere immediati rinforzi, come ha fatto il Prefetto Melchiorre Fallica - continua il presidente Rebecca -, ma qui si tratta anche di adeguare il personale in servizio stabile nelle Forze dell'Ordine alle esigenze del nostro territorio".
Proprio un anno fa, Confcommercio Vicenza aveva inviato una lettera ribadendo questa richiesta al ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, ma di cambiamenti non se ne sono visti.
"Mi rendo conto - afferma il presidente della Confcommercio provinciale - del grave carico di problemi ed impegni che il Ministero certamente si trova a fronteggiare in questo periodo, ma cittadini e imprese del Vicentino chiedono a gran voce sicurezza. A questa domanda basilare si deve dare una volta per tutte una risposta definitiva, che eviti di trovarci, periodicamente, ad affrontare emergenze come quella che stiamo vivendo. Il rischio è che assieme alla sensazione di insicurezza e paura, si diffonda anche una sensazione di sfiducia verso le istituzioni che non possiamo permetterci, soprattutto in un momento di profonda crisi socio-economica come quella che stiamo vivendo".
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