Bergamin (Cgil): fare presto per salvare concia senza fare di tutt'erba un fascio
Venerdi 2 Settembre 2011 alle 18:57 | 1 commenti
Marina Bergamin, Cgil Vicenza - Bergamin (Cgil): fare presto e salvare il settore della concia che e' importante per la nostra economia! - chi ha sbagliato deve pagare, ma non si puo' fare di tutta un'erba un fascio!
"Non ci piace la piega che sta prendendo la discussione sui fatti riguardanti le vicende di cronaca legate alla concia. Soprattutto ci ha indignati la dichiarazione di Santo Mastrotto che dice che il nero glielo chiedevano gli operai!" Apre così la conferenza stampa nella sede CGIL di via IV Novembre la segretaria generale Marina Bergamin che prosegue.
"Noi non ci stiamo a fare di tutta un'erba un fascio: ci sono lavoratori e lavoratori e aziende e aziende. Chi ha sbagliato deve pagare ma non bisogna criminalizzare tutti e in particolare i lavoratori!"
"Non siamo scemi - sottolinea Bergamin - : non è possibile che un operaio sia in grado di tenere sotto scacco un imprenditore come Rino Mastrotto".
Con la segretaria generale ad Arzignano erano Gianni Dalla Riva e Nando Dal Zovo accompagnati da alcuni lavoratori del settore. I sindacalisti hanno mostrato una decina di volantini realizzati per altrettanti sit-in dal 2007 ad oggi: tutte iniziative messe in atto per combattere l'illegalità di un sistema più volte denunciato dai sindacati dei lavoratori.
"Vorrei ringraziare sentitamente il colonnello Morelli della GdF - prosegue Marina Bergamin - come a suo tempo ringraziammo il procuratore Salvarani. Ci auguriamo che nonostante il trasferimento del comandante delle Fiamme gialle vicentine l'operazione prosegua pienamente".
Ora tutti invocano tavoli per risolvere il problema del settore della concia dell'Ovest vicentino che rischia il collasso. "Noi della CGIL abbiamo chisto la convocazione di tavoli con un documento inviato alla Confindustria, alla CCIAA, e al Comune di Arzignano - ha spiegato Bergamin - Documento in cui davamo le nostre ricette: basta all'illegalità e basta lavoro nero! Nessuno ci ha dato risposta!"
"Se ora ci sarà un tavolo comune siamo d'accordo nel realizzarlo - ha spiegato Bergamin - , ma il tema non sarà certo quello di coprire lo scandalo, ma di mettere in atto un cambio di passo nelle relazioni sindacali del settore concia!"
I sindacalisti hanno ricordato che il distretto concia comprende nel vicentino circa 8000-9000 dipendenti. Tra questi 350-380 sono dipendenti delle aziende artigiane. Lo stipendio di un lavoratore della concia con il contratto industriale è al netto di 1100 euro, mentre quello artigiano è di 870 euro. Il settore industria ha un contratto nazionale rinnovato, quello dell'artigianato è scaduto da diverso tempo. In generale non esiste qui nella concia dell'Ovest Vicentino contrattazione di secondo livello o aziendale.
I sindacalisti hanno raccontato che ad applicare la regola del lavoro nero sono stati in particolare quegli imprenditori che hanno puntato sulla quantità , che avevano bisogno ovviamente di tante ore lavorative.
In questi casi lo straordinario ha superato il pacchetto previsto dal contratto che indica in 250 ore di straordinario la quantità massima annuale.
"I dati sugli stipendi non giustificano il lavoro nero - ha affermato Marina Beramin - però denunciano che nella concia (come altrove in questa epoca di crisi) c'è un problema di sofferenza salariale notevole.
Questi lavoratori non facevano lo straordinario per acquistare beni di lusso, ma per poter far vivere dignitosamente le loro famiglie e far studiare i figli".
"Noi della CGIL - ha concluso la Segretaria generale - questo settore vogliamo salvarlo: daremo il nostro contributo perché emergano le situazioni positive. Si tratta di un comparto importante per la nostra economia. Salvarsi si può, ma non c'è più molto tempo. Bisogna agire in fretta!"
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I sindacati garantiscono la sopravvivenza di questo stato fallito invece di denunciare le palesi discriminazioni tra lavoratori del nord (in regola a stipendi da fame e costi di vita europei) e quelli del sud, (spesso completamente in nero e con un costo della vita molto più basso) e lottare per un trattamento europeo dei lavoratori del nord-italia.