Comunali, il nome di Variati nel logo del Pd spacca il partito
Venerdi 22 Marzo 2013 alle 19:19 | 0 commenti
Il nome di Achille Variati incernierato nel simbolo della lista del Pd in lizza alle comunali di maggio ha spaccato il partito. L'ala della sinistra storica che fa riferimento al presidente del consiglio comunale di Vicenza Gigi Poletto non è d'accordo. Ma la compagine democratica è in affanno anche per quanto concerne la ricerca dei candidati da mettere nella lista che un tempo fu della Quercia.
L'indiscrezione sui mal di pancia interni al partito è stata confermata, almeno parzialmente, questo pomeriggio a palazzo Trissino proprio in ragione del rinvio dei termini di presentazione delle trentacinque firme utili per proporre alla commissione ad hoc in seno al Pd l'auto-candidatura degli aspiranti consiglieri comunali. Tra i fattori di maggior attrito si parla insistentemente di una opzione relativa al logo Pd che dovrebbe campeggiare nella lista che il movimento presenta nel novero delle altre alleanze in vista delle amministrative di maggio. Dentro o a margine del logo infatti figurerebbe anche il cognome del primo cittadino. Una nota personalistica che avrebbe indispettito la vecchia guardia del partito: Poletto in primis, ma anche Isabella Sala e Francesca Lazzari, rispettivamente membro della commissione affari sociali e assessore al territorio, entrambe uscenti.
Diversa invece è la questione della proroga. Se sul piano ufficiale si parla di una serie di contrattempi dell'ultim'ora, i rumors di palazzo Trissino parlano di due grosse difficoltà per il Pd. La prima riguarda alcuni nomi di spicco della società civile vicentina che sarebbero stati invitati come un tempo faceva il vecchio Pc con «gli esterni». Nomi che avrebbero dato il proprio assenso a patto di non doversi caricare delle incombenze preliminari tipiche della campagna, tra le quali la raccolta delle trentacinque firme da consegnare con modulo prestampato. Gli sherpa incaricati non sarebbero stati in grado di preparare le carte: di qui la richiesta di altro tempo. L'altra questione, che politicamente imbarazza un pezzo della compagine democratica, riguarda l'ammontare dei candidati da inserire nella lista. Solitamente i partiti considerano un buon biglietto da visita riempire tutte le caselle disponibili, una trentina abbondante, anche se gli eletti sono sempre assai meno. All'oggi il Pd avrebbe raggiunto sì e no quota sedici. Una diminutio, almeno sul piano dell'immagine, che i vertici mal avrebbero accolto spingendo di conseguenza proprio per la proroga in modo da riempire gli spazi attualmente vuoti. Le ultime indiscrezioni riguardano poi Giovanni Rolando, democratico, figura storica nella sinistra berica ed attuale presidente dell'Ipab Trento. A quanto si sa, proprio per il clima di incertezza che si serspira in città , pare che non abbia ancora deciso se candidarsi o meno per un posto in sala Bernarda. Frattanto la conferma che «sarà una specifica riunione» della direzione cittadina del Pd a decidere della presenza o meno del cognome del sindaco nel logo arriva direttamente da Poletto che spiega che il vertice «si terrà a brevissimo». Fattispecie che confermerebbe la volontà da parte del gruppo di quetare le acque prima di procedere con tutti gli adempimenti anche formali, in vista delle municipali.
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