Commissario per Medio Chiampo e Acque Chiampo?
Sabato 22 Maggio 2010 alle 15:28 | 0 commenti
Il consigliere regionale Pietrangelo Pettenò (Rifondazione - sinistra europea, nella foto) chiede il commissariamento di Acque del Chiampo spa e di Medio Chiampo spa.
La richiesta è contenuta in una interrogazione urgente presentata ieri alla giunta regionale e resa nota dallo stesso consigliere.
Al momento i diretti interessati non hanno replicato, ma l'iniziativa potrebbe provocare una ennesima burrasca politica visto che l'argomento è strettamente collegato alla maxi inchiesta penale sul mondo delle concerie che da più di un anno impegna gli inquirenti coordinati dalla procura della repubblica di Vicenza.
PRIMO AFFONDO. Il primo affondo di Pettenò riguarda la posizione di Renzo Marcigaglia, attuale presidente di Acque Chiampo (la spa pubblica gestisce il ciclo idrico di diversi comuni del comprensorio arzignanese, reflui conciari inclusi). Il presidente, ex consigliere comunale di Arzignano in quota al Pdl e poi al Carroccio, viene considerato nella cerchia dei fedelissimi del primo cittadino arzignanese Giorgio Gentilin (Pdl).
Peraltro già il 14 maggio la stampa locale aveva dato notizia di una indagine penale per corruzione proprio a carico di Marcigaglia, non nella sua veste di manager pubblico, ma nella sua veste di privato imprenditore. Pochi giorni dopo Gentilin aveva confermato la fiducia al presidente di Acque del Chiampo e la qual cosa aveva scatenato le minoranze di centrosinistra ad Arzignano nonché altri consiglieri comunali di alcune municipalità limitrofe, le quali sono servite dalla stessa azienda. Pettenò evidenzia questo stato di cose e mette in rilievo anche un ipotizzabile conflitto di interessi in capo a Marcigaglia («noto imprenditore edile con società attive anche nelle reti fognarie»).
MEDIO CHIAMPO. Il consigliere regionale però punta l'indice anche nei confronti di Medio Chiampo, la spa sorella di Acque Chiampo che serve le municipalità di Gambellara, Montebello Vicentino e Zermeghedo. L'interrogazione parla chiaro: "In contemporanea all'emergere dei suddetti fatti di concorrenza sleale e di scarsa etica nel mondo economico la Medio Chiampo di Montebello si trova, come dichiarato pure dall'assessore provinciale all'ambiente Antonio Mondardo (Lega Nord, Ndr) durante il consiglio provinciale del 18 maggio 2010 ad operare con comportamenti gestionali ‘fuori norma' dal punto di vista ambientale, nonché in una situazione di possibile crisi finanziaria". Tali condizioni inducono lo stesso assessore a dire, stando a Il Giornale di Vicenza del 19 maggio 2010, che l'operato di Medio Chiampo "mette a rischio l'intero sistema di depurazione del distretto della concia".
Sicché la situazione rimane tesa. Anche perché da un paio d'anni Pier Giorgio Rigon, presidente di Medio Chiampo spa, è nel mirino dei sindacalisti della Cgil la quale teme non solo cali occupazionali, ma pure il perdurare di condizioni di lavoro che potrebbero nuocere alla salute dei dipendenti. L'azienda infatti tratta direttamente i pericolosi fanghi di conceria. Di più, sempre Rigon risulta coinvolto in una inchiesta della procura di Vicenza per la vicenda dei cosiddetti dati taroccati al depuratore di Montebello. Inchiesta che aveva suscitato una bufera a Vicenza e provincia quando il 9 aprile 2010 la stampa locale rese noti sessanta nomi tra manager pubblici, politici e imprenditori finiti nelle maglie di una indagine della magistratura in precedenza raccontata pure su Canale 5 da "Striscia La Notiza".
LE REAZIONI. Al momento però non si conoscono le reazioni della giunta regionale capitanata dal leghista Luca Zaia. Allo stesso modo non si conoscono le reazioni del sindaco Gentilin. Quest'ultimo intanto secondo quanto riferisce Il Giornale di Vicenza di oggi a pagina 37 ha annunciato che il giorno 25 giugno la Fondazione città di Arzignano renderà noti i dati definitivi di una ricerca scientifica per valutare la compatibilità tra la presenza delle concerie (con i reflui e i fanghi del caso) e la salute delle persone.
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