Colli siBerici
Lunedi 26 Gennaio 2009 alle 15:40 | 1 commenti
 Sui colli Berici ci sono zone gelide come la celebre piana "siberiana" di Marcesina. Le incredibili scoperte di un progetto di ricerca sui luoghi più freddi del Veneto nato in collaborazione tra MeteoTriveneto e ArpavÂ
Marcesina la conoscono tutti. Ogni inverno, la grande distesa di pascoli e abeti collocato all'angolo nordorientale dell'Altopiano finisce in cima alla classifica delle località più fredde d'Italia. Guadagnandosi servizi sui tg nazionali e il non si sa quanto invidiato nomignolo di Siberia dello stivale. Il fatto è che a Marcesina è attiva da anni una centralina meteo dell'Arpav che trasmette in tempo reale i dati della zona, rendendoli subito accessibili. Bastano un paio di clic sul sito dell'Agenzia regionale per l'ambiente per trovare temperature più consone ai climi artici che alle tranquille montagne che circondano Asiago. E infatti Marcesina è sempre stata considerata una specie di eccezione, un'enclave del freddo buona per le statistiche e per i titoloni di giornale.
Questo, almeno, fino ad oggi. Perché da un po' di tempo qualcuno ha cominciato a chiedersi se per caso non potesse esserci in giro qualche altro luogo con caratteristiche simili. Ed ha scoperto che di "marcesine" ce ne sono tante, alcune anche in località al di sopra di ogni sospetto. E che la Marcesina originale, probabilmente, non è nemmeno la più fredda. Quanti si sarebbero aspettati, ad esempio, che sui Colli Berici la colonnina di mercurio potesse scendere a meno venti? Pochi, molto pochi. Eppure è proprio quello che è successo ai primi di gennaio, tra Perarolo e San Gottardo, a 336 metri sul livello del mare: a qualche centinaio di metri di distanza crescono viti ed ulivi, mentre lì, nella piccola conca chiamata Buse Maran, il termometro ha registrato temperature che farebbero rabbrividire un orso polare.
La scoperta si deve agli appassionati dell'associazione MeteoTriveneto che, in collaborazione con l'Arpav (e in particolare con Bruno Renon, che da anni monitora le zone più fredde del veneto) hanno avviato il progetto doline. Si tratta di una campagna di monitoraggio dei siti più freddi della regione, le doline, appunto, intense non tanto come depressioni carsiche, quanto come conche o piccole depressioni che possono favorire l'accumulo di aria fredda. "L'aria fredda tende a depositarsi in basso - spiega il presidente dell'associazione Filippo Mengotti -. Per questo noi abbiamo cominciato a monitorare quei siti che sono delle depressioni chiuse, circondate da rilievi non troppo elevati: un po' come fossero delle ciotole, capaci di raccogliere tutta l'aria fredda dei dintorni. Quando ci sono condizioni favorevoli, e cioè aria secca, notte serena e assenza di vento, queste aree diventano delle vere e proprie fabbriche del freddo".
Marcesina, a suo modo è una grande dolina. Così come Asiago, che si trova sul fondo di una grande conca e che infatti fa spesso registrare minime da brividi (il record ufficiale è di meno 31 nel gennaio del '43; nel marzo del 2005 si è arrivati a meno 27). Ma il bello del progetto è che, per la prima volta, si è andati alla caccia delle doline sconosciute, di quelle che finora erano rimaste al di fuori delle misurazioni ufficiali e quindi delle classifiche. Con risultati a volte sorprendenti. Il caso più eclatante è proprio quello di Buse Maran, nel cuore dei Berici. Tra la fine di dicembre e gli inizi di gennaio, infatti, a poco più di 300 metri di altitudine, la centralina ha registrato regolarmente temperature inferiori ai 15 gradi sottozero, con una punta massima di meno 23,1 nella notte del 4 gennaio. Tanto per fare un paragone, nello stesso momento a Marcesina, con mille metri di quota in più, c'erano meno 25 gradi. A Vicenza, invece, si era attorno ai meno 6.
Ma le sorprese non finiscono qui. Tra i punti monitorati c'è la busa Novegno, la conca sopra Schio famosa per la qualità dei suoi alpeggi e dei suoi formaggi. Lì, già a fine novembre si sfondava il muro dei meno 30 (meno 30,2 il 26 novembre, dieci gradi in meno che a Marcesina), e ai primi di gennaio si arrivava alla temperatura quasi incredibile di meno 35. E si poteva scendere ancora più in basso se non si fosse alzato il vento a disperdere l'accumulo di aria fredda. "Un vero peccato che il vento abbia interrotto la diminuzione serale. Un -35.5°C alle dieci di sera preludeva sicuramente almeno ad un -40°C." ha commentato uno degli utenti del forum di M3V. Marcesina, insomma, sembra destinata a perdere il proprio primato di capitale del freddo. Anche perché, solo per restare nel vicentino, temperature più basse sono state registrate anche a Campo Rossignolo (sopra Lusiana, a 1160 metri sul livello del mare) e in un altro paio di piccole depressioni sul versante nord dell'Altopiano (dove però siamo attorno ai 2000 metri di quota). A livello Triveneto, invece, il primato spetta ad alla busa di Manna, nelle pale si San Martino: 2546 metri di quota e meno 43,8 gradi il 9 gennaio scorso, nuovo record italiano. Quello precedente era stato registrato sul Monte rosa, a oltre 4300 metri di quota. E non è detto che sia finita. In giro per la provincia ci sono ancora altre centraline i cui dati non sono ancora stati prelevati. Come quelle in località Lepre, sul Grappa, o nella valle di Campiluzzo, vicino ai Fiorentini. Potrebbe anche esserci qualche nuovo record in arrivo.
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